Tre giorni.
Louis non vedeva Harry da tre giorni.
Il primo giorno non era andato a lavoro, scusandosi con Zayn un numero considerevole di volte, il secondo ed il terzo il più grande aveva avuto il buonsenso di restare a casa. Fortunatamente a distrarlo da tutto quell'ammasso di pensieri, di parole di cui si era amaramente pentito, ci aveva pensato Sophia. Harry aveva chiamato la sua ex compagna e si era ritrovato a pregarla di poter passare del tempo con la piccola, ne sentiva il bisogno. Gli mancava sua figlia, era questo quello che aveva detto a Leigh quando aveva chiamato in piena mattinata - "Vado a prenderla io a scuola" - ma la verità era anche un'altra: voleva passare del tempo con qualcuno che lo apprezzasse per ciò che era, senza pensare ad altri. Stupido aggrapparsi a tanto ma lui ne sentiva il bisogno.Erano stati due giorni pieni, intensi ma felici e soprattutto senza pensieri. Aveva scoperto che sua figlia ormai riusciva a vestirsi da sola e che il suo colore preferito non era più il rosa ma il giallo - "Come i miei capelli papà" - e che all'asilo c'era un bambino che le faceva battere il cuore. Aveva scoperto che non dormiva più con il peluche a forma di coccinella regalatole da nonna Anne al suo primo compleanno ma sentiva ancora l'esigenza di stringere qualcosa o qualcuno, per questo durante la notte si era attaccata al suo braccio senza mai muoversi da lì. Aveva imparato ad allacciarsi le scarpe, riusciva a legare i capelli in una coda confusa senza l'aiuto di nessuno e versarsi il latte caldo nella ciotola senza far cadere nulla. Harry più volte, in quei due giorni, si era chiesto dov'era quando sua figlia aveva imparato tutte quelle piccole cose che ai suoi occhi la rendevano già grande.
"Papà quando mi farai una camera tutta mia?" - gli aveva chiesto mentre imbrattavano la cucina di farina e gocce di cioccolato, tentando di fare un dolce che poco prima avevano visto in televisione.
"Non ti piace dormire con me?"
"Certo papi ma non posso sempre dormire sempre nel tuo letto, quando cresco come faccio? E se tu ti trovi un fidanzato come la mamma?" - Harry sbarrò bocca ed occhi, assolutamente sorpreso da ciò che la bambina gli aveva appena detto. Fidanzato, fidanzato con la o finale. Poteva sempre essersi confusa, no? Si fermò dal preparare il dolce e con le braccia incrociate al petto studiò l'espressione tranquilla di Sophia, il contrario della sua - "Che ne sai tu del fidanzato?" - indagò, cercando di capire da dove diavolo avesse tirato fuori quella storia e di calmare i nervi interni che in quel momento stavano urlando.
"Me l'ha detto mamma - aveva risposto, continuando a leccarsi le dita paffute colme di impasto - le ho chiesto perché non state più insieme e lei mi ha detto che vi siete amati tanto, un sacco così, ma tu non eri tanto tanto felice e nemmeno lei"
Harry si avvicinò repentino alla bambina, accarezzandole i capelli sporchi di farina - "Tu lo sai che sei la persona più importante per me, sì?" - Sophia fece un cenno positivo con la testa, cullata dalle carezze del padre - "Ero felice con te e la mamma"
"Ma non tanto tanto" - replicò di nuovo la bambina, guardando fisso negli occhi dell'altro, di quel verde così uguale al suo. Harry era sconvolto, agitato, confuso da quelle parole innocenti, semplici che sua figlia di soli sei anni gli aveva detto perché persino lei aveva capito che con una donna lui non era felice, tanto tanto felice come dovrebbe essere ma si sentiva in gabbia, rinchiuso in una vita non giusta, non sua. La guardò sorridere ed accovacciarsi ancora di più a lui prima di confermare - "Anche se io e la mamma non stiamo più insieme tu resti la cosa più importante"
"Papà l'hai già detto!"
"Ed io te lo ripeto!"
Sophia si staccò dal suo petto e con un'espressione accigliata, a tratti buffa, disse - "Papà sei un po' impettinente!"
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28 Days || Larry Stylinson AU
FanfictionHarry e Louis condividono attimi, passioni momentanee, segreti e qualche ora sotto le lenzuola. Nessuno dei due vuole di più: Harry ha una figlia, un lavoro in una prestigiosa agenzia pubblicitaria e la certezza di aver raggiunto l'equilibrio perfe...