Capitolo 27

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Sophia lasciò bruscamente la mano della maestra e corse verso Louis, stringendogli la vita con le braccia che non arrivavano a toccarlo neanche per metà, il viso nascosto nel suo ventre. Non lo aveva mai accolto in quel modo, nessuno lo aveva fai fatto, neanche le sue sorelle più piccole quando era tornato a casa dopo sette mesi. Lo strinse ancora più forte quando il ragazzo le accarezzò la nuca - "Grazie per essere venuto" - mormorò staccandosi un poco dal corpo dell'altro. Louis, con delicatezza, gli sfilò le braccia dal suo corpo e l'allontanò di qualche passo, abbassandosi poi sui talloni per guardarla negli occhi, in quello stesso verde di Harry - "Non mi sarei perso la tua recita per nulla al mondo. Le promesse sono promesse" - e le ultime parole dette non sapeva se fossero davvero per la bambina o per l'uomo dietro di lei.
La sua voce tremava, era carica di amarezza e paura perché non sapeva se, una volta usciti da quella scuola, Harry sarebbe stato con lui. Lo stesso che in quel momento non riusciva neanche a guardarlo negli occhi. Sapeva che se avesse incrociato il suo sguardo vi avrebbe trovato solo dolore.

"Lou mi accompagni dalla maestra?" - il ragazzo chiese tacitamente l'approvazione a Leigh, uno sguardo era stato sufficiente per capirsi. Lei gli sorrise e con un dito laccato di rosso ed oro gli indicò una signora dai capelli grigiastri seduta in prima fila. Sophia prima di afferrare la mano del giovane diede un bacio a tutti e con un sonoro - "Ci vediamo dopo" - li salutò, raggiungendo Louis e la sua mano tesa verso di lei. "In bocca a lupo Principessa!" - le sussurrò qualche momento prima di raggiungere la maestra. Sophia gli diede un bacio sulla guancia e corse verso i suoi amici.

Louis stava valutando l'opzione di sedersi in una delle ultime file libere oppure rimanere in piedi, al lato della palestra adibita ad auditorium, il più possibile lontano da Harry, quando Leigh richiamò di nuovo la sua attenzione: con un cenno della testa indicò la sedia alla sua sinistra, il posto più lontano da quello dell'altro. Titubò per qualche altro secondo, sedersi lì voleva dire comunque stargli vicino e lui non era sicuro di riuscire a sopportare tanto soprattutto dove averlo sentito dire che lui non era nessuno.
Nessuno per lui.

Stava provando a comprendere le emozioni di Harry, le sue paure, il dover affrontare sua madre e la sua famiglia, non era ferito per la sua reazione, o almeno, non nel modo in cui avrebbe dovuto. Quello che davvero stava facendo male in quel momento era l'indifferenza con il quale lo stava trattando, aveva paura persino a vederlo, ad incrociare i loro sguardi o il loro visi; l'ipocrisia di ogni azione e parola che si erano detti.
Prima di scendere da quella maledetta macchina era pronto a dirgli tutto, a dargli tutto ora invece era pronto solo ad allontanarsi da lui e se si rifugiò in bagno per qualche minuto era per sopprimere quella voglia di piangere che lo stava lentamente annientando. Harry lo capì, prima di sparire aveva visto i suoi occhi lucidi ma non lo seguì, non poteva.

Anne stirò con le mani il dietro della gonna a tubino scura prima di sedersi, incrociando elegantemente le gambe. Fin da piccolo il figlio aveva provato ad emulare quella stessa posa ma più volte lo avevano ripreso perché quella, apparentemente, era una posizione da donna. Erano tutti e tre in silenzio da vari minuti, intenti ad aspettare l'inizio della recita quando Anne parlò - "Hai cambiato di nuovo fidanzato Leigh?" - in quel di nuovo vi era una sottile denigrazione. Inizialmente la ragazza le era piaciuta, provava stima per lei perché riusciva a tenere testa a suo figlio ed a quel carattere scontroso che non sempre era semplice da gestire. Le aveva dato persino una nipotina, una bellissima ed educata bambina. Ma il loro rapporto si era sempre di più incrinato sfociando nell'assoluta indifferenza negli ultimi mesi; entrambe quindi non perdevano occasione per infastidire l'altra. Se Leigh lasciava Sophia con Anne era solo perché sapeva quanto Harry tenesse alla sua famiglia, solo e soltanto per questo.

28 Days || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora