Seguì quella creatura dal passo elegante: attraversò il corridoio, scese le scale e il lupo si fermò davanti la porta d'ingresso -Smettila d guardarmi in quel modo. Sono un licantropo! Non un lupo! LICANTROPO! Siamo dei licantropi. Gli unici licantropi neri rimasti sulla faccia della terra. Sai... il manto nero è una caratteristica della famiglia Lykaios-
Kassandra aggrottò la fronte -Ma io non sono un... un licantropo, o almeno, il papà di Sebastian mi ha detto così-La folta pelliccia del licantropo, nera come la pece, ma luminosa come la luna piena, svanì e Kassandra si ritrovò davanti un uomo ancora più alto di quello del sogno. Era un uomo cui non si riusciva a stabilirne l'età. Sembrava avesse vent'anni, ma qualcosa le diceva che avesse più dell'età dimostrata. Ciocche corvine gli ricadevano ribelli, come bestie selvagge, sulla fronte ambrata, quasi coprivano gli smeraldi che aveva per occhi. Il collo allungato rendeva elegante la mascella pronunciata. Le labbra di lui si incurvarono in un sorriso, mostrando delle perle bianchissime che riflettevano la luce della luna.
-Hel, lo diventerai presto. Devi solo aprire questa porta e seguirmi. Io non sono veramente qui, ciò che vedi di me è solo un'illusione. Una specie d'incantesimo. Ti spiegherò tutto più tardi. Ora su, avanti, vieni. Apri la porta, chè io non posso toccare niente, e seguimi così potrai trasformarti in un licantropo. Diventare ciò che sei sempre stata. Ciò che tua madre ti ha voluto togliere per puro egoismo-. Kassandra era molto perplessa, non riusciva a capire niente: per lei erano soltanto fantasie. E poi perchè la chiamava Hel? Di sicuro stava ancora sognando.
Volle darsi un pizzicotto per svegliarsi, provò dolore ma l'uomo rimase lì a fissarla. A quel punto, sconfitta e confusa, aprì la porta e stava per fare un passo quando però, da sopra le scale, sentì Sebastian che la chiamava. Una ventata di aria fredda le attraversò la guancia e vide che colui che diceva essere suo padre si era chinato per darle un bacio. Lei, d'istinto, cercò di trattenerlo ma la mano le andò oltre il braccio dalla muscolatura possente.
-Te l'avevo detto che in questo momento sono una specie di fantasma. So comunque a cosa stai pensando e ti risponderò subito: il tuo secondo nome doveva essere Hel e non Megan. Ogni licantropo che si rispetti deve portare un nome con il giusto significato. Hel, infatti, secondo la mitologia norrena è la dea della morte che semina distruzione durante il suo cammino. E sappi anche che c'è un motivo a tutto, Kassandra Hel Lykaios. Ritornerò a prenderti piccola mia, ma non dovrai dire nulla di questonostro incontro o non mi potrai rivedere mai più e non potrai soddisfare il tuodesiderio di legittima curiosità... e guarda sotto il salic...- Kassandra non riuscì a sentire tutta la frase perché era svanito nel nulla proprio nel momento in cui fece irruzione Sebastian -Kassy? Stai bene? Perché c'è la porta aperta? Dio, sembra che tu abbia visto un fantasma! -.
Kassandra chiuse la porta lentamente. Il profumo di menta di Sebastian la inondò le narici. Il tuo secondo nome doveva essere Hel, dea della morte, che semina distruzione. Kassandra scivolò lentamente a terra, appoggiandosi alla porta, c'è un motivo a tutto, Kassandra, si toccò la guancia, laddove aveva ricevuto uno strano bacio immateriale, privo di consistenza. Sebastian si piegò sulle ginocchia e le scrutò gli occhi, si protese verso di lei e l'avvolse in un abbraccio. Kassandra si strinse a lui e cominciò a piangere. Lui si distanziò di alcuni centimetri, giusto lo spazio per baciarle la guancia bagnata dalle lacrime. Le sussurrò all'orecchio -Lo so che sei confusa. Non posso dire di capire come ti senti. Io l'ho sempre saputo. Ho sempre saputo chi fossi veramente. Chi fosse chi mi stava attorno. Chi fosse mio padre, chi fosse Synnovea, chi fosse mia madr... - gli si smorzò la voce e serrò la mascella.
Le labbra di lui erano una linea sottile, ma il caldo e delicato bacio di Kassandra le fece schiudere desiderose. Il sapore salato delle labbra di Sebastian, la fece sorridere, ricordandosi la dolcezza di lui, mentre le baciava la guancia asciugandole le lacrime. Lui si staccò gentilmente e la guardò negli occhi. Kassandra si perse in quei laghi aurei: lampi di un dorato più scuro si intrecciavano con un esplosione di fulmini di un dorato più chiaro che contrastavano il colore della sabbia delle sue iridi. Kassandra depose un bacio leggero sulle labbra di Sebastian e lui le passò un braccio sotto le cosce nude e la sollevò da terra, l'altro braccio le sorreggeva la schiena attirandola verso sé e lei gli mise le mani al collo mentre l'uno si perdeva negli occhi dell'altra.
Sebastian aprì la porta d'ingresso e uscì portandola come una sposa. Dopo aver sceso la piccola scalinata, raggiunse il prato verde e quando la depose dolcemente sull'erba, per non essere schiacciati, una decina di grilli saltarono in aria. Kassandra emise una risata fragorosa che divenne un tutt'uno con quella cristallina di Sebastian che si era appena sdraiato accanto a lei. Guardò le stelle che scomparivano e comparivano dietro il sottile strato di nuvole, trasportato dalla fresca brezza che annunciava l'arrivo dell'autunno. Si girò verso Sebastian -Tu quindi sapevi che Synnovea era mia cugina?- lui fece lentamente cenno di sì con la testa.
A Kassandra non bastava quella risposta -Tutto qui? Solo un sì con la testa? Vorrei delle spiegazioni! Perché non mi hanno mai detto niente? Io avrei potuto considerare Synnovea, per ben quasi diciassette anni, non solo come migliore amica, ma anche come cugina. Perché l'avete detto solo ora? E a questo punto non credo più alla balla degli imbianchini, vorrei sapere perché siete qui- Sebastian si girò verso di lei alzando un sopracciglio.
-Caspita Kassandra! Sei brava a sparare a raffica le domande. Peggio di una mitragliatrice! Però, visto che sono buono, soddisferò le tue curiosità. Prima domanda, visto che ti sto rispondendo, non è più tutto qui, seconda domanda, visto che ti sto rispondendo, non è più solo un sì con la...- Kassandra gli diede un pizzicotto al fianco facendolo sussultare.
-Ahia!- Si mise a ridere -Però, hai ragione me la sono cercata. Scusa. Sinceramente, non so perché non abbiano voluto dirtelo dire prima, ma so che è una cosa che riguarda tua madre... e te l'abbiamo detto, cioè, mio padre te l'ha detto solo ora, perché è stato costretto dalla situazione che si era andata a creare, che io sono andato a creare. Ormai era giunto il momento che lo sapessi, eravamo con le spalle al muro se ci pensi. La balla del barbone drogato non credo avrebbe retto. E terza ed ultima domanda, siamo qui non per gli imbianchini ma per... un altro licantropo... un fanatico, che ha scatenato una guerra orribile tra tutti i non visti solo per impadronirsi del mondo. Ha ucciso anche i suoi simili solo per i suoi scopi patetici! Ha ucciso delle vite che non centravano niente!-Kassandra vide una scintilla rigargli la guancia, forse una lacrima, ma evaporò subito con il fuoco dentro gli occhi di lui -Pensavamo fosse morto il bastardo. Invece, eccolo nuovamente a tormentarci. Ci ha avvisati tua madre. Questa mattina ci ha telefonato e ci ha avvertito, e siamo subito corsi qui- Kassandra lo guardò -Mia madre? Come ha fatto a saperlo? Dico, come ha fatto a sapere che questo 'fanatico' è tornato?-
Sebastian la fissò corrugando la fronte -Una volta stavano assieme, erano fidanzati. Filtiarn, è così che si chiama, aveva una relazione con tua madre...-.
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Lykaios
FantasyUna ragazza dai capelli neri come la notte. Un ragazzo dai capelli dorati come i raggi del sole. Lei nasconde, nel suo io più profondo, l'oscurità più totale. Lui non sa di avere nell'animo una luce in grado di illuminare il buio più nero. Una lott...