Capitolo 2

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Un suono fastidioso proveniente dalla mia sveglia mi fa imprecare e alzare la testa per spegnerlo e farlo cessare.

Mi siedo sul letto e mi stiracchio.

"Tess sbrigati, devi andare a scuola", dice la mamma. Merda, la scuola! Me l'ero completamente dimenticata.

Mi alzo freneticamente dal letto e mi fiondo ad aprire la cabina armadio per cercare qualcosa di comodo e semplice da mettere.

Come al solito opto per un jeans scuro ed una felpa nera dell'adidas, con le superstar bianche.

Vado in bagno, mi lavo velocemente e mi vesto.

Dopodiché, scendo per fare colazione ma mancano venti minuti all'inizio delle lezioni e quindi salto anche quella.

Saluto mamma e papà ed esco di casa.

Mio fratello esce poco dopo e, a metà strada mi saluta  considerato il fatto che la sua scuola è la strada opposta alla mia. Lui andrà all'artistico per imparare nuove cose sulla fotografia da sperimentare, come al solito, su di me.

Continuo a camminare seguendo il percorso che traccia il mio cellulare.

Quando sto per attraversare sui pedoni, per poco una macchina non mi investe, e scatto all'improvviso indietro mettendo una mano sul petto come se per quanto forte stesse battendo il cuore, potesse uscire.

Qualcuno dietro di me ride sommessamente, il che mi fa incazzare ancora di più.

Mi volto furiosa e urlo. "Che cazzo hai da ridere?!", un Harry tutto sorridente si presenta davanti a me.

"Ehi bimba, calmati", dice sbucando uno che è dietro di lui, probabilmente è uscito dall'uovo kinder.

"Lasciala stare amico!", si avvicina Harry dandogli una pacca sulle spalle.

"Si infatti, lasciatemi stare babbei", dico.

"Tu non sai chi siamo vero?", domanda l'amichetto di Harry.

"Si che lo so", replico.

"Oh, davvero?", mi guarda l'amico.

Lo fisso negli occhi avvicinandomi a lui e dico. "Siete due coglioni", detto questo mi volto e me ne vado mentre loro rimangono lì fissandosi increduli. Avrei voluto vedere le loro facce e ridere fino alle lacrime, ma non voglio fare tardi il primo giorno di scuola.

Arrivo a scuola due minuti dopo, credo. Non li ho contati, quel che conta è che sono arrivata presto.

Prendo un profondo respiro ed entro nel cancello della scuola. Passato il giardino presente all'ingresso, entro nella scuola dove davanti a me si presenta un corridoio enorme pieno di ragazzi.

Dopo aver girato quasi tutta la scuola, trovo la segreteria dove mi viene consegnato il foglio dell'orario delle lezioni e mi viene indicata la classe dove sarei stata per gli anni a venire.

Seguendo le indicazioni della signora, mi dirigo verso la classe.

Quando arrivo davanti la porta, inizio a fremere. E se dovesse andare male? No, non voglio pensarci per ora. Oddio che ansia!

Apro tremante la porta, e tutti gli sguardi vengono puntati su di me e un attimo dopo si iniziano a sentire bisbigli. Parlate pure teste di cazzo, ma attenti, se dite una parola fuori posto siete morti.

Non stanno dicendo niente infatti.

"Tu dovresti essere Tess Anastasia Robinson, vero?", chiede la professoressa.

"Solo Tess, e comunque si, sono io", rispondo cautamente.

"Oh..sì, certo Tess scusami, io sono la professoressa Milani ed insegno letteratura, puoi sederti a prendere posto se vuoi", dice dolcemente.

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