Capitolo 13

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Mi trascino per le scale perché la mamma ha urlato il mio nome ben quattro volte di seguito. Sarebbe inutile dire che questa notte ho chiuso occhio, perché si riesce a vedere lontano un miglio che non l'ho fatto. Non ho fatto altro che piangere senza riuscire mai a capire il perché. I miei occhi sono contornati da occhiaie che neanche con due chili di correttore sono riuscita a coprirle, in più, mi sento le gambe pesanti e gli occhi credo che da un momento all'altro si chiuderanno per la troppa stanchezza che sento addosso. Mi ha fatto molto male ieri sentire quelle parole pronunciate da Harry, però non posso biasimarlo, ha avuto le sue ragioni che sono più che valide per spingerlo a dire quelle cose in quella maniera.

"Bungiorno", mi sforzo a dire quando entro in cucina, mia madre ha già il vestito nero ed è pronta per il funerale di mio padre che si terrà oggi stesso a Portland, quindi dovremmo partire in fretta verso le dodici.

"Tesoro, sembra che ti ha investito un tir", ironizza, ma in fin dei conti è la verità. Credo che persino una persona presa sotto da un tir possa essere pù bella di me in questo momento.

"Okay. Perché mi hai chiamata? Partiremo verso le dodici ed ora sicuramente non sono le dodici", guardo l'orologio sopra il forno, "E ora sono le nove e mezza."

"Lo so, ma è di un'altra cosa che vi voglio parlare", dice guardando prima me e poi Jason che non avevo neppure notato.

"Di cosa precisamente?", chiedo guardandola mentre si porta le mani al ventre ed inizia a torturarle, segno che è nervosa.

Mi fa segno di sedermi nella sedia accanto a Jason mentre lei si accomoda di fronte a noi. "Vedete, ultimamente non riesco a coprire le spese della casa, è troppo grande per noi. So per certo che è sempre stata la casa dei vostri sogni, ma è quello  che avrebbe potuto darvi vostro padre, non di certo io. Non sono soldi miei, ragazzi. Non ho un centesimo e non riesco a cercare un lavoro", si ferma per sospirare mentre abbassa lo sguardo sulle sue mani intrecciate.

"Mamma, papà ha lasciato dei soldi sul nostro conto nel caso in cui gli fosse successo qualcosa, potremmo utilizzare quelli", dice Jason provando a rassicurarla.

Mamma alza lo sguardo di nuovo su di noi mentre scuote la testa. "No, quelli sono i vostri soldi e rimarranno tali. Quello che sto cercando di dirvi è che non possiamo rimanere in questa casa, ragazzi. Mi dispiace tantissimo per la notizia che sto per darvi ma dobbiamo andare via di qui, dobbiamo ricominciare da zero la nostra vita."

Scatto in piedi infuriata. "Per quanto ancora dovremmo ricominciare da zero per causa tua? Ti voglio ricordare che siamo qui perché papà ha accontentato un tuo stupido capriccio per trovare un figlio che tu hai fatto andare via e che papà ti ha perdonato dopo vent'anni di menzogne. Abbiamo appena perso papà per colpa tua! Se non fossimo venuti in questo maledetto posto, papà non sarebbe stato ucciso!" urlo velenosa. Anche mamma si alza in piedi e dal suo sguardo posso intuire quanto dolore le causano le mie parole ma purtroppo è la verità.

Giro intorno al tavolo e mi fermo davanti a lei per guardarla meglio negli occhi mentre pronuncio le prime cose che sento dento. " Da quando ci siamo trasferiti è cambiata completamente la nostra vita ed ora per un altro tuo stupido capriccio vuoi che ognuno di noi cambi ancora una volta abitudini, paese,  amici", sono infuriata per tutto ciò che ci sta dicendo e la cosa che mi fa infuriare ancora di più è che quel bastardo di mio fratello non dice assolutissimamente niente. Potrebbe anche dire una minima cosa, mi basterebbe. Fortunatamente Dio gli ha dato l'uso della parola.

"Non cambierebbe assolutamente niente, credo che saresti anche felice di ritornare a Portland tesoro", fa un sorriso timido stringendosi nelle spalle.

"Grace non ci sarebbe perché è morta nel caso in cui non te lo ricordassi e non cambierebbe comunque niente", reagisco in maniera schiva alla sua frase. 

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