My Love 7

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ALEXANDER

Intimai a Jake di fare silenzio, doveva essere ancora qui. Mi alzai e annusai l’aria. Uscii dalla stanza senza fare rumore. Una ragazza uscii da dietro una porta e cominciò a correre verso l’uscita. Merda. La rincorsi fuori dal “Quartier Generale” attraverso gli alberi, tirò fuori un apparecchio e se lo portò all’orecchio, purtroppo correva troppo veloce per sentire quello che stava dicendo, girò a sinistra tra gli alberi e scomparve. Guardai in giro per un periodo lunghissimo cercandola con lo sguardo, aveva ucciso Carter uno dei miei uomini migliori, e l’aveva fatto con precisione e con professionalità. Incredibile.

GWEN/GRACE

Quando piombò il silenzio sapevo che il nuovo arrivato, quello che si chiamava Alexander, aveva captato qualcosa. Contai fino a dieci e poi uscii dal mio nascondiglio, corsi fuori dalla casa con qualcuno alle calcagna. Presi il telefono e chiamai Chris <Sono Grace, nascondetevi> non sentii la sua risposta perché avevo già messo giù, girai per un albero e  saltai su uno dei rami più alti. Si lo potevo fare, non era poi così difficile! Guardando da quel punto potevo vedere il ragazzo correre senza meta, feci un sorriso. Quando fui sicura che il pericolo fosse passato scesi ed andai ad incontrare i miei compagni

<Grace, che diavolo è successo?> guardai Sam di sbieco,<Siete degli idioti tutti e tre messi insieme, quando vi dico una cosa dovete farla senza domande ed esitazioni, sono stufa di dover tener conto di voi okay?> mi guardarono allibiti poi si scambiarono uno sguardo incerto tra loro, quando ebbero intuito che non bisognava dibattere annuirono all’unisono <Bene adesso torniamo in motel, sono stanca>Chris mi guardò con sguardo perso io mi scansai e continuai a guardare avanti. Dovevo mantenere le distanze, non sarebbe più successo nulla tra noi.

Quando arrivammo all’alloggio mi diressi alla reception, dovevo cambiare camera prima di tutto , la ragazza dietro il bancone aveva la carnagione chiara e lentiggini spalmate sulle guance e sul naso, le sorrisi  <Salve, so che probabilmente sarà una richiesta impossibile>mi guardò senza capire<Mi chiedevo se per caso avreste una stanza libera> la ragazza  occhi languidi fece un cenno poi mi puntò un indice <Aspetti un minuto vado a vedere> annuii e lei si mise dietro il computer <C’è una camera al secondo piano, numero 321> la guardai <Grazie mille, davvero> mi consegnò le chiavi e io mi diressi in camera.

 A volte la solitudine mi faceva bene, non potevo perdere il ricordo di Alex ed in questo modo lo avevo sempre con me, ero così cambiata dal tempo in cui suonavo il pianoforte, odiavo la mia famiglia e venivo sbeffeggiata a scuola. Sembravano secoli da quando avevo fissato quegli occhi azzurri come l’oceano, mi sedetti per terra e fissai il soffitto, alla fine decisi di andare da Ty, era l’unico che mi faceva sentire “normale”; uscii dalla stanza e chiusi la porta mi stavo per voltare quando qualcuno mi venne addosso <Mi scusi> alzò il suo sguardo verso di me, non ci badai feci qualche passo avanti e presi le scale, sentivo una presenza alle mie spalle, mi bloccai all’improvviso e chiunque fosse cozzò su di me <Cosa vuoi?> la mia voce più gelida che mai, il ragazzo si allontanò di qualche passo, mi voltai verso di lui <Non è possibile!> mi fissò  <Qual è il tuo problema?> rimasi li a braccia incrociate, il mio sguardo cadde sui suoi occhi, un azzurro spento, opaco,noioso. Feci una smorfia e mi allontanai di qualche passo, lui richiuse la bocca e mi guardò un’ultima volta <Scusami,ho sbagliato persona> annuii e mi diressi da Ty. L’odore di quel ragazzo mi rimase impresso nella mente, perché mai  il mio olfatto ricordava quel profumo come qualcosa da tenere stretta?

ALEX/ALEXANDER

Quando la ragazza se ne fu andata rimasi nel corridoio del secondo piano per qualche minuto, i muri avevano linee che si rincorrevano, crepe che sporcavano la parete giallo vomito, Jake aveva detto che prima che la ragazza lo colpisse e lui cadesse a terra privo di sensi, era riuscito a vederla in faccia. Lui aveva quest’abilità di disegnare alla perfezione ciò che vedeva, quella stronza non l’avrebbe fatta franca, se era una delle loro sentinelle doveva morire. Sarebbe morta comunque, aveva ucciso Carter,una vita per una vita. Ricordai l’apparecchio che aveva tirato fuori per poi portarselo all’orecchio. Non era sola, c’era un gruppo qui con lei! Corsi verso la camera e senza bussare irruppi nella stanza, Jake era seduto sul letto con un paio di fogli al suo fianco, girò lo sguardo verso di me <Potevi bussare,sai?> sorrise per poi ritornare ai suoi disegni <Le porte le hanno inventate per quelli come te> mi avvicinai al letto <Cos’hai scoperto?> senza togliere gli occhi dai fogli ne spostò uno verso di me <Sono riuscito a ritrarla, Alex?> ero rimasto a fissare quel foglio con così tanta intensità da non riuscire a distogliere lo sguardo, i miei occhi lacrimavano? <Questo è molto strano, perché diamine stai piangendo?> mi voltai dall’altro lato <Che blateri? Mi è entrato qualcosa negl’occhi!> il silenzio regnò per qualche minuto <Qual è la verità Alex?> come potevo dirgli che la ragazza che aveva disegnato non esisteva? Che era solo un mio sogno? Gli sorrisi <Mi ha solo ricordato la morte di Carter> feci un sorrisino senza entusiasmo. Cosa mi succedeva? Prima quella ragazza fredda come l’inverno e adesso questo ritratto? Stavo impazzendo? Dal giorno della catastrofe l’unica cosa che fui in grado di ricordare era il mio nome. Non so come,io, di 150 persone fossi riuscito a sopravvivere. Era un mistero, il problema più grande in quel momento era la mia precaria sanità mentale. Riguardai il disegno, la ragazza aveva dei capelli mossi che le incorniciavano il viso e portava una divisa che sembrava tutto tranne quello che era, i suoi occhi erano gelidi, così finti che il verde della pupilla si era trasformato in un grigio polare perché vedevo il colore dei suoi occhi?

Ce l'ho fatta! :) comment please :)

My loveWhere stories live. Discover now