Capitolo 7

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Harry accarezzò i capelli di Louis, scompigliandoli un poco dalla fronte. Erano svegli entrambi da almeno un'ora ma nessuno dei due aveva detto nulla, si erano semplicemente stretti in un abbraccio, sfiorati le mani ed accarezzati: le guance, la schiena, le labbra, un po' anche la vita.

Era stato Louis ad interrompere quel silenzio, quei tocchi gentili ma decisi. Era stato lui il primo a porgere una domanda, un'altra e poi un'altra ancora. Perchè voleva sapere, conoscere, scoprire la persona al suo fianco, stretto nel suo stesso piumone; ed Harry aveva risposto a tutte le domande, con un accenno di sorriso ed uno sconosciuto calore nel petto. Si sarebbe aspettato altri tipi di domande invece Louis gli aveva chiesto quale fosse il suo cibo preferito, il suo film, perchè avesse scelto di fare il grafico pubblicitario. Gli aveva chiesto com'era stata la sua infanzia, se felice o movimentata come la sua.

"La tua canzone preferita?" - aveva domandato Louis, rigirandosi su un fianco per osservarlo meglio ed accarezzare con le dita la pelle del torace che la maglietta grigia lasciava scoperta.

"Lemon Tree" - rispose l'altro, iniziando a fischiettare il famoso ritornello.

"Perchè?"

"Ci deve essere un perchè?"

"Ce n'è sempre uno!"

Harry mosse le spalle - "Era in una pubblicità di un liquore e quando ero piccolo, giravo i canali per ore finché non la trovavo ed allora iniziavo a saltare in giro, felice. Era un bel momento"

Louis sorrise, accarezzandogli per l'ennesima volta il volto. Harry si trattenne dal sorridere di conseguenza, nascondendo quella strana contentezza dietro una smorfia ed un bacio sulle nocche dell'altro, quelle che gli sfioravano delicatamente il viso - "È un testo triste in una canzone allegra" - commentò poi il più piccolo, guardando Harry fisso negli occhi verdi - "Tipo noi".

"Mh?"

"Lascia stare, allora...Città che vorresti visitare?"

Harry puntellò il braccio sul letto, alzandosi e sovrastando il corpo dell'altro - "No, voglio sapere cosa volevi dire!"

"La canzone allegra è la metafora del sesso ed il testo triste, siamo noi - poi si corresse - io e te. Sembriamo una gran cosa ma in concreto, non siamo nulla"

Per un attimo, uno soltanto, Harry si sentì ferito da quelle parole perchè Louis non era nulla, non era nemmeno un testo triste. Era qualcosa di indefinito ed indefinibile, come il sole. Ed uno spruzzo di luce Louis gliel'aveva portata davvero nella vita di Harry solo che lui non voleva incasinare le cose, tenerle allo scuro, era più semplice così. Eppure era stato egoista perchè la prima volta che l'aveva visto, non era riuscito a tenerlo lontano, doveva prendersi una parte di lui. Tra il cuore ed il corpo, scelse la più semplice, quella volta.

"Vorrei andare ad Oslo" - riprese, cercando di smorzare quel silenzio fastidioso. Ma Louis non sembrava voler parlare ancora, chiedere, domandare, si rigirò dall'altra parte del letto, lontano dal corpo caldo di Harry - "Non capisco perchè sei tu l'offeso, adesso"

Louis nascose il viso nel cuscino - "Hai -esso che -on siamo nulla"

"Cosa?"

"Hai ammesso che non siamo nulla" - ripetè, scandendo bene le parole cosicché Harry comprendesse.

"Se non mi importasse nulla di te, non sarei qui" - ribattè ancora, prima di afferrare per la vita il ragazzo e riportarselo vicino - "Dove eravamo rimasti?"

28 Days || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora