16: Madison.

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Mi sveglio, e la prima cosa che noto è una giacca di pelle nera sistemata ad arte sulla sedia di fronte al mio letto. Abbasso le veneziane con prepotenza per evitare di accecarmi perennemente, e mi siedo sul lenzuolo, avvolgendomi un ginocchio con le braccia e abbracciandomelo come se fosse Gerald. Riguardo a stanotte, mi ricordo solamente che mi sono addormentata tra le sue braccia: oh cazzo. "Vi comportate come se foste una vecchia coppietta" scaccio questo pensiero e mi concentro. Non devo innamorarmi di lui, per nulla al mondo. Tornerò da mio padre tra tre settimane e comprerò una casa, per poi metterci tutte le mie foto e tentare di morire molteplici volte. Sul comodino noto un biglietto, scritto con una calligrafia veloce:

"Eleanor, non aspettarmi mai sveglia. Sei adorabile quando dormi. G"

Mi mordo il labbro con prepotenza, finché non sento il sapore metallico del sangue. Come m'immaginavo, lui non vuole più vedermi, e ciò mi carica di un peso in più e mi alleggerisce al tempo stesso: vorrei rivederlo, ma al tempo stesso sono felice di non dover più pensare a lui. Mi metto una t-shirt pulita, dei jeans neri strappati e corro in cucina a prepararmi un tè. Logan sta parlando al telefono, e la conversazione sembra accesa. -No! Stammi a sentire te! Non ho intenzione di sentire una delle tue scemate di gelosia, cazzo! Finiscila- urla al telefono, e appena mi vede mi lancia uno sguardo carico di scuse. Alzo le spalle mentre sorseggio un po' del mio tè, e dopo esco a fare una passeggiata nella mattina inoltrata a San Diego; cammino fino a un quartiere a luci rosse, e curiosa cammino in quella via larga e piena zeppa di pub. Gli inservienti puliscono il casino della nottata appena terminata, alcune persone si sono svegliate sui divanetti dei locali, confusi e probabilmente con un mal di testa allucinante; non ho mai pensato di bere qualcosa di più forte del vino bianco, perché già vomito di mio, figuriamoci ubriacandomi. Poi, ecco che iniziano quegli appartamenti piccoli e che sanno di poco raccomandabile, proprio a due passi dalle discoteche: da uno di quelli ne esce una ragazza dai capelli rosa,che mi sorride. -Che ci fai qui?- mi chiede dolcemente:-Non ti ho mai vista da queste parti- curiosa, la ragazza. -Fatti i cazzi tuoi- le dico, aspra. -Oh, che è successo? Un ragazzo ti ha rubato il cuore e sei incazzata con me?- le sorrido. -Per niente. L'unico ragazzo che mi considera viene solo di notte- e con questo, continuo a camminare. La ragazza si gira stupita e mi fissa incredula mentre mi giro e guardo dritto davanti a me: la sento correre fino a raggiungermi, ma non mi degno nemmeno dal guardarla. -Si chiama Gerald?- mi chiede con un sorriso da orecchio a orecchio. Mi fermo e la guardo:-Come fai a...?-le dico, ma mi interrompe. -Sono Madison, la sua amica. Ti avrà sicuramente parlato di me, quel bastardo- adesso mi ricordo che aveva accennato ad un'amica, ma non mi ricordo se si chiamasse Madison. -Hai ragione, è proprio un bastardo- le dico con un tono amaro come il veleno. Annuisce e mi chiede se possiamo parlare un po', e accetto. In fondo, mi sembra simpatica e poi che male c'è? Magari mi dice qualcosa in più su Gerald e il suo mondo notturno. Camminiamo vicino ad un bar che puzza di sigarette e frittura, un connubio di odori tremendamente fastidiosi, e Madison ordina due bicchieri di whisky. -No, io no- le dico disgustata, ma lei non sente proteste. Alle nove del mattino beve già whisky? Questa è davvero pazza. -Allora, che ne pensi del mio amichetto G?- mi chiede curiosa mentre ci arrivano due bicchieri pieni di liquido ambrato:-Jack Daniels?- urla al barista, e annuisce:-Ne voglio una bottiglia intera, devo portarla a G-Eazy- e il ragazzo impallidisce, annuendo troppo espressamente. -Gerald, G come lo chiami tu, è... strano. Misterioso, bello, dannato, ma non capisco un cazzo di lui. Mi racconta troppe cose e non si sofferma sui particolari, quando vorrei conoscerlo meglio- lei sorride e scola giù un lungo sorso, battendo il bicchiere sul tavolo. -Ti piace?- mi chiede. -Senti, tu non mi conosci. Io sono stata con un sacco di ragazzi, e lo capisco se piaccio a qualcuno. Ma lui è un dilemma, non so se gli piaccio- sorride alla mia affermazione. -Hai mai fatto sesso?- scuoto la testa, e ride sonoramente. -Usi i ragazzi come distrazione e non utilizzi il metodo migliore per distrarti! Il colmo!- ride a crepapelle, poi ordina al povero ragazzo del bar di riempirgli un altro bicchiere di Jack Daniels. -E te, che mi dici? Ridi tanto e magari la dai al primo che incontri- lei annuisce: -Hai ragione, faccio proprio così. Però mi distraggo- "puttana"questo allarme risuona in me, ma poco importa. Finora, mi piace parlare con lei, ed è una sensazione strana, quasi esotica per una come me, abituata a starsene per conto suo. -Però non hai risposto alla mia domanda: ti piace o no?- ci penso su. È davvero bello ed enigmatico, e forse una storiella delle mie non ci starebbe male: eppure sento di provare qualcosa di più. -Sì, più del solito- rispondo, e so che lo voglio, voglio Gerald come non ho mai voluto nessuno.


Ehi, eccomi con un nuovo capitolo! Scusate se non è un granché, ma mi andava di parlare un po' dell'"amicizia" tra Eleanor e Madison.

Al prossimo capitolo :)

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