Josh è arrivato verso le 19:20
Ero davvero ansioso. Non vedevo l'ora di vederlo.
Mi ha chiamato ogni singolo giorno
Mi ha sempre chiesto se stavo bene, se qualcosa andava storto.La settimana scorsa, Martedì, passai il pomeriggio a casa, chiuso nella mia stanza.
La mattina ,a scuola ,salendo le scale verso l'aula di informatica caddi.
risero tutti .
Almeno questo è quello che mi fece credere la mia mente.
"Tutti i presenti mi ricorderanno come quello che è caduto per le scale" pensai.
Sarà una cosa davvero banale. Ma per me sembrò una tragedia.
Josh non era lì a dirmi che non era successo nulla di grave. E questo mi ha portato a sperdermi, tra le parole dei demoni della mia mente , urlano loro. Sono spietati, vogliono provare a mangiarmi, il sangue cola dal loro mento.
Tutto questo ,quella sera, mi assalì rubandomi il respiro.
E proprio in quel momento
Una chiamata.
Josh. Per fortuna.Gli raccontai tutto, si preoccupò molto, lo capii dalla voce e dal ritmo dei suoi respiri.
A me dispiace.
Dispiace che sono la causa della maggior parte delle sue preoccupazioni
Sono infuriato.
Non ho mai voluto far preoccupare Josh. Ma è successo comunque.Ha bussato alla porta e mentre scendo le scale, nell'arco di tempo di un minuto, ho pensato a tutto ciò che potrò fare ora che lui è qui.
"Mi sei mancato da morire"
La prima cosa che mi disse, in un abbraccio che aspettavo da troppo.Siccome abbiamo parlato al telefono ogni giorno per due settimane, non avevamo molto da raccontarci in quel momento.
Ma non avevamo bisogno delle parole.
L'essere di nuovo insieme era tutto ciò che ci serviva