➺ a little girl, nei media.
❝raison d'être❞.
Non c'è davvero un motivo per alzarsi dal letto.
Aprire gli occhi come il battito d'ali di una farfalla strappa il sonno. Il rubinetto sgocciola, in periferia passa l'ambulanza, e la ninna nanna di cicale disturba il torpore che si ancora al petto. Si smuove dalla paralisi immaginando la camera affrescata di sogni interrotti. Il colore invecchiato della parete è un cielo fatto di imperfezioni. Le smagliature non erano scontate, non si spogliavano mai di quell'intima bellezza.
Si era destato dal suo sonno leggero, percependo l'aria punzecchiargli le punte dei piedi, ormai completamente privati del calore che le coperte conservavano. Era una sensazione appena fastidiosa. Ma c'è chi vive di contraddizioni. Chi, come lui, si gusta gli ossimori come marmellata.Si ha sempre un po' paura di affogare in sè stessi. Trovare pregi dove gli altri trovano difetti significa navigare su acque nere e allontanarsi dal prototipo di un faro. Si considera appagante anche la minima insoddisfazione, ma si rimane sempre un po' indecisi.
L'insicurezza non è una scelta, ma certo, zoppica finchè non le stringiamo la mano. Si prende libertà, e davanti allo specchio non ha mai la stessa faccia.
Era mattina. Taehyung era una produzione klimtiana.
Il piumone lo avvolgeva in un abbraccio maniacale di giometrie dorate e ombre morbide.
Taehyung si ribellò alla stretta, e ora la pelle era esposta all'aria maligna. Persuade gli arti, lascia baci umidi sulle clavicole, si prende gioco del sonno. Il torace spasmodico si arrendeva al risveglio, e respirava troppo velocemente quando il mondo riprendeva a girare. Quella mattina, diversamente dalle altre, il tempo era mutevole. Che bisogno c'era di guardare le previsioni alla fine del telegiornale. Le previsioni meteo ingabbiavano i minuti, publicizzavano l'oroscopo, il sintetico, e le parole si ingarbugliavano tra le perturbazioni e i venti. Taehyung sentiva la primavera sul suo cuscino, e questo basta.Aspettava che la sveglia gli indicasse l'ora. Immaginava di muovere le gambe, e strisciare i piedi nei corridoi dell'accademia. Rimanere un minuto in più a letto non poteva dispiacergli.
La luce incedeva tra le fessure delle veneziane, e il buio della notte precedente si dimenava negli angoli della camera, impaurito dalle striature sdolcinate sulle coperte. Gli occhi si saziavano delle ombre color caramello, e strisce di zebra squarciavano la trapunta.
Taehyung rivolse lo sguardo alla finestra sopra di lui. La polvere faceva fatica a posarsi. Le giornate erano più lunghe, le barre dei termometri rosse, le guance erano dorate e il vento mormorava astio per il cambio di stagione. Taehyung si girò sul fianco, ancora attonito, riconoscendo il profumo del suo shampoo per essersi addormentato con i capelli bagnati. Pareva che il tempo si fosse fermato tra un battito e l'altro.
Fuori dalla sua finestra c'era un albero dai fiori viola, tra un roseto e un pesco. È conteso, il vento lo spinge tra le braccia di uno e poi in quelle dell'altro. Ma quando splende il sole tra le due palazzine, improvvisamente, la trama si intreccia di sole illusioni.
L'albero dai fiori viola si circonda di foglie gialle. C'è sempre tanto amore nelle distanze.
Se Taehyung fosse l'albero dai fiori viola sceglierebbe il pesco.
Ora, però, è avvinto da questa curiosità, di doversi avvicinare alla finestra della sua stanza. Taehyung si girò ancora una volta, e ringraziò il rumore delle lancette per l'indiscrezione.
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Gondry - k.t., м.ү.
Fiksi Penggemar❝ Il Martedì é una fastidiosa spina sul palmo della mano: anche sotto il getto d'acqua il bruciore persiste. ❞ ☛ Taehyung dimenticava le chiavi di casa ogni Martedì, finché non cominciò a scordarle di proposito.