My love 8

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GWEN/GRACE

Avevo una brutta sensazione.                                                                                                                                                                         

<Vieni da noi piccola Gwen> scossi la testa, <Grace?> alzai  gli occhi per incontrare quelli di Ty. Gli sorrisi <Che succede?> mi alzai in piedi e cominciai a misurare la stanza a grandi passi <Nulla, solo un po’ di mal di testa> mi osservò con le sopracciglia inarcate <Meglio che vada, voglio farmi una bella dormita> lui abbassò la testa e io gli baciai la fronte <Grazie Ty> mi sorrise da dietro la felpa. Era così carino, il mio piccolo fratellino. Lasciai la camera per dirigermi nella mia quando la voce mi parlò di nuovo <Vieni da noi, sai che abbiamo bisogno di te> la ignorai <Alex morirà se tu non verrai da noi> mi bloccai <Alex è morto!> lo urlai più volte, la voce sogghignò <Non tutto sembra com’è piccola Gwen> mi tenni le orecchie con le mani e mi accovacciai su me stessa <Smettetela, vi prego …> per qualche secondo ci fu silenzio però poi una porta sbatté e io mi voltai di scatto <Non avevamo altra scelta, non saresti mai arrivata qui senza il nostro aiuto>  socchiusi gli occhi <Stai bene? Ehi?> quando li riaprii davanti a me c’era la persona di qualche ora prima <No non sto per niente bene ma purtroppo sono cose che capitano no?> mi porse una mano, la ignorai e camminai dalla parte opposta <Mi chiamo Alex, semmai l’avessi voluto sapere> mi bloccai per qualche secondo le mani strette a pugno <Davvero? Beh, non mi interessava saperlo> sentivo ancora i suoi occhi su di me <Sai cosa penso?> parlò di nuovo io feci  silenzio <Che dovrei ucciderti> mi voltai verso di lui e lo fissai intensamente <E per quale motivo?> mi fissò <Hai ucciso Carter> e chi diavolo era Carter? Rispose alla mia domanda con un secco <Ammettilo, sei stata tu ad ucciderlo> scossi la testa <Non ho la più pallida idea di cosa tu stia blaterando ragazzo emo> abbassò lo sguardo <Nella foresta, hai ucciso uno dei miei ragazzi conficcandogli un-> non sentii il resto perché un urlo provenne dalla camera da dove ero appena uscita.

 Di scatto corsi da quella parte, il ragazzo dietro di me; una cameriera era rimasta sulla porta <Che succede?> aveva gli occhi sbarrati, era pallida come un fantasma <Che cosa succede?> richiesi, lei si limitò a puntare un dito, seguendo la direzione automaticamente caddi in ginocchio, sul pavimento giaceva Ty, morto. Una scritta con il suo sangue sulle piastrelle nere  - L’avvertimento è sempre la parte più dolorosa del nostro lavoro- mi portai le mani al viso, Alex si accovacciò di fianco a me <Era un tuo amico?> annuii distrutta, <Era mio fratello> il ragazzo alzò una mano ma poi l’abbassò portandosela sul fianco <Sai chi è stato?> tolsi le mani dal viso e le appoggiai sulle cosce <Si e no> rimase turbato <E’ una storia complicata> le lacrime incominciarono a scorrere. Ty era morto! La persona più dolce e gentile del mondo era morta a causa mia!   

Quando i miei ragazzi seppero dell’accaduto si precipitarono al mio fianco in men che non si dica, ero ancora riversa a terra e fissavo la scritta rosso carminio vicino al corpo esanime del mio amico; strano che solo 10 minuti prima fosse vivo e stesse parlando con me.. Se fossi rimasta con lui, se non me ne fossi andata, se avessi aspettato il ritorno di Sam! Mi alzai di scatto e di fretta e furia corsi fuori dalla camera, scesi le scale a due a due fino a che non arrivai fuori. Rivolsi il mio sguardo al cielo <Cosa volete? Perché lui?> caddi in ginocchio sull’asfalto,nessuno rispose alla mia domanda ci fu solo il soffio di un vento gelido e dei passi che si dirigevano verso la mia direzione, non mi mossi avevo le mani che mi coprivano il viso e le lacrime che mi rigavano le guance <Chi siete?> rivolsi immediatamente lo sguardo verso la voce, quel ragazzo era ancora qui. <Non vedo il motivo per cui io debba dirti chi siamo> si inginocchiò vicino a me e un oggetto freddo si incontrò con la mia tempia <Mi devi una spiegazione, hai ucciso Carter, mandato K.O Jake e adesso mi vieni a dire che non sono fatti miei?> il suo tono sommesso mi fece tremare, aveva una pistola semiautomatica puntata alla mia testa, risi <Pensi che una semplice Beretta M9 possa incutermi terrore?> rimase sorpreso dal fatto che avessi riconosciuto l’arma senza neanche vederla <Come dia-> con una gomitata lo disarmai impugnando a mia volta la sua pistola, la presi e l’appoggiai per terra. Si riprese e corse verso di me, pronto a colpirmi con un gancio sinistro lo bloccai e lui cercò di atterrarmi con il pugno destro, prima che potesse sfiorarmi tirai un calcio agli stinchi e lui barcollò afferrandomi la maglietta e facendomi atterrare sopra di lui. Feci per alzarmi ma poi notai che il ragazzo perdeva sangue dalla testa, per quanto lui volesse farmi fuori io non ne avevo l’intenzione, il mio istinto mi diceva che questo ragazzo era importante e che non doveva morire, gli alzai la testa e guardai attentamente la ferita, era semicosciente <Mi senti?> mosse gli occhi poi grugnì <Aah, fa male> guardai i suoi occhi azzurri <Vieni, alzati> lo issai tirandogli una mano. Lo sorressi fino ad arrivare nella mia stanza poi lo feci sedere su una sedia e andai a cercare il kit di pronto soccorso <Sei strana> lo fissai <Perché mai?> fece spallucce e si porto la borsa di ghiaccio alla testa, lo sfigato aveva beccato in pieno un masso, che diavolo ci faceva un masso sull’asfalto? <Sono il tuo nemico> risi di gusto finchè lui non rimase immobile quasi pietrificato <Che c’è?> scosse la testa <Niente mi ricordi vagamente una persona> alzai le sopracciglia, presi un’altra sedia, portai lo schienale davanti a me e mi sedetti a cavalcioni <Siamo un’agenzia di assassini professionisti, fondamentalmente è una branca della CIA> fissò le mie gambe poi alzò lo sguardo <Quindi non c’entrate nulla con le creature che ci sono qui?>lo fissai, i suoi occhi erano così profondi adesso, ma il suo volto era teso e la barba incolta cresceva indisturbata sulle guance <Di che parli?> scosse la testa <L’irlanda e piena di creature che bramano sangue, io e i miei compagni le cacciamo> tirò un sospiro <Sono creature immonde a cui piace solo uccidere> l’immagine di Ty ritornò nella mia mente <Pensi siano state queste creature ad uccidere il mio amico?> lui annuì<Probabilmente, hai niente a che fare con loro? Le hai mai incontrate, ricattate,viste?> scossi la testa freneticamente poi mi alzai dalla sedia e mi diressi in cucina <Mai> sentii i suoi passi avvicinarsi, annusò l’aria poi mi venne vicino <Il tuo odore dice diversamente, ma devo darti credito, se fossi stata una fata mi avresti già ucciso> mi portai la tazza di caffè alle labbra poi osservai le sue mani, le sue gambe, il suo petto, mi avvicinai di colpo portando le mie labbra sulle sue. Rimase immobile, incapace di muoversi, non sapeva cosa fare, mosse le labbra sulle mie dopo qualche secondo tenendo gli occhi spalancati, cosa stavo facendo? Mi staccai improvvisamente da lui e portai una mano alle mie labbra <Scusami> si inclinò in avanti poi fece marcia indietro e sfrecciò fuori dalla camera. Stavo impazzendo? <Gwen, piccola Gwen vieni da noi> mi portai le mani alle orecchie <Non vi sopporto più> il coretto continuò ininterrottamente per mezz’ora, quando la cantilena terminò una voce demoniaca mi face saltare dal letto <Ti abbiamo avvertito sciocca ragazzina!> mi mancava l’aria, non riuscivo a respirare improvvisamente un urlo squarciò la notte, mi girai a destra e sinistra cercando di intercettare la fonte dell’urlo ma non c’era nessuno, la porta si spalancò e un’ombra entrò di corsa portandosi al mio fianco <Grace? Shh ci sono io va tutto bene, calmati! > le mani calde del ragazzo presero ad accarezzarmi la nuca alzai lo sguardo per incontrare un paio di occhi cioccolato <Cosa ti è successo? Perché urlavi?> lo fissai, non ero io ad aver gridato no? <Non sono sta-stata io ad urlare> Chris scostò la mia testa dal suo petto e mi guardò, preoccupazione e protezione si specchiavano nelle sue pupille <Piccola, eri tu che urlavi> spinsi il suo corpo lontano dal mio e mi alzai dal letto. Non avevo dimenticato quello che provava per me, io non lo amavo, io volevo indietro il mio ragazzo, il mio Alex. Rimasi pietrificata per qualche secondo. Alex? <Puoi andartene, adesso sto bene, io devo andare in un posto> il mio collega socchiuse le labbra poi però le richiuse e con un’espressione addolorata uscì dalla camera. Corsi per la seconda volta verso l’uscita del motel solo per essere bloccata da delle braccia strette alla mia vita <Dove stai andando?> mi girai lentamente, dietro di me c’era ancora una volta Chris. Lo fissai infastidita <Chris lasciami andare!> scosse la testa <Non finchè mi eviterai, Grace io ti-> lo bloccai chiudendo le palpebre <No, non è vero. Tu non provi nessun sentimento per me, sei solo il mio collega> tirò un sospiro poi mi baciò con foga e costringendo le mie labbra a muoversi sulle sue. Gli tirai una sberla e corsi verso la camera del ragazzo emo, perché non lo avevo notato prima? I suoi occhi, le sue labbra.. Bussai alla camera da dove lo avevo visto uscire la prima volta. Una, due, tre volte. <Alex, apri!> continuai a bussare per un tempo indefinito <Al-Alex..> mi aprì la porta un ragazzo alto e moro, lo guardai <Dov’è Alex?> mi squadrò dalla testa ai piedi, aprì la bocca poi la richiuse. Non vidi il colpo partire che l’oscurità mi appannò la vista.

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