Capitolo Otto

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Non potevo aspettare che tornasse Phil. Da quello che avevo sentito non sarebbe tornato per almeno una settimana, e quella settimana durò così tanto che potrei giurare che il tempo si fosse fermato. La danza era l'unica cosa che mi manteneva sano. Il posto vuoto accanto a me nell'ora di studio mi tormentava di continuo, deridendomi per tutto quello che avevo perso. Lo faceva fino a che non arrivava l'ora di correre via nello studio di danza e ballare così tanto da non sentirmi più le gambe o pensare razionalmente.

Finalmente, la settimana del ritorno di Phil arrivò. Quella mattina entrai a scuola con la mente annebbiata e il cuore che batteva a mille. Sembrava come se un peso stesse stringendo il mio petto e mi impedisse di respirare normalmente. Non ballai quella mattina, mi sedetti in un angolo della stanza a guardare Ruby, Lisa e Becky lavorare per la prossima grande esibizione.

Ruby venne verso di me quasi alla fine della lezione, proprio prima che suonasse la campanella. "Hey, Dan. Non devi per frza, ma abbiamo uno spettacolo il 30 e penso che potresti essere fantastico. Sarà tutto danza classica. So che è un fulmine a ciel sereno per te, ma ho fiducia che tu possa creare qualcosa."

Scossi la testa. "Posso pensarci, ma sono stato così... distratto ultimamente. Non credo che riuscirei ad essere al massimo della forma, e non voglio esibirmi se non lo sono. Mi dispiace."

Scrollò le spalle e mi diede un colpetto con il piede. "Tranquillo. Ma la proposta sarà sempre disponibile se cambierai idea."

Appena la prima campanella iniziò a suonare, le sorrisi e annuì, poi raccolsi le mie cose e uscì dalla stanza. L'attesa fino alla fine della giornata fu molto più dolorosa dell'aspettare Phil per un settimana intera. Il fatto che fosse da qualche parte nell'edificio fu abbastanza per tenermi su di giri tutto il giorno. Il pensiero di poterlo incontrare nei corridoi mi terrorizzava. Anche se non lo avevo ma incontrato per la scuola, ero spaventato che potesse magicamente succedere ora. Ero così teso che anche una minima occhiata era abbastanza da farmi saltare in aria. Provai a fingere che fosse un giorno come gli altri dove mi mettevo le auricolari e facevo finta di non pianificare come uccidere tutti quanti, ma oggi non funzionava. I miei pensieri erano occupati da quel ragazzo. Una parte di me voleva trascinarlo nella stanzetta del bidello e limonare con lui, l'altra metà voleva solo prenderlo a pugni in faccia. Ero curioso di sapere quale parte avrebbe vinto alla fine.

Arrivai sano e salvo a metà mattinata senta fare cagate troppo grosse. In chimica la mia mente iniziò a vagare, il che causò la fuoriuscita di alcuni agenti chimici che bruciarono un po' il banco. Non fu uno dei miei momenti migliori, ma di certo uno dei più emozionanti. In inglese iniziai a leggere le antiche poesie d'amore con più interesse. Mi sentivo completamente stupido. Non ero neanche sicuro di amare questo ragazzo, ma volevo di certo le sue mani su di me h24 e avevo un disperato bisogno di baciarlo così a lungo che le sue labbra potessero sanguinare e portarlo a uno spettacolo di danza e magari uscire alle due di notte per prendere dei frullati e cose guardare una maratona di film horror e-

No, no. Queste robe sdolcinate dovevano uscire nell'immediato dalla mia testa. Mi obbligai a concentrarmi sul fatto che non ero sicuro se lo amavo o meno. Non ero sicuro, detto onestamente. Non sapevo molto cosa fosse l'amore. Le esperienze che avevo avuto in passato non erano un fatto da cui prendere spunto. Quelle storielle di una notte erano solo sesso, non amore. E ogni esempio possibile dei miei genitori... Beh, sarebbe triste se l'amore fosse davvero così. Ma pregai che non lo fosse.

Finalmente arrivò l'ora del pranzo. Mi sedetti nella sala da ballo, non mi sentivo ancora abbastanza sicuro da poter ballare. Ero troppo nervoso ed esausto, e non avrei potuto sopportare un'altra slogatura.

Invece che mantenere il broncio per questa storia, tirai fuori il quaderno e lo aprì su una pagina bianca, la fissai intensamente. Avevo le parole che avrei voluto dire a Phil nella mia testa, ma non riuscivo a metterle su carta. Erano lì, sulla punta della lingua, facevano andare a fuoco i miei pensieri e mi facevano provare emozioni che non avevo mai provato prima. Ma come potevo scriverlo in modo che Phil capisse?

STARLIGHT (Phan)   [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora