«mi dispiace per il suo lutto..dottoressa» i tacchi neri echeggiavano per il corridoio mentre il sostituto di Bryan cercava di conversare con la bionda che prendendo un sorso dal suo caffè si girò verso di lui e annuì in segno di risposta.
La guardia aprì istintivamente le labbra per poi serrarle, cercò le parole giuste da dire «lei..non si sente un po'..» fu subito interrotto dal tono autoritario della donna davanti a sé «no».
Harleen osservò la guardia con occhi fulminanti prima ch'essa provò nuovamente a rivolgerle parola «se le serve qualcosa può chiedere a me, possiamo anche prendere un caffè..» la bionda scosse il viso «ho imparato la lezione, basta relazioni sul lavoro» sorrise falsamente prima di entrare nella cella e quando la porta fu chiusa posò la sua roba sul tavolo in metallo. Con ancora la tazza in mano si girò verso l'uomo steso a letto che osservava silenziosamente il caffè, Harleen sorseggiò la bevanda e si sedette al suo solito posto aprendo gli appunti e iniziando a metterli in ordine, negli ultimi giorni non aveva trovato il tempo per concentrarsi solo sul lavoro, i suoi pensieri erano rivolti alla madre di Bryan che le aveva chiesto cortesemente di assisterla con il funerale.
Concentrata sul suo impiego non notò gli spostamenti del Joker nella cella, che le arrivò di spalle ed lesse per metà gli appunti prima di essere sorpreso «cristo!» esaltò la donna sorpresa dal clown, «mi stai per caso dando dello stupido?» il tono di voce le giunse così freddo e tagliente che per un millisecondo si sentì in colpa, «mi stai dicendo che io ti scopo da Dio e tu mi ricambi facendomi marcire qua dentro?» Harleen chiuse le cartelle e si alzò e voltandosi si ritrovò davanti a lui che le parve chiaramente irritato «sei un uomo malato J..stare qui dentro non nuocerà ai cittadini di Gotham» sorrise la dottoressa al clown che ironicamente ripeté le ultime parole della donna, gli occhi gli si scurirono di colpo, le mani tatuate si strinsero attorno al collo chiaro della dottoressa togliendole il fiato, mentre cercava di strozzarla ringhiava come una belva affamata, la faccia limpida si arrossì di colpo mentre vari gorgheggi cercavano il tasto d'allarme dentro il taschino della sua camicia. Le guardie al suono d'allarme si fiondarono nella stanza placcando l'uomo al muro, la guardia di prima si affiancò alla dottoressa «tutto bene?» domandò mentre le esili dita si massaggiavano le chiazze rosse lasciate sul collo, guardò con disprezzò il suo paziente prima di comandare «alla stanza 7».
Il gruppo di uomini sollevò l'uomo obbedendo alla dottoressa che rimettendosi a posto gli occhiali seguì a passo lesto gli uomini mentre il Joker si dimenava, «che succede ora?» chiese la guardia mentre camminava dietro la bionda, girandosi di scatto e mettendogli il palmo della mano davanti al viso lo congedò prima di entrare in una stanza dove si sarebbe preparata.
Le cinghie di pelle stringevano la pelle bianca e tatuata dell'uomo che sul lettino si dimenava drasticamente digrignando i denti, i tacchi echeggiarono per la stanza mentre con dei guanti viola la dottoressa prese la testa del paziente tenendola ferma «vediamo di curare il tuo comportamento scorretto» gli occhi chiari dell'uomo guizzarono confusi sui macchinari accanto al lettino, la donna gli spalmò una sostanza gelatinosa sulle tempie e a forza gli mise in bocca un pezzo di plastica modellato appositamente per essere morso, l'uomo si dimenò per molto prima che la donna gli posò sulle tempie gli elettrodi a carica massima.
Il corpo mascolino fu attaccato da diverse convulsioni che durarono per circa quaranta secondi, l'uomo restò inerme sul lettino e pochi istanti dopo si risvegliò confuso, la dottoressa fece entrare le guardie che presero il corpo molle del paziente e lo riportarono nella sua cella.
Harleen prese tre pastiglie di vari antidepressivi e ansiolitici si sedette nel suo studio dove si sfilò gli occhiali e si massaggiò il viso con i palmi delle mani, il telefono squillò e si ritrovò costretta a rispondere, parlò del funerale di Bryan con sua madre e restò a conversare per una buona oretta prima di mettere giù la cornetta e aprire i suoi file riportatile in studio, cominciò a stendere una bella copia del suo futuro romanzo, le ore passavano e la dottoressa Quinzel lavorava sempre più duramente.
Alzò brevemente lo sguardo al suo orologio e sorpresa dall'ora smise di scrivere, si tolse il camice e si sciolse i capelli prima che un uomo entrasse drasticamente nel suo studio e a fiato corto pronunciasse «Joker...Joker ha un attacco» le labbra della donna sospirarono un "oh no" e presto si precipitò sul luogo, non si fidava minimamente ad entrare in cella, osservava l'uomo imbrattato di sangue mentre faceva avanti ed indietro, il suo corpo in qualche modo, al chiaro della luna, la eccitava particolarmente.
Indietreggiò di un paio di centimetri e prendendo una boccata d'aria annuì alle guardie che la aprirono la porta, le gambe si spinsero all'interno della cella e Harleen chiuse gli occhi cercando di calmarsi mentre la serratura veniva chiusa ermeticamente.
La mano imbrattata di sangue passò tra i capelli verdi «non so cosa ho fatto» il tono di voce dell'uomo era tremolante e il cuore di Harley balzò nell'udirlo, il volto si girò verso la bionda che notò qualcosa di strano, l'espressione affranta e gli occhi rossastri, la pelle leggermente luccicante..aveva pianto?
La dottoressa gli si avvicinò dolcemente e gli posò una mano sui lineamenti netti e duri dell'uomo «datti una ripulita», Joker annuì prima di avvicinarsi al lavandino e lavarsi parte delle braccia e togliersi il sangue dai capelli.
Harleen gli porse un asciugamano in cui lui si asciugò e successivamente lei lo fece stendere a letto, lui chiuse gli occhi e sorridendo Harley si sbilanciò trascinata da quell'immagine così sfranta che gli poso un bacio sulla fronte.
Fece per alzarsi dal letto ma le grosse mani le afferrarono le braccia e la spinsero a baciarlo forzatamente, lui le mise una mano tra i capelli ma lei ponendo resistenza sussurrò «no» scuotendo la testa per poi alzarsi e dirigersi verso la porta.
«Harley..»
Scosse il volto senza neppure degnare di uno sguardo l'uomo e se ne uscì a testa alta dalla cella.

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Harleen / Joker x Harley
ФанфикHarleen Frances Quinzel, dottoressa laureata di grande successo a Gotham, ma la sua assetata voglia di qualcosa di elettrizzante la spinge a trovare lavoro all'Arkham Asylum. Speranzosa di poter scrivere un libro sulla sua carriera un giorno, la dot...