19.19 pm

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Le posate non sono esattamente 19. Devo aggiungerne una. Sì, con una in più mi sentirò decisamente meglio. 》ripongo con calma il diciannovesimo coltello nel lungo tavolo da banchetto che si trova nella nostra cucina. La cucina è il mio luogo preferito, ci sono esattamente 19 oggetti in questa camera: un frigo rosso con 19 calamite, il forno, la lavastoviglie, il piano cottura, il tavolo di legno, un vaso bianco in cui sono riposte 19 rose, una tv perennemente accesa sullo stesso canale, 4 quadri in cui vi sono raffigurati dei calici e 8 sedie. Mia madre mi guarda arricciando il naso, ha contato il numero di posate ovviamente, lei è la prima a non accettare il mio disturbo ossessivo compulsivo. Mi è stato diagnosticato all'età di 9 anni, il mio psicologo lo definisce come qualcosa che ormai fa parte di me e che non si può più togliere, come un tatuaggio di cui ti penti. Lo puoi ricoprire, inciderci una cicatrice sopra, ma il tatuaggio rimane, tu sai che persiste anche se puoi nasconderlo di fronte agli altri. In famiglia siamo in 8: mia madre Lucy che ha 42 anni, due occhi verdi come il prato dopo una lunga giornata di pioggia e i capelli marroni chiaro; il suo viso è costellato da lentiggini marroncine ed è segnato dalla vecchiaia da qualche ruga in fronte. Mio padre George ha 56 anni, ha i capelli bianchi come un figlio di carta, e qualche ruga di troppo che segna il suo viso, le sue mani presentano delle vene ben evidenti dal colore blu, è molto alto e mingherlino, nonostante non si limiti con il cibo. C'è poi mia sorella Margherita ha 16 anni e i capelli lunghi tinti di biondo platino, gli occhi blu come il mare e la carnagione rossastra, mio fratello Giovanni di 20 anni, le gemelle Joanna e Jean di 6 anni e il nostro cane Argo.
Ci sediamo tutti a tavola, ma la mia testa è altrove. Quel sogno, ieri notte era proprio strano...
Nirvana...》
sentivo urlare il mio nome nel completo buio del mio incubo e ancora ora non riesco a capire da dove provenisse quella voce maschile.
Nirvana...oh!》vengo assolta dai miei pensieri con la voce di mio padre che mi chiama.
Mi passeresti il sale?》
《LASCIALA PERDERE PAPÀ È TROPPO PRESA DA I 19 FANTASMI CHE LA PERSEGUITANO》replica mia sorella Margherita.
Con quella saccenza e con quel piercing al labbro mi fa vomitare, le sfigurerei la faccia se riuscissi a farla ripigliare dal suo perenne stato di egoismo e cinismo.
Tu pensa ai 19 ragazzi che hai baciato ieri in quel locale, poi se ne riparlerà.》
Sono le 19.19. Non posso restare a tavola, devo andare in camera mia a leggere le 19 pagine di quel libro che proprio non sopporto. Mi alzo dalla tavola con gli occhi puntati addosso, mio fratello guarda l'orario e ha già capito. D'altronde con lui non servono tante parole per comunicare, mi fa un occhiolino e io corro in camera mia contando esattamente 19 passi.
Entro in camera mia e mi guardo allo specchio, non ho niente di speciale: dei capelli neri corvino tagliati a caschetto, 19 braccialetti neri al polso, la carnagione pallida, i miei occhi marroni chiaro e la mia bassezza è l'immagine che vedo di fronte a me...nulla di speciale ma fa parte di me. Come il numero 19.

19 passi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora