•|Ciò che ti dice il cuore|•

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Andiamo in cucina a mangiare: sul tavolo, i cornetti e tutto quel ben di Dio di dolci e cose varie, ti invitano ad assalire i vari piatti variopinti. Io divoro due cornetti e bevo un succo di frutta sotto lo sguardo dei miei.
John, sempre al mio fianco, viene sempre punzecchiato dalle frecciatine di Jake che parla e ride con Francesca e Federica.

Sembra che intorno a me si sia creato un clima talmente teso che a momenti si sfascia tutto: John picchierà Jake, mamma e papà mi trascineranno a forza via dall'Isola che dovrei proteggere come farebbe un buon guardiano,il legame tra me e Aslan verrà rotto e...

<<E statti zitta...>> mi interrompe Mella bruscamente.

Non so cosa mi succede, ma quel "sta zitta" della gatta mi fa saltare in piedi, provocandomi un nodo allo stomaco.
-Ehi cosa succede?- chiede la mamma facendo scorgere per un attimo la vecchia lei.
Sento gli sguardi di tutti addosso e per non peggiorare la mia situazione non guardo John che mi afferra l'avambraccio molto preoccupato.
-Scusate, devo andare in bagno...-dico tremante,lascio tutto e me ne vado senza una meta precisa con Mella alle calcagna. Era solo una bugia.

Mentre cammino per salire la prima rampa di scale, ecco che una vampata di calore mi travolge, mi comincia a girare la testa e mi viene una leggera tachicardia.
So bene cosa mi é preso. Stessi segni di quando ho saputo della falsa morte del nonno, stessa cosa di quando accumulo molta energia negativa e ho bisogno di scaricarla: ecco un attacco di panico.

<<Ehi! EHI! Ma cosa ho detto?! Ti volevo solo dire che mi sono evolutaaaa! Ehi!!!!>> grida Mella senza che io l'ascolti.

<<Mella sono stanca... Voglio stare un po' da sola>> penso, prendendo istintivamente la seconda rampa di scale che porta al terrazzo. Ho bisogno di stare sola e calmarmi.

<<Ma non vuoi sapere cosa posso fare ora?!! Ehiiiii ti vuoi fermare! Aspettami!>> grida la gatta ma ormai é troppo tardi perché tra me e lei ormai c'é la porta chiusa. <<Stupida... Ti posso anche parlare attraverso la porta, sai!>> si infuria.

<<Bhe allora taci!>> la rimprovero.
Dopo questo non la sento più.
<<Mella...>> la chiamo, ma non risponde.
Apro la porta per vedere se é ancora lì, ma non c'è.

Lo stomaco si stringe ancora di più e sento le vene della mia testa pulsare.
Ma che cavolo mi prende? Non posso perdere Mella. La mia migliore amica. No, non posso.

Richiudo la porta e cammino con un passo pesante su quel pavimento rovinato dalla pioggia.
Mi avvicino al cornicione e, alzando gli occhi verso l'infinito oceano davanti a me, mi vengono dei singhiozzi e le prime lacrime calde si fanno strada sulle mie guance. Non ce la faccio più.

Le luci del mattino illuminavano l'isola, facendole assumere dei colori meravigliosi. L'oceano é fantastico anche se un po' agitato.

Continuo a piangere, non oso neanche guardare giù, visto che ci sono circa sei-sette metri a separarmi dal suolo, e di certo non desidero aggiungere anche le vertigini al mio stato. Preferisco guardare in largo che in basso.
Disperata, mi siedo sul cornicione.

Cosa faccio ora? Non posso continuare così!

<<E non hai ancora sentito cosa hanno intenzione di fare i tuoi genitori...>> ricompare all' improvviso Mella.
Corro subito ad aprirle la porta.
La prendo e l'abbraccio mentre lei mi fa le fusa, leccandomi la guancia bagnata dolcemente.

<<Ti sei calmata un po'?>> mi chiede, mentre socchiudo la porta alle nostre spalle, ritornando a sedere.
Annuisco a occhi bassi, mentre lei si accomoda accanto a me.

<<Hai pianto?>>

Annuisco ancora.

Dopo un attimo di pausa le chiedo <<Cosa mi volevi dire?>>

Viaggio a ritmo di musica 2  •|Sequel|•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora