Capitolo 24

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Durante tutto il pranzo mia madre non ha fatto altro che riempire Edison di domande, si vede che le piace e sono molto contenta per questo. E' anche dispiaciuta per il fatto che Jason non gliel'abbia presentato prima. Jason è fuori da qualche parte come al solito. Mio padre preferisce rimanere serio e protettivo. Dopo pranzo mio padre va al lavoro e mia madre va dalla nonna con Carly che però avrebbe preferito rimanere in braccio ad Edison, ha persino cominciato a chiamarlo 'Eddie'.

Quando rimaniamo soli, ci mettiamo a guardare la TV nel salotto. Fuori sta ancora diluviando, il cielo è grigio e sembra come se le nuvole stessero per cadere giù da un momento all'altro.

Io ed Edison ci accoccoliamo sul divano sotto le coperte calde.

“Ti va un po' di tè?” Gli domando alzando la testa dal suo petto robusto.

“Non c'è cosa migliore di un tè in una giornata piovosa, si grazie, lo prendo volentieri” Afferma. Gli sorrido e mi alzo in piedi, mi dirigo in cucina e comincio a scaldare l'acqua. Prendo le bustine di tè dalla dispensa e le metto nelle tazze. Quando l'acqua bolle, la metto nelle tazze immergendo le bustine che cominciano ad emanare il contenuto che colora l'acqua bollente.

Ritorno in salotto con le tazze sul vassoio e ne porgo una ad Edison che l'afferra e si mette seduto.

“Grazie, hai già messo lo zucchero?” Mi guarda in attesa della risposta.

“No, eccolo qui.” Gli passo la zuccheriera dal vassoio. Ci mette due cucchiaini, io due e mezzo come sempre fin da quando ero bambina.

“E' bollente, fai attenzione.” Lo avverto.

“Mi sembri mia zia.” Ride. Lo guardo seria.

“Per questo commento dovresti bruciarti la lingua.” Replico bevendone un sorso lentamente e con attenzione.

“Dai stavo scherzando. Sei una cameriera fantastica.” Ammette sorseggiando il suo tè.

“Io non sono una cameriera.” Lo correggo.

“Hai ragione.” Sorride guardandomi. “Tu sei la mia cameriera.” E scoppia a ridere.

“Io non sono la cameriera di nessuno. Il caso è chiuso.” Lo spintono leggermente. Lui ricambia la spinta e in un attimo il mio tè finisce sulla mia canottiera. E' davvero bollente.

“Ahi..” Mi alzo in piedi e corro in cucina. Edison mi segue di corsa spaventato. Prendo uno straccio, lo bagno e comincio a tamponare. “L'hai fatto apposta!” Protesto.

“Ehi amore, mi dispiace davvero tanto, non volevo, credimi.” Il suo sguardo è intenso e mi fermo a guardarlo. Gli stampo un bacio sulle labbra.

“Mi piace come mi hai chiamata..” Sussurro. Lui mi sorride.

“Ti sei scottata?” Domanda premuroso.

“Sto bene.”

Edison prende lo straccio dalle mie mani e lo posa sul lavandino, mi fa sedere sul ripiano della cucina e mi toglie la canottiera bagnata e macchiata dal color caramello del tè.

La mia pelle è un po' arrossata ma non è niente di grave. Edison riprende lo straccio e lo preme delicatamente sul mio petto e sul ventre.

“Ora va meglio?”

“Un po'.” lo rassicuro, ma lui non pare convinto. Posa lo straccio e comincia a baciarmi il collo scendendo sempre più in basso, scende sul petto lasciando una scia umida e arriva fino alla pancia. Tanti brividi percorrono sulla mia pelle facendomi venire la pelle d'oca.

“E adesso?” La sua voce rauca è talmente sexy che mi mordo il labbro inferiore.

“Va molto meglio.” Un sorriso malizioso compare sul mio viso. Lo attiro a me e gli poso le gambe sui fianchi stringendolo a me. Prendo il suo viso tra le mani e lo bacio. La sua lingua è calda, come le sue mani sulla mia schiena. Quando smettiamo, Edison mi fa scendere dal ripiano. Ci teniamo per mano.

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