capitolo extra, ho visto la mia depressione suonare la chitarra

781 73 81
                                    

addict with a pen

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

addict with a pen.

Le notti insonni erano più di quelle in cui dormiva. Yoongi si svegliava di soprassalto, colpito dal freddo gelido della sua stanza. Ammirava riluttante l'ombra delle pareti discendere con ostilità, stringendolo in una morsa inevitabile.
Rare erano le volte in cui ricordava i suoi sogni. Erano sempre una massa oscura, un continuo vagare nella sua mente e toccare tasti che stuzzicavano il suo corpo. Voci che sussurravano parole senza inizio e fine, ma che lo lasciavano sempre sconcertato ogni qual volta che il suo subconscio lo interrogava. Altre volte si beffava di lui mostrandogli un gioco ripetitivo di tonalità rosse e blu che lo vedevano protagonista di decisioni che non sapeva prendere. Erano fantasie macabre, ricordi storpiati e persone che gli voltavano le spalle. La sua coscienza faceva ristagnare i suoi peggiori timori.

Si destava dal suo sonno con una sensazione invadente che si attorcigliava nello stomaco, mentre la sorpresa sfoggiava i suoi peggiori giochetti ingannevoli spogliandolo del suo respiro. Il sangue incendiava le orecchie e il respiro si riduceva ad un fischio che rintoccava come una lancetta nella sua testa. Yoongi si sentiva smarrito.
Nessuno avrebbe potuto biasimarlo per il suo cattivo umore, era quasi inutile il suo tentativo di affievolire il caos che si scatenava nella sua testa con delle qualsiasi vitamine.
Si era sempre sentito preso in giro dalle persone sorridenti stampate sulla scatola, ignari di come bastasse saltare un giorno all'appello e la mancanza li avrebbe resi irritabili come la carta vetro.

Niente gli avrebbe restituito le sue ore di sonno. La sua stanza era una frontiera ignota. Era così difficile convincersi di come un luogo così intimo potesse rifiutarlo, rendere ogni percezione di una freddezza spiacevole, accompagnata dal costante turbamento che possa essere effettivamente cambiato qualcosa. Che qualcuno abbia frugato nei suoi pensieri convertendoli in qualcosa di spaventoso.

Ed era arrivato al limite, alla follia angosciante. Ogni sua decisione risultava impulsiva, la sua volubilità feriva chiunque gli si avvicinasse come una meteora. Aveva dunque deciso di stare in bilico tra due oceani, di sentirsi protagonista del monologo Shakespeariano e sedere sul bordo della finestra, le gambe che oscillavano dall'estremità, tremando dal freddo invernale e dall'adrenalina scorrere senza tregua.
Guardava i cristalli di neve oscillare intorno alle gambe scoperte. Era così vicino, così vicino da sentirsi parte di qualcosa di mostruosamente immenso.

Aveva pensato al suo banco vuoto. All'improvviso le sue mani avevano smesso di reggersi.

Aveva ricordato come avessero dimenticato il suo compleanno, la sua testa si inclinava a guardare oltre il davanzale. Le strade erano vuote.

Aveva pensato a come i suoi amici ignorassero il suo cambiamento e aveva chiuso gli occhi.

Risuonavano nelle sue orecchie le prediche del padre per averlo educato in modo sbagliato. Yoongi si spostava innanzi.

Le luci della notte rendevano ancor più pallida la sua pelle. Sua madre diceva sempre che pareva trasparente. Alle volte storpiava il naso rimproverandosi di avere un figlio malato. Yoongi voleva solo cedere. Cadere giù giù per non pentirsi il giorno dopo.

Gondry - k.t., м.ү.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora