Capitolo 11

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Deglutisco e a forza esco dalla macchina, appena metto il piede fuori il freddo mi avvolge, lo sento fino alle ossa.

Faccio scendere anche Carly, è assonnata e stanca.

La prendo in braccio e lei appoggia la sua testolina sulla mia spalla. Edison scende dalla macchina e fa il giro per raggiungermi.

"Piccola, mi dispiace tanto. È colpa mia.." Sussurra abbassando la testa.

Alzo il suo mento con la mano libera e punto i miei occhi nei suoi.

"Stai tranquillo, non è colpa tua, non è colpa di nessuno. Ci siamo soltanto distratti..Mi inventerò una scusa plausibile." Esclamo rassegnata.

"Ora vado...Ci vediamo domani a scuola.." Gli stampo un bacio sulla guancia e mi giro per andare a casa.

"Buonanotte.." Lo sento dire, mi giro e sorrido.

Appena arrivo davanti alla porta, l'agitazione e l'ansia mi prendono. Butto via un respiro e apro la porta facendomi coraggio.

Entro in silenzio.

Sento dei passi avvicinarsi rumorosamente.

"Dove sei stata, signorina?!?" Urla mia madre con le braccia incrociate. Mio padre è accanto a lei, ancora in giacca e cravatta dal lavoro.

Mi guardano male entrambi. "E cosa hai fatto ai capelli?!" Che stress.

"Beh...ecco, io dovevo andare..da Maddy perché non stava bene e quindi, ho preso Carly con me per non lasciarla da sola.." Sembra una scusa abbastanza credibile. Decido di lasciar stare i capelli per ora.

Mia padre prende Carly dalle mie braccia.

"Non saresti dovuta uscire di casa, portare Carly con te e non dirci niente. È già l'una di notte, lei è troppo piccola per stare sveglia a quest'ora!!" Aggiunge mia madre isterica.

"Lo so, mi dispiace ma non sapevo che fare..Maddy aveva davvero bisogno di me."

Vedo che si calma.

"Beh, anche se l'hai fatto per una buona causa, avresti dovuto avvertirci e poi Madison ha i suoi genitori che pensano a lei.." Credono alla mia scusa, molto bene, sono una brava attrice.

"Mi dispiace.." Replico fingendomi dispiaciuta.

"Le scuse non aggiustano niente, quindi sei in punizione per una settimana." Merda,no! Questa proprio non ci voleva!

"La prossima volta pensa a quello che fai." Interviene mio padre. "E per quanto riguarda i capelli, te la passi liscia soltanto perché é il tuo colore naturale..."

Annuisco e me ne vado in camera mia.

Mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Che giornata orribile.

Sono stanca e frustrata.

Mi addormento pensando a Edison e alla serata passata insieme.

Mi sembra un bravo ragazzo, non ha ancora fatto nulla di stupido e non ha provato a portarmi a letto. Non sembra affatto un puttaniere come mi sembrava all'inizio. Sono confusa e se questa fosse una tecnica?

Il giorno seguente a scuola, Edison non c'è. Mi dispiace, avevo bisogno di dirli che i miei non mi hanno uccisa e volevo parlargli o semplicemente vederlo. La giornata passa lentamente e Maddy mi fa un sacco di domande, solo perché non riesco a sorridere.

Vorrei raccontarle tutto ma ora non è proprio il momento.

Edison non mi ha chiamato e niente messaggi. Strano.

Dopo il pranzo, a lezione decido di concentrarmi e fortunatamente mi riesce.

Dopo scuola torno a casa distrutta, ho bisogno di assumere zuccheri quindi mi sdraio sul divano mangiando liquirizia rossa a quintali.

Dopo neanche mezz'ora mi addormento.
"Ma quanto sei ingenua?" La vocina nella mia testa ritorna.
"Ahaha sei proprio stupida!"

Mi sveglio di colpo. Il mal di testa è fortissimo, credo di avere la febbre.

Me la misuro, 40. Cazzo, sto scottando.

Prendo la pastiglia e mi metto a letto. Ho tanto freddo, mi copro fino al collo e cerco di riaddormentarmi.

Quando mi risveglio, il buio della sera è l'unica cosa che riesco a vedere. Accendo la lampadina sul comodino e guardo l'ora. Sono le 20:00.

Sospiro, ho ancora male alla testa e sono calda.

Scendo in cucina, non c'è nessuno in casa. Prendo un'altra pastiglia. Dovrei mangiare qualcosa, ma proprio non mi va. I giramenti di testa aumentano. Sono giorni ormai che sto sempre così male, mal di testa, mal di pancia.

Non voglio andare dal medico. Dovrei semplicemente mangiare di più.

Mentre bevo l'acqua, mi sistemo la spallina della veste. Un rumore attira la mia attenzione, la porta di casa si apre e due voci maschili entrano ridendo.

Sono molto famigliari.

Sarà mio fratello con un suo amico. Passo davanti a loro facendo finta di niente.

"Ciao.." Saluto senza guardare.

"Ciao puzzola" Esclama mio fratello. Alzo lo sguardo e oltre mio fratello, vedo una figura famigliare. Capelli neri spettinati, fisico muscoloso e occhi scuri che mi fissano.

Il cuore mi si stringe nel petto. Edison...

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