Prologo

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Le braccia di Harry lo bloccavano alla parete, limitando ogni suo movimento.
Louis sentiva il freddo del muro cozzare contro il suo petto nudo, quasi ci si aggrappò con le unghie mentre i primi stimoli di piacere pervadevano il suo corpo. Al contrario, le sue natiche sembravano come bruciare, lì dove Harry aveva poggiato le mani, aprendole per fare spazio alla sua lingua; alternava movimenti circolari a piccole stoccate, cercando di prepararlo al meglio, sentiva i muscoli muoversi sotto la sua lingua. Aggiunse persino due dita per allargare ancora di più il buco e leccare anche all'interno.

"Cazzo Har..."

Conosceva Louis da ormai due anni e sapeva che quello era il suo preliminare preferito, per questo si perse ancora qualche momento a leccare ed umettare lo stretto fascio di muscoli, a passare la lingua sulle pareti ruvide mentre sentiva le gambe dell'altro tremare sotto le sue braccia - "Mh" - ansimò Louis e quella era la fine per Harry, sentì il tessuto dei suoi eleganti pantaloni in cotone tirare e con la mano sinistra, cercò un minimo di sollievo, tirandoli verso il basso e massaggiando l'erezione da sopra gli slip blu notte.
Prima di staccarsi completamente da lui, afferrò con i denti un piccolo lembo di pelle, lo morse e lo succhiò. Era l'unico segno effettivo del suo passaggio, l'unico che si permetteva di lasciare ogni volta.

Harry gli schiaffeggiò il fondoschiena prima di salire per tutto il corpo di Louis con la lingua, depositando alcuni baci sulle sue fossette di Venere ed alla base della nuca sudata. Ad Harry quell'odore lo faceva impazzire, apparteneva a Louis, era Louis.

Il ragazzo smise di dargli le spalle, si appoggiò al muro con la schiena ancora umida delle sue labbra e lo guardò nei brillanti occhi verdi, pieni di malizia - "Ora sta a te" - e Louis sorrise a labbra strette, accennò un sì con la testa e si lasciò andare sul corpo di Harry mentre le loro mani si sfioravano per un momento, uno soltanto, loro non erano mai da mani intrecciate. Con la lingua segnò il contorno dell'intera aureola destra, lo baciò per tutto l'ampio petto fino ad arrivare al capezzolo sinistro, questa volta lo succhiò, bloccandolo tra le labbra.

Harry si sentiva già al limite senza aver fatto ancora effettivamente nulla, cercava di contenersi, passò la mano destra tra i capelli umidi dell'altro e lo spinse verso il basso, allargando leggermente le cosce - "Sei sempre il solito" - gli disse, depositando un bacio tra la peluria rada. Si inginocchiò sul parquet dell'immenso ufficio e con la mano sinistra afferrò il membro eretto di Harry e con la lingua ne delineò la lunghezza, calcando ogni vena fino al glande già umido.

"Non toccarti - ansimò quando vide Louis stimolarsi con la mano libera - Non farlo tesoro" - il ragazzo lo ascoltò seguendo il suo ordine, tolse la mano dal proprio membro e la portò tra i testicoli dell'altro, massaggiandoli. Quando alzò lo sguardo azzurro in cerca di approvazione, Harry lo osservò di conseguenza, sarebbe voluto rimanere così per tutta la vita, con il suo membro all'interno della bocca calda di Louis ed i loro occhi uniti.

"Scansati..." - ma Louis non seguì quell'ordine, continuò a pompare sull'erezione fin quando non sentì il liquido caldo ed amaro esplodergli in bocca.

"Me lo dici sempre..."

"E non lo fai mai"

"Sei l'unico che si lamenta"

"Io lo dico per te" - ribatté ancora Harry prima di soffermarsi sulla bocca sottile del più piccolo ed osservare un rivolo del suo sperma all'angolo di questa; con il pollice giocò con il suo labbro inferiore prima di raccogliere il liquido e portarlo all'interno della bocca dell'altro - "Succhia" - ordinò, lui eseguì.

Harry lo preparò con fin troppa cura mentre muoveva le dita umide di saliva dentro di lui, per quanto fosse irruente il sesso ed loro rapporto, era delicato in questo - "Harry..." - quel tono della voce, quell'inclinazione del suo nome, fu sufficiente, sfilò le tre dita con delicatezza e liberò le caviglie di entrambi dai pantaloni ed i boxer.
Louis gli baciò la guancia prima di intrecciare le mani dietro il collo di Harry, portando i due petti caldi a collidere.

"Pronto tesoro?"

Ogni tentativo di essere rude, prenderlo con la forza, svanì quando Louis lo guardò negli occhi e gli accarezzò la guancia ruvida da un filo di barda, si annullò davanti a quel blu.
Aspettò che fosse Louis ad andargli incontro, a dargli il via, i suoi movimenti erano ancora incerti e lenti. Harry lo strinse, lo sollevò sui fianchi e se lo portò addosso, facendo sbattergli la schiena sudata al muro, inarcandola quando venne a contatto con quel freddo, mentre gli cinse la vita con le gambe, aggrappandosi completamente al suo corpo.
Louis gemette sottovoce, dolore e piacere si combinarono sul suo volto e tra i suoi ansimi, lo pervasero. Harry lo sollevò ancora, stringendo forte le mani sui suoi glutei ed aumentò il ritmo di ogni spinta, facendo leva sulle cosce per arrivare più in profondità - "Di più, di più Har..." - biascicava il suo nome ad ogni stoccata; gli morse la spalla, il lobo dell'orecchio, gli andava incontro, inarcava i fianchi ad ogni spinta. Gemette ancora il suo nome, quel - "Harry!" - strozzato che gli escì dalle labbra rosse e vive mentre sentiva la sua mano sporcarsi del suo sperma.

Non sentiva più il freddo del muro adesso, solo il calore del corpo di Harry sul proprio ed il suo seme che gli colava tra le natiche accaldate e piene. Sarebbe voluto restare così per un altro momento ancora - o più di uno - ma Harry spezzò tutto - "Devo ripulire questo casino".

"Domani sei libero?"

"Ti faccio sapere, mh?" - Louis annuì veemente, raccattò velocemente i suoi pantaloni e la felpa blu con la quale era arrivato e si rivestì prima di uscire dal grande ufficio, senza salutare, senza degnare Harry di un ultimo sguardo.
Nasconse il viso sotto il cappuccio e tornò a casa, investito dal freddo secco di una Londra in piena vita, finiva sempre così tra di loro.

28 Days || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora