BONUS

177 19 11
                                    

Questo è un "capitolo" in più che ho scritto come sfogo nella mia altra storia "Più dell'amore (girl x girl)". Al tempo non avevo ancora creato questo diario, ma ora che c'è mi sembra coerente salvarci questa mia esperienza.

"HELLAO A TUTTI,
Questa cosa non c'entra niente con la storia, solo che dovevo parlare con qualcuno ma sono le 00.45 di notte del 6/12/2016 e nessuno si è reso disponibile per subire i miei scleri. Quindi ora ve li subirete voi.
Giusto per darvi un minimo di contesto, da luglio scorso vivo a Milano con mio padre, la sua compagna russa e il figlio russo ventunenne della sua compagna che però è arrivato in Italia da poco e non sa parlare bene l'italiano.  Nonostante ciò che raccontano le favole e i film in televisione su matrigne cattive ecc (anche se un fondo di verità c'è sempre) andiamo d'accordo e per quanto possibile, ci vogliamo bene e stiamo bene insieme. Tranne per qualche leggero disaccordo su alcuni argomenti sociali-politici-cultarali (chiamateli come vi pare) come ad esempio, i diritti e perfino l'esistenza della comunità LGBT+ (se non avete la più pallida idea di cosa sia, cercate su google che è troppo lunga da spiegare oppure andate su LGBTita che vi fate 'na cultura).
Detto ciò, stavo guardando l'ultima puntata della terza stagione di Queer as Folk, una serie tv a tematica LGBT+ (Sì sono una persona originale) che se non avete visto dovete vederla perché dovete vederla. Alla fine della puntsta scendono tutti in strada a ballare e festeggiare perché (spoiler deleted) e proprio quando sullo schermo del computer appare il corteo con le bandiere arcobaleno e tutti che saltano e ballano e in particolare una coppia gay che si bacia, arriva il figlio della compagna di mio padre che chiameremo Pasquale e mi dice che è tardi e dovrei dormire, poi guarda lo schermo del computer e indica la coppia gay che si sbaciucchia con un risolino. Io finisco i tre minuti di puntata e poi gli chiedo il perché di quel gesto;
"Gay" risponde Pasquale, come se tutto fosse ovvio "Loro gay" (ricordiamoci che non padroneggia l'italiano okay? Okay)
"E allora? " chiedo io
"Loro gay, omosessuali" dice ancora lui, come se non capissi. (E infatti non capisco)
" E che problema c'è se sono omosessuali? "
" Omosessualità come febbre, una malattia" spiega Pasquale. (Spiacente, continuo a non capire)
"Non è una malattia l'omosessualità, è stato appurato decenni fa" (sorry non ricordo esattamente quando, ma comunque tanto tempo fa)
"No, omosessualità malattia di mente, i medici lo dicono" a questo punto Pasquale fa un gesto noncurante, probabilmente spazientito dalla mia insistente ottusità "Tu troppo piccola e non capisci, ma ci sono studi che puoi leggere"
A questo punto della conversazione la mia accoglienza verso il pensiero altrui e la ricerca del capire chi la pensa diversamente da me erano finiti nel cesso, non so per quale spirito divino non ho iniziato ad urlare in faccia a Pasquale tutta la sua ignoranza con annessa una sciorinata di termini e spiegazioni sull'argomento accumulati in mesi e mesi di informazione. Fortunato Pasquale, essendo troppo tardi per una cosa del genere, ho optato per un'arringa più semplice:
"Bé, se l'omosessualità è una malattia, allora sono malata. Io ce l'ho!" non era una cosa programmata questo coming out notturno preda del fomento e dell'insonnia. Pasquale, il quale stava pacificamente giocando col telefonino, si blocca e mi guarda confuso, chiedendomi di ripetere ciò che ho appena detto. "Se l'omosessualità è una malattia, allora io sono malata, io sono omosessuale!" Lui continua a guardarmi, poi mormora un "No capito" prima di riprendere il telefonino.
"I gay, gli omosessuali, quelli che sono malati. Io sono come l'oro! Sono gay! Sono omosessuale!" Questo riattira l'attenzione di Pasquale, il quale mi chiede un pò titubante "Che vuol dire tu omosessuale?"
"Io sono omosessuale, vuol dire che mi piacciono le ragazze" tento di spiegare calmandomi. Pasquale sta un pò zitto, poi chiede "Perché ti piacciono ragazze?"
"Perché a te piacciono le ragazze?" Ho chiesto di rimando. Lui ha alzato le spalle ed è tornato sul suo telefonino.
Adesso, tralasciando che se vedi delle persone che credi malate non è rispettoso riderci su e se proprio vuoi fare qualcosa scuoti la testa e mettiti a piangere, tralasciando che se l'omosessualità fosse una malattia non puoi chiedermi perché sono una ragazza a cui piacciono le ragazze allo stesso modo in cui non puoi chiedere ad uno schizofrenico perché è schizofrenico, tralasciando che si sa DA ANNI che l'omosessualità NON è una malattia e ci sono studi e prove scientifiche a dimostrarlo (per cui, caro Pasquale, se c'è qualcuno che deve leggere e che non capisce sei tu), io non riesco a concepire come nel 2016 d. C. ci sia ancora gente che non sa assolutamente nulla della comunità LGBT+ o comunque che non si sia mai chiesto cosa voglia dire essere omosessuale o transessuale o tutto il resto. La maggior parte della gente "adulta" a cui chiedo, risponde che l'omosessualità è quando "un uomo scopa con un uomo e una donna scopa con una donna, anche se non so come facciano due donne a farko da sole" NO! NON È COSÌ!
L' OMOSESSUALITÀ NON È SCOPARE con gente dello stesso sesso,  È AMARE gente delle stesso sesso!

Ora sono quasi le due e credo sia il caso di andare, grazie per aver ascoltato gli scleri di una fangirl schizzata (lesbica) qual sono, spero di farvi arrivare a breve il prossimo capitolo (vero) della storia."

Natal's

Diario(?) di un'adolescente Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora