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Sirius Black amava. Tutto, a prescindere. Sirius odiava solo dopo avere ben conosciuto, studiato e analizzato. Sono poche, le cose che non gli piacevano. Sirius amava, persino i suoi genitori, che sembravano disprezzarlo, persino Grimmauld Place, dove era riuscito a ricavare, sulle pareti di umida pietra, un angolo grifondoro, tutto suo. Amava volare; amava il vento, che porta via la tristezza; la pioggia, che suona melodie incantate. Il sole, che illumina i giorni più bui. Che risplende pure sulla sua tristezza.
Però, se c'era qualcosa che odiava, una è senz'altro suo fratello. Regulus l'aveva sempre disprezzato, e lui non aveva mai pensato di non ricambiare le occhiate di disgusto. Regulus era più piccolo di Sirius, ma più maturo, e più voluto, dai loro genitori. Questo Sirius lo sapeva, ma non poteva evitare di amarli, nonostante le parole, le ferite invisibili, la sofferenza che gli infliggevano con semplici frasi.
L'amore di Sirius, tuttavia, non era sano. Perché amava per non odiare, e allora non era amore. Perché, comunque, lui si costringeva, a voler bene. Si obbligava, per non appassire.
Ci sono delle rose, alle finestre. Sono di un rosso talmente scuro, da parer nero. Ogni giorno, passava davanti ai vasi, si chinava sui petali fragili, ed inspirava l'odore intenso. Gli dava poi l'acqua, e le osservava, con lentezza, crescere, nelle lunghe giornate, contro le intemperie dell'Inghilterra.
Sirius lo sapeva, che il suo cuore era una di quelle rose. Che, come lui, sembravano nere, e tutti si aspettavano che così fossero, ma in verità, erano rosse. E loro lo sapevano, di essere rosse. E profumavano. Quindi erano vive, perché le cose morte non hanno odore. L'anima sua era così, proprio come loro. E come Sirius dava loro l'acqua, sapeva che doveva donare amore al suo cuore, così da non farlo appassire, e guardare i petali che, uno dopo l'altro, cadono. Però, provava anche odio, che caratterizza le rose con il loro odore, quasi amaro.
E così, Sirius, non voleva pensare a tutto ciò. È per questo, che si teneva sempre occupato. Durante la giornata, innaffiava le rose, e poi, dopo averle contemplate brevemente, usciva. Senza saper cosa fare, scappava e basta. E questa era come una droga, per lui. L'adrenalina, la corsa, il sangue che bruciava sotto la pelle, nelle vene. E quando rientrava in casa, a notte fonda, gli occhi avevano acquisito un luccichio vivo, e la mente era occupata, finalmente. E i ricordi, i pensieri, erano offuscati, sotto un sorriso plastico.
Poi si avvicinava ad una delle finestre, inalava l'aria contaminata dal profumo dei fiori e, sempre sorridendo, andava a letto.
Quando dormiva, Sirius sognava di essere felice.

*

Buon Natale ❤🎄

Only Us In The World ~ MaraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora