Ritorno alla Normalità

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Quando Jack uscì dalla sua stanza in ospedale, si accorse che tutte le persone nei corridoi lo stavano fissando. Cominciò a chiedersi il perché immaginando di essersi reso ridicolo in qualche modo, ma alla fine capì che si trattava semplicemente della curiosità delle persone di vedere il figlio di Michael Smith. Suo padre era accanto a lui e non sembrava nemmeno notare gli sguardi. Camminava spedito verso l'uscita secondaria con il suo solito paio di occhiali da sole e un cappellino da baseball.

-Quando saremo fuori, mi raccomando non parlare coi giornalisti e non dargli retta, non fermarti e cammina fino alla macchina, intesi?-

-Pensavo che stessimo uscendo da questa parte per evitarli-

-Già, ma non si sa mai. Il loro obiettivo è fotografarci e farci un milione di domande sperando di scoprire più di quanto non abbiano fatto fin ora-

Jack sapeva che a suo padre davano molto fastidio le orde scomposte di giornalisti. Troppi flash, microfoni, registratori, voci e mani puntate tutte contro di lui. Preferiva le interviste programmate, dove quella folla sembrava finalmente composta da esseri umani.

Girarono l'angolo e videro lo sceriffo Price pronto ad aspettarli. Era lì con un altro paio di agenti per scortarli e assicurarsi che nessuno tentasse di fargli del male. Entrambi li salutarono.

-Michael, Jack- rispose lo sceriffo e poi li fermò solo un momento per dire -Ascolta ragazzino, mi dispiace molto per non averti aiutato abbastanza quando sei venuto in centrale-

-Beh ecco...io son fuggito via subito quindi...è n-n-n- respirò a fondo -Normale che lei non sapesse dove trovarmi- disse tutto d'un fiato.

Price annuì poi si voltò e aprì la porta. Nessuno in vista. Michael accelerò ancora di più il passo, mentre si guardava scrupolosamente intorno. Improvvisamente un paio di ragazzi con delle macchine fotografiche sbucarono da dietro l'angolo, seguiti da uomini e donne con tesserini e microfoni e alcune telecamere. Urlavano di tutto. -Come sta suo figlio? Chi è la madre? Cos'è successo alla madre? Suo figlio dove ha vissuto fin ora?-. Spesso si rivolgevano anche a lui, ma Jack obbedì a suo padre e ben presto salì in macchina. I poliziotti si assicurarono di farli uscire dal parcheggio e finalmente si allontanarono.

-Wow...non stavi scherzando-

-Ahah ora dovrai farci attenzione anche tu- riprese togliendosi occhiali e cappello.

Jack annuì.

Una volta arrivati davanti a casa, Jack ebbe un fremito. Quel posto non era sicuro. Lì erano entrati gli uomini di Richard e avevano portato via alcune cose per impedirgli di usare delle armi per difendersi. Michael scese dalla macchina senza tanti turbamenti e tutto contento si diresse verso la porta.

-Jack tutto bene?- chiese notando che suo figlio era ancora in piedi vicino alla vettura.

-Io? Ehm sì sì certo- rispose abbassandosi per accarezzare Andy che gli era affettuosamente corso incontro per salutarlo.

-Allora dai vieni, voglio farti vedere una cosa-

Jack si alzò e lo raggiunse. Quando entrarono Jack vide che suo padre aveva sistemato tutte le loro cose e aveva anche comprato qualche mobile nuovo, forse per rendere quella casa simile ad una vera. Non era affatto male, uno stile moderno, ma elegante e apparentemente comodo.

-Ho solo portato le tue cose in camera tua, così potrai sistemarle come ti va-

-Oh ok grazie-

-Guarda qui- si avvicinò ad un piccolo monitor rettangolare attaccato al muro. -É un nuovo sistema di allarme, pensa ti avverte di qualsiasi cosa ed è in grado di chiamare automaticamente le autorità-

 JackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora