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La pioggia continuava a cadere senza sosta sul corpo inerme di Luke, mentre Talia piangeva senza sosta, il viso poggiato al petto del ragazzo, che ormai non si muoveva più.
Avrebbe voluto urlare, ma la voce le era rimasta in gola.
No, no, no.
Non è vero.
È solo un incubo.
Devo svegliarmi.
Ma più provava ad aprire gli occhi, più si rendeva conto che era tutto vero.
Gli scagnozzi di Crono avevano ucciso Luke.
Per vendetta? O perché aveva trovato il coraggio di parlare?
Si sentì spostare di peso, e solo allora notò che era arrivata l'ambulanza.
Una donna le aveva toccato la spalla, ma lei non se ne era accorta.
Non sentiva niente, e forse da una parte era meglio così.
Il dolore della consapevolezza avrebbe potuto ucciderla.
E solo quando vide gli infermieri cercare il battito del cuore di Luke, e poi scuotere la testa, si lasciò andare ed urlò.

***

Percy teneva stretta a sé Annabeth, che singhiozzava silenziosamente.
Le baciò i capelli, rabbrividendo al solo pensiero di perderla.
Non riusciva nemmeno a immaginare come si sarebbe potuto sentire.
Talia era seduta sul piccolo divano dell'appartamento di Percy, lo sguardo perso nel vuoto.
Continuava a rivivere quei momenti.
Aveva visto con chiarezza l'attimo in cui gli occhi di Luke erano diventati spenti, vitrei.
Quell'azzurro così particolare... sarebbe sempre rimasto il suo preferito.
Nonostante tutto.
Jason le si avvicinò, e l'abbraccio stretta.
Lei si lasciò stringere, senza ricambiare.
Dalla parte opposta della stanza, Piper li guardava in silenzio.
Aveva gli occhi lucidi, ma aveva smesso di piangere da un po'.
Talia la osservò, e subito fu travolta da un impeto di rabbia.
Si alzò in piedi, sciogliendosi dall'abbraccio di suo fratello.
-Voi due- esordì, indicando Jason e Piper- siete degli idioti.
Vi amavate, ma poi vi siete persi.
E il destino vi ha fatto ritrovare.
E voi siete ancora qui! Vi guardate... ma siete troppo orgogliosi per ammetterlo a voi stessi.
Rimasero in silenzio, colpevoli.
Ma Talia continuò:- Siete ridicoli.
Ma non capite che tutto potrebbe finire da un momento all'altro?!
Prima ci sei, l'attimo dopo no.
E non importa di certo alla Morte se hai ancora tante cose da fare, persone da amare.
State perdendo tempo, voi due.
E vi posso giurare che rimpiangerete ogni singolo istante che non avete passato insieme.
Non vi sembra di esservi già persi abbastanza?
Disse ciò, con le lacrime che volevano uscire a tutti i costi.
Ma lei no, non poteva piangere ancora.
Lo aveva già fatto abbastanza.
Lei era forte.
Non crollava. Cadeva e si rialzava.
Ed era ben diverso.

***

Splendeva un sole capace di spaccare le pietre, il giorno del funerale di Luke.
E, in qualche modo, sapeva di illegale.
Non è giusto, pensò Talia.
Non è giusto, perché il cielo è dello stesso colore dei suoi occhi.
Che non rivedrò mai più.
Socrate diceva che ognuno di noi ha una voce nella testa, un qualcuno che ci dice ciò che secondo lui è giusto o sbagliato.
Lo aveva descritto come una sorta di "demone", anche se altro non era che un precursore della coscienza cristiana.
Ma in quel momento, la coscienza di Talia era un vero e proprio demone.
Si adirava con lei, perché non si sentiva abbastanza forte.
La cerimonia era stata lunga e straziante, ma lei non sarebbe andata al cimitero.
No, sarebbe stato troppo.
Sarebbe stata un ulteriore conferma che no, non era un sogno.
Lei stava vivendo la realtà.
E questa consapevolezza aveva già iniziato a corroderle dentro.

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