Capitolo 3

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Merda. Merda. Merda.

Sono in ritardo per la scuola.

Stamattina quella bastarda della mia sveglia non è suonata, fortunatamente Jason mi ha buttata fuori dal letto.

Gli avrei urlato contro per il gesto che ha compiuto ma mi ha subito detto che ero in ritardo per la scuola, così mi sono fiondata in bagno e l'ho lasciato stare.

Adesso sto uscendo velocemente di casa nervosa al massimo.

Già non sono mattiniera, se poi mi svegliano di colpo e son costretta a prepararmi velocemente, divento completamente insopportabile.

Appena arrivo davanti a scuola dopo una lunghissima -per me- corsa, noto che manca un minuto all'inizio delle lezioni, e quindi mi fiondo dentro prima che chiudano le porte.

Appena entro nel corridoio noto Harry e Eric che parlano e tre ragazze avvinghiate ad Harry.

Dio, che irritazione! Continuo a camminare verso di loro e quando arrivo, noto Eric che mi sorride. Harry non lo guardo neanche, non voglio fargli capire che un briciolo mi importa.

"Come mai questo dovuto ritardo?", chiede con fare altezzoso Eric.

"Oddio, sta zitto, la mia cazzo di sveglia non è suonata e ho fatto tutto di fretta. E come se non bastasse sono stanca e nervosa", rispondo sbuffando frustrata.

"Dai che nervosa lo sei sempre", mi dice Eric facendomi l'occhiolino.

"Lo sapevo già, grazie", rispondo alzando la voce, forse un po' troppo perché lui mi guarda accigliato. "Senti, scusa, ma oggi non è giornata, lasciami stare, okay?", mi scuso con Eric. Lui non c'entra niente poverino, sono io che quando devo fare tutto di fretta divento peggio della Regina rossa di Alice in the wonderland.

"Se non è giornata perché vieni a rompere il cazzo proprio qui? Eric ed Harry sono nostri", dice la biondina attaccata al braccio di Harry.

"Io dei 'vostri Eric e Harry', sono amica. Anzi, con uno. Harry tenetevelo pure, ve lo regalo, se volete vi ci faccio anche un fiocco. Un'altra cosa...", mi avvicino a lei. "Quando sono nervosa, non devi venire a rompermi i coglioni. La prossima volta, ti prendo la testa e te la conficco nel muro facendoti uscire fuori da questa minchia di scuola, è chiaro?", sorrido falsamente per poi continuare. "Ah, e un'altra cosa, già che ci siete, mettetevi a gambe aperte tanto non cambia nulla, il signorino a cui siete appiccicate vi scoperà comunque", dico a tutte.

"Perché dovremmo metterci a gambe aperte? Con te lo ha fatto?", chiede provocandomi e ci riesce perfettamente dato che le tiro un ceffone.

"Non sono una prostituta da quattro soldi come te, troia!", grido mentre il segno delle mie dita si inizia ad intravedere sul suo viso.

"Ma sei impazzita?", chiede Harry avvicinandosi.

"Ma sei impazzito tu? Quando stiamo da soli ti comporti come se ti importasse qualcosa di me e poi qua te ne strafotti. Non sono io che sono impazzita, sei tu. E curati, ti consiglio il mio medico se vuoi", sorrido falsamente andandomene in classe seguita da Eric che è silenzioso.

Quando entriamo in classe ci sediamo e Eric si schiarisce la voce.

"Ti piace Harry?", domanda.

Mi volto di scatto verso di lui rimanendo zitta. Mi piace Harry? No, non mi piace, non mi potrà mai piacere un ragazzo come lui, è totalmente l'opposto al ragazzo che meriterei.

"No, non mi piace Harry, perché?", chiedo stranamente nervosa. Perché sono nervosa?

"Perché sei nervosa?", chiede Eric alzando le sopracciglia.

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