CAPITOLO 9

256 33 10
                                    

E-Bea sto per vomitare- avvisai Bea, mi girava la testa.
B-Asia prendi il cestino- disse e poi me lo porse, vomitai e poi arrivò subito il prof., fece spostare Bea che intanto piangeva presa dal panico.
P-Eleonora guardarmi, adesso arrivano i soccorsi- disse tenendomi la testa.
E-Prof. Il cestino- riuscì a dire e lui subito me lo porse, rivomitai.
Dopo dieci minuti l'ambulanza arrivò e fui caricata nella barella, mentre i medici mi trasportavano dentro l'ambulanza Bea mi teneva la mano.
B-Ti raggiungo dopo scuola- disse piangendo, poi il prof. La fece entrare dentro.
Pov's Bea
P-Vendramin si calmi, si sieda- disse porgendomi un bicchiere d'acqua, ero presa dal panico e stavo piangendo e non riuscivo a respirare.
Vicino a me si sedettero Giulia e Matilde.
M-Tranquilla, Eleonora è forte- disse
B-Voi non dovete parlare di lei così, perché siete le prime a non reagire quando la prendono in giro... lei è forte, ma è troppo debole- sbottai urlando.
Lei due si allontanarono e appena fu ricreazione fui convocata dal preside con Leonardo.
Entrai e mi sedetti.
Lui arrivò dopo poco.
P (preside)- Allora Beatrice ci può raccontare ciò che è successo?- disse e io annuì.
B-Finita l'ora di palestra io e Eleonora siamo entrate nello spogliatoio femminile per cambarci, Leonardo violando la privacy entrò e andò dritto verso Eleonora, le disse come mai era tornata, e lei gli rispose che non erano affari suoi e lei lo spostò leggermente, ma lui dopo un attimo la spinse facendole sbattere la testa al muro per poi scappare- dissi fredda e incazzata
P-Cecchi è espulso dalla scuola, per un mese, i suoi genitori dovranno pagare i danni alla famiglia Gaggero, adesso li chiamo- disse
Leonardo rimase con lo sguardo basso tutto il tempo.
P-Ora potete uscire- disse serissimo.
Fuori dalla porta lo bloccai.
B-Adesso sei felice? Sai lei è stata anni sotto le tue prese in giro, lei si taglia, lei soffre,ma tu sei talmente stronzo che non lo capirai mai- dissi andandomene.
Entrai in classe e mi avvicinai alla professoressa.
-Prof.posso chiamare mia madre, non mi sento bene- dissi e lei mi diede il consenso. Aspettai circa dieci minuti finché mamma non venne a prendermi.
Salii in macchina e le spiegai il tutto.
M -Oddio, andiamo subito da Ele- disse voltando strada verso l'ospedale.
B-Mamma ho tanta paura- dissi sottovoce, non avevo mai ammesso i miei sentimenti.
MB-Stai tranquilla- Mi rassicuró lei, dopo aver parcheggiato mi prese per mano ed entrammo.
Appena entrai nella sala d'aspetto c'erano i genitori di Ele.
B-Dalila- corsi ad abbracciarla.
Iniziai a piangere di nuovo,la paura di perderla era sempre più forte.
P-Shhh! Stai tranquilla Bea- Mi disse il padre di Ele, toccandomi una spalla.
Mi girai e per un attimo vidi il volto di mio padre.
Mi voltai e poi mi sedetti aspettando notizie della mia migliore amica.

AMARE, NON È MAI STATO COSÌ DIFFICILE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora