È tutto il giorno che mi sento strana. Mi gira la testa, mi tremano le mani e sudo, ho tanto caldo.
Esco nel giardino della scuola a prendere una boccata d'aria. A pranzo non ho mangiato niente. Non ho fame. Il vento mi soffia sul viso, respiro profondamente e lentamente. Incrocio le braccia al petto e torno nella mensa. Mi rimetto allo stesso posto, nel tavolo con Maddy, Ben, Jessica e Josh.
Tutti mi guardano attentamente. Devo avere un aspetto terrificante.
"Stai bene?" mormora Maddy.
"Si,si..sto bene." La tranquillizzo.
"Sei pallida.." la voce di Ben mi fa scattare e mi giro a guardarlo.
Mi tocco il viso con una mano.
"Ehm..non ho niente, è solo un po' di stanchezza.." li rassicuro.
"Sicura di non voler andare in infermeria? Se ti va bene ti faranno andare a casa e ti salti l'ora di trigonometria." Dice Josh dall'altra parte del tavolo.
"No, non ne ho bisogno, davvero." Fingo un sorriso. Non sopporto quando si preoccupano così..Che palle.
Sbuffo. La campanella suona, in mensa si crea un caos, gente che spinge per uscire, fischi, urli, voci. Mi unisco alla folla cercando l'uscita, ma perché deve essere così complicato? Schiacciata da tutti mi sento soffocare, mi manca il respiro e il cuore comincia a battere forte. Finalmente riesco ad uscire ma nel corridoio mi ritrovo nella stessa posizione. Gente che va a destra e a sinistra, gente ferma e gente che cazzeggia. Che nervoso.
All'improvviso una mano calda mi afferra per il polso e mi attira a sé. Due occhi scuri mi stanno scrutando sorridenti.
"Seguimi." Mi ordina Edison con nonchalance. Sbuffo rumorosamente ma so che mi sta soltanto aiutando.
Apre la porta di una piccola stanzetta e mi fa segno di entrare. Lo guardo perplessa ma faccio come vuole. Entro dentro. Lui mi segue, chiude la porta e accende una piccola lampadina appesa al soffitto.
Il suo viso si illumina.
"Sai? Mi piacevi di più bionda." Sbotta con malizia.
Arriccio le labbra e incrocio le sopracciglia. "Come scusa?"
"Stavi meglio al naturale, bionda." Ripete tranquillo.
"Non sono affari tuoi.." Rispondo irritata.
"Non ti incazzare, ho solo espresso il mio parere."
"Non mi interessa." Lo fisso negli occhi.
Sbuffa nervoso. So che le bionde sono le sue preferite ma davvero non lo riguarda se mi sono tinta i capelli di nero, prima ero bionda ma mi andava di cambiare.
"Perché siamo qui dentro?" Chiedo, evitando il suo sguardo.
"C'è ancora troppa folla." Mormora.
Incrocio le braccia e mi appoggio al muro. Mi sento ancora girare la testa.
"Tutto bene?" alla sua domanda mi innervosisco, perché tutti si preoccupano così tanto quando non devono?
Afferro la maniglia della porta ed esco.
"Cosa ho detto di sbagliato?"
Domanda ridendo.
Mi rigiro verso la sua direzione e gli punto il dito sul petto.
"Che hai da ridere?" sto fumando dalla rabbia. Il corridoio è già molto più libero e tranquillo.
"Sei molto carina quando ti incazzi" si morde il labbro.
Alzo gli occhi al cielo.
"Ma che cazzo di problemi avete voi ragazzi?" Domando sbalordita gesticolando.
"Meno di voi ragazze" incrocia le sue braccia muscolose sul petto scolpito.
Mi guarda e sorride.
Ispeziono tutti i dettagli del suo viso. È perfetto, non c'è neanche un'imperfezione.
Sento una strano formicolio alla testa, mi massaggio le tempie e barcollo. Lui di scatto si avvicina a me e mi stringe a se aiutandomi a reggermi in piedi.
Mi dice qualcosa ma ormai ho perso i sensi, chiudo gli occhi e mi lascio cadere, ma lui è lì a tenermi e so che non mi lascerà mai.
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How To Save A Life
Romance"Mi chiamo Darya Jonson. Ho dicciasette anni. Odio la mia vita. A scuola, a casa, ovunque vada c'é qualcosa che non va. Mi sento persa e confusa. Anche se sono una ragazza ribelle e a volte pazza, nascondo dentro un vuoto." Lei é una ragazza forte...