#2 Lie.

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Canzone consigliata per la lettura:
Lie - BTS/Jimin

"La casa dei miei genitori
era un mondo a sé stante.
Questo mondo mi era familiare
in ogni suo aspetto.
Mia madre e mio padre,
l'amore e la severità,
un comportamento esemplare e
la scuola."

Ormai in quella stanza triste, pareti completamente bianche e un tavolo del medesimo colore, l'unica cosa che si differenziava dalle altre era il quadro raffigurante una foresta... e quel braccio meccanico che si trovava dalla parte opposta del tavolo, come se fosse intento a fissarlo, ed infine una fotocamera.

Quello che era il braccio meccanico mostrò a Jimin una figura circolare, ma niente, la telecamera poi si puntò su Jimin, lui si mise a sorridere immediatamente, ormai nessuno poteva farci niente... infondo era così, i suoi genitori lo appoggiarono nelle sue idee ma questo non cambiò nulla, lui era costretto a recitare, a regalare sorrisi falsi a chiunque gli si presentasse davanti, lui era forzato a sorridere davanti alla fotocamera solamente perché gli altri glie lo dicevano... e lui rispettava i loro comandi; il macchinario mostrò un'altra figura a Jimin, ma non appena la fotocamera si puntò nuovamente su Jimin lui si mise a sorridere nuovamente, com'era prestabilito, perché tutti stavano comandando la sua vita, eccetto lui stesso; tutti gli stavano dicendo come agire, quello che era sbagliato e quello che era giusto e lui stava lì ad assorbirsi tutti i loro comandi.

Lui si sentiva come se si stesse uccidendo man mano. Stava sviluppando progressivamente odio verso se stesso.

Poi, tutto ad un tratto, la sua mente portò in una realtà diversa da quella, dove lui era libero di fare qualunque cosa gli piacess , era seduto sul suo letto d'ospedale, dove in fianco ad esso si trovava un letto vuoto, ma che per lui era occupato da qualcuno; più e più volte aveva tentato il suicidio, ma mai riuscendoci, cercò di prendere delle pillole, le pillole che aveva usato il suo più fedele amico, nonché Hoseok; in passato Jimin aveva già tentato il suicidio, ma fallì anche quella volta, quando stava cercando di prendere le pillole.

Lui era intrappolato in una bugia, una bugia da cui però poteva uscirne, ma solo accettando di stringere un patto con lui..

Successivamente lui cercò di prendere a cuscinate il letto in fianco, come fino a poco tempo fa faceva con Hoseok, a quel ricordo gli venne spontaneo sorridere, ma quella volta nessuno gli stava dicendo di farlo.

Solo dopo qualche momento lui si alzò dal letto, lui iniziò a ballare, scaricando sulla danza ogni suo tipo di problema, l'energia che trasmetteva mentre ballava e cantava era qualcosa di sensazionale, lui in quel momento era veramente felice, attraverso la danza Jimin riusciva a sentirsi libero, libero da tutti; l'acqua che sfiorava il volto del ragazzo era poi accompagnata dall'immagine del pianoforte incendiato che si faceva spazio nella mente di Jimin, che era apparso in sogno anche a Jungkook.

Jimin stava pregando che qualcuno lo portasse via da quell'inferno, ma lui non poteva sfuggire a quella sofferenza, ma pregava lo stesso che qualcuno potesse salvarlo dai suoi peccati; in quel momento lui stava ballando con la vasca come sfondo, che stava straripando per la troppa acqua, cosa che riportava Jimin a pensare a dei momenti del suo passato, però il suo momento di svago finì subito quando lui cadde nella vasca esausto, ritrovandosi nuovamente nel letto, se lui voleva continuare ad essere libero doveva per forza accettare il patto con lui..

in quel momento, mentre ballava e cantava, stava cercando in qualche modo di risolvere i suoi problemi, ma poi cadde ritrovandosi ancora nel letto, lui stava trovando una soluzione per risolvere i suoi problemi, ma il fatto che lui fosse caduto esausto sprofondando nel suo letto era la prova che lui non poteva farcela da solo e mai ci sarebbe riuscito, ma con l'aiuto di qualcuno si..

Quando ritornò nella realtà, lui stava morsicando una mela, una mela che stava a significare il bene contro il male, in questo caso rappresentava il male, mentre l'obbiettivo era ancora intento a registrarlo.

"Ti prego fermami,
ti prego guidami,
ti prego fammi respirare."

Lui riguardò nuovamente l'obbiettivo subito dopo aver dato un'ulteriore morso alla mela, il suo sorriso non era più quello di prima, non stava più fingendo, perché quel sorriso esprimeva solamente tanta rabbia.

"Sono intrappolato
dentro me stesso
e sono morto."

Jimin prese in mano quella che era la fotocamera e la puntò verso il quadro, cambiando completamente soggetto, il quadro indugiava alla "perfezione", quindi lui non aveva difetti e non era costretto, anche se cosa inanimata, a fingere davanti alle altre persone.
Jimin in questo modo era, solo per qualche momento, libero dal fare ciò che gli veniva ordinato... Ma chi gli aveva dato la possibilità di fare quello che voleva? Sicuramente non lui stesso, ma qualcuno che voleva farlo cadere in tentazione.

•~~~•

2 of ...?
To be continue...



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