Il ticchettio della pioggia sui vetri era l'unico suono che si sentiva.
La notte illuminata dai lampioni aveva spento gradualmente ogni suono tranne quel picchiettare leggero. L'uomo vestito di nero era seduto nell'auto ferma ormai da diverse ore, spiava e attendeva.
Poco prima delle dieci di sera la sua attesa fu ricompensata. Un'auto uscì dal parcheggio sotterraneo, si soffermò un'istante all'imbocco della rampa, mentre il guidatore scrutava la strada per accertarsi del traffico, poi svoltò in direzione opposta alla macchina ferma e si allontanò lungo la via. Vide le luci posteriori svanire in lontananza, attese ancora qualche minuto controllando la villa, poi si infilò i guanti, prese la sua borsa e uscì dall'auto avviandosi verso la casa ora disabitata.
Conosceva bene la zona, aveva già fatto una ricognizione, sapeva cosa fare. Si stava avvicinando alla porta d'ingresso veloce e silenzioso, come un'ombra leggera che si muoveva nel giardino.
Quando la mattina con barba finta e una divisa da postino aveva suonato a quella stessa porta, la giovane domestica portoricana era andata ad aprirgli, le aveva consegnato un pacco e, estratto il blocchetto delle ricevute, si era accorto che la penna non scriveva. La giovane domestica era rientrata nel salotto a posare il pacco e a prendere una penna che scrivesse lasciandolo sulla soglia per parecchi secondi. Lui aveva guardato dall'interno gli stipiti e le pareti per cercare un cicalino o un interruttore, sapeva che la porta era chiusa da una serratura di sicurezza, ma sembrò non trovarne. Poi dal bordo dell'uscio aperto in alto dalla parte dei cardini vide un piccolo contatto a pressione. Di fronte allo stipite c'era una minuscola intercapedine, all'interno, lo sapeva molto bene, doveva esserci un micro interruttore. Quando la porta era chiusa il piccolo stantuffo entrava nell'intercapedine e faceva contatto, e quando l'allarme antifurto veniva attivato, il microinterruttore l'avrebbe fatto scattare se il contatto si fosse interrotto aprendo la porta. Impiegò meno di tre secondi per estrarre il tubetto di collante rapido e schizzarne una goccia abbondante nell'intercapedine. Lo pressò con una sferetta di colla e plastilina, dopo altri quattro secondi il miscuglio era diventato duro come un sasso e il microinterruttore era definitivamente isolato dal piccolo stantuffo fissato alla porta.
Quando la giovane domestica tornò con la ricevuta firmata lo trovò appoggiato allo stipite che l'aspettava. Aveva salutato ed era sparito fingendo di continuare il giro di consegne, un vecchio fattorino stanco e annoiato.
Era ritornato nel tardo pomeriggio a sorvegliare la villa, si era fermato a qualche metro di distanza ed era rimasto in auto ad attendere. Era ancora lì quando la pioggia era arrivata poco prima del calare del sole. I domestici avevano la serata libera, il senatore ad un galà di beneficenza, e lui aveva la sua occasione per forzare la cassaforte. Quella era la sua unica occasione, quella sera o mai più.
Arrivò di fronte alla porta. Tirò fuori dalla borsa una chiave e aprì la porta entrando nella casa vuota e silenziosa. Nessun allarme aveva suonato, sorrise soddisfatto, quello era il suo lavoro e lui, nonostante gli anni, sapeva farlo molto bene. Accese una piccola torcia portatile e si avviò al piano di sopra nello studio privato del senatore. Sapeva che la cassaforte era nascosta da un quadro che rappresentava una scena di caccia dietro l'enorme scrivania in mogano. Chi aveva commissionato il furto gli aveva dato informazioni precise, dove era nascosta, che marca era, persino dove era nascosta la centrale video che registrava tutto quello che si muoveva in casa e soprattutto cosa doveva prendere in quella cassaforte. Salendo lasciava impronte di fango sui gradini ma non era preoccupato, aveva indossato scarpe di due misure più grandi che avrebbe gettato via appena finito il colpo. Nessuno sarebbe riuscito a risalire a lui. Arrivò allo studio, tirò giù il quadro dalla parete, prese dalla borsa i suoi strumenti e cominciò a scassinare la cassaforte. Nonostante sapesse di avere molte ore a disposizione voleva andare via da quella casa il più presto possibile. Meno tempo impiegava più erano alte le sue possibilità di riuscita. Con un ultimo click la porta della cassaforte si aprì.
Cercò quello per cui era penetrato in quella villa, quello per cui sarebbe stato abbondantemente ricompensato: la cartelletta rossa, la vide sul ripiano inferiore. Tirò fuori dal suo borsone uno zaino e lo riempì con i gioielli, soldi e i documenti che c'erano nella cassaforte compresa quella cartelletta. Chiuse lo zaino e se lo mise sulle spalle, prese il borsone e lasciò lo studio. Appena scese le scale si diresse nello stanzino nascosto nel sotto scala. Aprì la porta: la sala di registrazione con monitor accesi che inquadravano ogni angolo della casa. Prese il dvd con la registrazione dell'ultima ora e lo mise in tasca, poi uscì dallo sgabuzzino e si diresse all'ingresso. Uscì dalla casa chiudendo la porta alle sue spalle e come una macchia nera sparì veloce tra le ombre del giardino.
Mentre la pioggia leggera continuava a cadere nel silenzio della notte.
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Bloodline
Mystery / Thriller(Da ottobre disponibile in versione cartacea su Amazon) Bloodline https://www.amazon.it/dp/1549923862/ref=cm_sw_r_wa_apa_nTf5zbT2J0VD8 Una sera piovosa, un furto in una villa, il bottino? Un documento scottante, il suo contenuto? Estremamente segre...