Capitolo 1

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Non esiste una vita peggiore della mia vita.
Qualsiasi cosa faccia, va sempre tutto male. A scuola faccio schifo, i miei voti fanno pena e ai professori non sto molto simpatica. La scuola non mi piace, ci vado soltanto per stare lontana da casa, dove le cose vanno molto peggio.
I miei genitori sono frustranti, pesanti e non mi lasciano respirare, non si rendono conto del male che mi fanno.
Mia madre é isterica e si impiccia sempre, vuole sapere tutto, qualsiasi cosa.
Mio padre lavora sempre, é a casa soltanto alla sera e a volte non lo vedo per giorni dato che mi é solito uscire a divertirmi. Lui mi tratta come se fossi una bambina, nonostante i miei dicciasette anni.
Mio fratello ha due anni in più di me. Litighiamo e ci insultiamo sempre, non vedo l'ora che se ne vada via di casa.
L'unica a cui voglio davvero bene e della quale mi importa é la piccola di casa, la mia sorellina di tre anni. Faccio di tutto per farla felice.
Sono sdraiata sul letto, in camera mia, al buio. Sento le urla di mia madre che litiga con mio padre o con Jason, non riesco a capire. Prendo il mio lettore mp3 dal comodino e inserisco gli auricolari nelle orecchie. Il volume al massimo, provo a rilassarmi.
Mentre la musica invade il mio corpo e la mia bocca mima le parole della canzone, la luce si accende e interrompe tutto. Mi alzo di scatto e tolgo gli auricolari dalle orecchie strappandoli velocemente.
É mia madre, con il cesto della biancheria, entra tranquillamente senza dire nulla e comincia a frugare nel mio armadio in cerca di vestiti sporchi e mettendo apposto quelli puliti. La guardo perplessa per un paio di secondi, si comporta come se fossi invisibile. Mi fa imbestialire.
"Che cosa stai facendo?!" quasi urlo.
Lei si gira e mi guarda, noto stanchezza e rabbia mischiati quasi come un drink, sul suo volto.
"Non vedi?" risponde indifferente " Sto mettendo apposto" aggiunge rispondendo alla mia domanda.
"Non puoi entrare in camera mia quando ti pare! E prima di farlo dovresti bussare!" le dico con rabbia e decisione. "Un po' di privacy!" urlo.
Mi avvicino a lei e l'accompagno fuori, la spingo e sbatto forte la porta, mi poggio su di essa con la schiena e scivolando giù rispengo la luce con la mano.
Sento mia madre protestare nel corridoio, ma dopo due minuti smette e ritorna il silenzio. Sbuffo.
Domani non ho proprio voglia di andare a scuola. Sono le otto di sera passate. Prendo un asciugamano e mi dirigo in bagno per farmi una doccia fredda e schiarirmi le idee.
Quando finisco, vado a dormire senza cena. Mi infilo sotto le coperte e mi addormento.

How To Save A LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora