Pace?

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Appena Jack si risvegliò la mattina seguente, ritrovò Rachel su una sedia vicina alla parete opposta a lui. Gli sorrise e gli chiese come stesse, poi gli raccontò della lunga intervista che le avevano fatto i giornalisti e delle infinite domande della polizia. Per finire aggiunse la più bella delle notizie: Richard era stato condannato per sequestro di persona e tentato omicidio. Aveva aggiunto forse un altro paio di accuse, ma lui era ancora stanco e dolorante e non aveva prestato molta attenzione. In seguito gli chiese di raccontarle cosa fosse successo se se la sentiva.

-Potevi raggiungere la finestrella alle tue spalle...anche quando eri solo...potevi scappare, ma non l'hai fatto- commentò alla fine.

-Non ci arrivavo. Mio padre ha aperto la finestrella.-

-Cosa?-

-Ha colpito Richard in faccia molto forte. Mi ha detto di fuggire. Si è voltato rapidamente, mentre io correvo alla porta. Ha aperto la finestrella, ma Richard lo ha aggredito-

-Ah ok-

-Io...non arrivavo alla chiusura, era troppo in alto. Tutto qui-

-Tutto bene? Parli come se non fossi riuscito a salvarti-

-Beh ecco...è-è per un-una cosa che m-mi ha detto m-mio pa-padre-

-É brutta?-

-Mia madre è stata assassinata. Non è morta di qualche strana malattia. Richard l'ha, l'ha spinta mentre aveva me in braccio e...lei è caduta giù da un precipizio, ma io mi sono salvato-

-Oh mio Dio- Rachel non sapeva davvero cosa dire, era sconvolta -Mi dispiace molto Jack-

-Anche a me...l'ho uccisa io. Se non fossi nato, se non fossi stato lì-

-Jack ma sei pazzo?! Come puoi pensare che sia colpa di un bambino in fasce!-

-Ma è la verità io non dovevo nascere. Mia madre era sposata con Richard, ma a quanto pare lui la picchiava regolarmente e mio padre...beh voleva solo aiutarla, ma ha combinato un gran disastro eh?- chiese con un sorriso amaro e ironico sulla faccia. Sembrava uno squarcio realizzato da una spada ben affilata.

Rachel era a disagio. -Io ecco...-

-Scusami non volevo spaventarti. É solo che non riesco a pensare ad altro e a tormentarmi con milioni di domande-

-Parla con tuo padre. Ora che sai la verità cercherà di spiegarti tutto-

-C'è una parte di me che crede che lui non mi dirà mai tutta la verità. Mi ha mentito per sedici anni su chi fossi...-

Rachel si alzò e istintivamente lo abbracciò di nuovo, come aveva fatto ogni volta in cui lui stava soffrendo, anche se questa volta non lo strinse per non fargli male.

-Mettiamo in chiaro una cosa: tu sei una persona fantastica al di là di quello che è successo prima o dopo la tua nascita, ok? Parla con tuo padre, vedrai che risolverete tutto-

Jack annuì. Grazie a Dio c'era Rachel. Non si era mai affezionato tanto a qualcuno in così poco tempo. Non sapeva se si trattasse di amore o semplicemente di amicizia, ma al momento questa questione decadeva in secondo piano.

Rachel se n'era andata da circa due ore quando Michael entrò nella stanza di Jack con un pacchetto di biscotti per lui. Erano deliziosi e Jack lo sapeva bene: erano i suoi preferiti. Era vero, a volte suo padre lo viziava, ma spesso lui alzava le spalle e accettava di buon grado quelle piccole soddisfazioni.

-Come ti senti oggi?-

-Ancora un po' stanco, ma meglio...tu come stai?-

-Bene, bene...ascolta se te la senti, io penso di doverti delle spiegazioni sul perché ti abbia mentito e non ti abbia mai detto chi fossi-

 JackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora