Trappola

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Rachel raggiunse senza nessun problema la vecchia fabbrica abbandonata. Aveva molta paura di finire nei guai, ma purtroppo non aveva nessun'altra idea. Prese il fucile accanto a lei, lo caricò e sparò ad una finestra. Subito nascose l'arma e stava per mettere in moto quando qualcuno le afferrò la spalla. Lei istintivamente gridò terrorizzata e diede subito una gomitata al suo aggressore.

-Ahi!- esclamò quello.

-Jack?- chiese lei sorpresa e decisamente arrabbiata con lui.

-Mi hai fatto male-

-Cosa cavolo ci fai qui?! Ti avevo detto di restare nascosto e di non seguirmi! Quando sei entrato qui?-

-Ehm i-io stavo solo...non potevo lasciarti da sola...non-non se fai q-questo per me. So che non è legale sparare a caso per la strada: se ti scoprissero saresti non lo so...arrestata o processata o...insomma non voglio che tu faccia queste cose per me-

-Jack, sto facendo in modo di portare la polizia qui per vedere se c'è tuo padre. Non avevamo altra scelta-

-Ma-

-Niente ma, dammi retta, ora dobbiamo andarcene da qui-

Una volante si avvicinò rapidissima e subito due agenti scesero. Erano un uomo e una donna...nessuna traccia dell'uomo misterioso che aveva tentato di uccidere Jack. Lei partì rapidamente facendo cadere Jack sui sedili posteriori. Gli agenti non dovevano vederla o avrebbero capito che era stata lei a sparare.

Verso le sei di sera raggiunsero la casa di Rachel. Jack era sceso prima ed era ritornato da Andy. Rachel arrivò qualche minuto dopo con del cibo.

-Approfittane finché i miei non ci sono-

-Grazie mille- disse lui come sempre.

Rachel gli sorrise per un paio di secondi poi tornò seria.

-Che succede?- chiese lui.

-Nulla, non ti preoccupare-

-Sicura?-

-Sì sì-

Non voleva dirgli che lui stava diventando un problema. Ogni giorno, dopo la scuola, doveva trovare del tempo per portargli del cibo e chiacchierare un po' senza che i suoi se ne accorgessero e la stessa cosa si ripeteva a cena. Durante le lezioni non riusciva a concentrarsi perché ipotizzava sempre piani assurdi per salvare Michael. Credeva che tutti si fossero accorti che lei stava nascondendo qualcosa e questo la faceva diventare paranoica. Per non parlare del terrore che provava ogni volta che ritornava a casa e pensava di non ritrovare Jack o di scoprire il suo cadavere o peggio ancora...di incontrare il suo assassino. Ecco non poteva proprio dirgli tutto questo...lo avrebbe fatto stare molto male e non era il caso.


Il giorno dopo, essendo un Sabato mattina, Rachel poté dormire tranquilla e non svegliarsi alle sei. Si sentiva stranamente positiva quel giorno così scese rapidamente di sotto per fare colazione. Subito si sintonizzò sulle ultime notizie. Aspettò pazientemente che dicessero una qualunque cosa su un possibile ritrovamento di Michael, ma non ebbe fortuna. La giornalista menzionò il suo sparo, ma non ci si soffermò nemmeno per avvisare di fare attenzione. La polizia lo aveva interpretato come un rumore proveniente da dentro la fabbrica che cadeva a pezzi. Quello che invece la colpì come un proiettile fu una notizia riguardante la sua via.

-Pare infatti che proprio in questa zona ieri sera si siano verificate alcune infrazioni con scasso. I delinquenti hanno portato via dalle abitazioni solo oggetti comuni come CD o alcuni soprammobili di poco valore. La polizia pensa che questi crimini possano essere stati commessi da gruppi di adolescenti, ma non essendone certi, hanno comunque invitato tutti i residenti a controllare attentamente di aver chiuso a chiave le porte e di aver attivato gli antifurto-

 JackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora