La discussione era nata quasi casualmente: Severus aveva a malapena accennato a degli appunti presi in prestito da un Corvonero, aggiungendo un commento su quanto preferisse quella casa rispetto alle altre due. Lily l'aveva squadrato, stringendo inizialmente le labbra in una morsa ferrea. In uno scatto, poi, aveva sbattuto la copertina, e raccolto le sue cose, fulminea.
-"Non ti riconosco più, Severus"- aveva detto, con quel tono calmo e calcolato che il ragazzo conosceva come le sue tasche -"Sei crudele. Pieno di pregiudizi, cattivo."-
Severus aggrottò le sopracciglia, rivolgendole uno sguardo stranito. Poi comprese che, scavando sotto le sue parole, avrebbe potuto trovare rancori repressi e celati a lungo, nel tentativo di essere dimenticati.
Il moro se lo aspettava, che ci sarebbe stato un punto di rottura, perché su quella lastra di vetro si era già da molto creata una crepa, che aspettava solo di diramarsi e spezzare una struttura già fragile in partenza. Aveva pensato che l'indifferenza, difesa dall'ignoranza, avrebbe oscurato il tutto, ma la consapevolezza spingeva con forza pari a quella con cui la comprimevi.
Oh, ne era consapevole, che sarebbe crollato tutto come un castello di carte. Che ricostruire sarebbe stato impossibile. Eppure -lo capì coscienzioso- rimandare avrebbe solo indebolito qualcosa di per sé instabile. Severus fissò i propri occhi nelle iridi smeraldine della ragazza e -"Sono sempre stato così, lo sai, Lily"- tentò, perché un'ultima prova non distrugge l'irreparabile.
Ma quando la rossa lasciò fuggire dal proprio controllo un'onda violenta di rassegnazione, e scosse appena la testa -le fluenti ciocche infuocate rilucenti nella luce pomeridiana filtrata dalle finestre- Severus capì, con certezza dolorosa, che altro non c'era da fare.
-"Non possiamo più vederci, Lily."- avrebbe voluto accompagnare il tutto con uno sguardo sprezzante, per rendere le parole più vere, ma non riusciva a guardarla negli occhi. Preferì mantenere la sua attenzione sulle pagine, le scritte fitte al momento indecifrabili ai suoi occhi. Si fece coraggio.
-"Abbiamo dovuto scegliere le nostre strade, e tu hai imboccato la via errata. Non ho più la faccia tosta di farmi vedere in giro con una Sangue Marcio come te."- Sputò fuori le parole come si rigetta un boccone disgustoso, e sperò che Lily pensasse fosse dovuto al disprezzo verso di lei, invece che alla fatica con cui dichiarava certi propositi. Strinse i pugni con forza, percepì le unghie conficcarsi nella carne. Non poteva fermarsi adesso, però, e pronunciò parole che, per anni, rimbombarono nelle sue orecchie con melanconia: -"Esci dalla mia vita."-
Solo ora, solo ora ebbe la forza, trovata in una voragine profonda nel suo petto, di guardare Lily.
Una lacrima, una sola, era riuscita a sorpassare le difese che erano state imbastite nei suoi occhi, e colava adesso silenziosa sulla guancia rosea. Quella che emanava dal suo volto, da ogni fibra del suo essere, era però rabbia. Una furia lancinante con un potenziale distruttivo e sconvolgente.
Severus sperò quasi di averla ferita abbastanza da farla andare via, perché sapeva che non avrebbe sopportato le sue risposte. Invece, Lily controbattè, senza neanche curarsi di asciugare la lacrima che le era fuggita.
Impettita, fiera nella sua situazione, Lily sorrise con amarezza.
-"E così ce l'hanno fatta, alla fine. Sono riusciti a coinvolgerti nella loro setta. Dimmi, ti ha già marchiato come una bestia? Oppure ancora sei carne troppo tenera e vuole aspettare a macellarti?"- scosse ancora la testa, ma puntò al contempo il mento in avanti, orgogliosa, così in contrasto col sentiero lucido che solcava la sua gota -"L'ho notato, sai, che stavi cambiando. Eppure, da brava stupida, non ho voluto accettarlo. Oggi hai solo confermato i miei sospetti."-
Prese fiato, puntando lo sguardo accusatore negli occhi scuri dell'altro.
-"Hai ragione: sono una Sangue Marcio, Severus, ma lo preferisco ad avere un'anima marcia."-
Evans radunò le sue ultime cose in modo affrettato, poi voltò le spalle al Serpeverde dietro di lei ed imboccò l'uscita.
Piton la guardò sparire nel corridoio, consapevole che avesse appena varcato la soglia che l'avrebbe portata fuori dalla sua vita.
Forse, era riuscito un po' a proteggerla, allontanandola da sé.
Lanciò un'occhiata agli scaffali circostanti, sollevato nel vedere che nessuno gli avesse ascoltati, poi strinse la cravatta intorno alla camicia, sistemò le vesti, posizionò meticolosamente i libri sul tavolo e, recitando indifferenza, riprese a leggere.
Nell'aria, permaneva ancora un lieve sentore di arance.
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Only Us In The World ~ Marauders
Fiksi PenggemarJames fuma. Sirius è dipendente dalla vita. Remus si odia. Peter cerca il suo posto nel mondo. ~•~ "Chiudi fuori il resto delle persone. Ci siamo noi, e poi ci sono loro. Solo noi, siamo nel mondo. Il resto è irrilevante: se le ami, se le odi; non i...