CAPITOLO 5

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Era appena tornato da Florence. I raggi di un pallido sole stavano sciogliendo la neve dagli alberi, i marciapiedi che fino a pochi attimi prima erano pieni di gente che si muoveva veloce nei loro giacconi imbottiti, si stavano piano piano svuotando per la pausa pranzo. La giornata che inizialmente era stata frenetica, riprendeva la sua costante routine. Bolder scese dall'auto che aveva parcheggiata radente il marciapiede, si chiuse il giaccone e si avviò alla casa situata ad angolo. Bussò. Un anziana signora andò ad aprirgli guardandolo con fare circospetto.

-Cerco il signor Larry Ruocco- disse Bolder alla signora – è in casa? -

Lei dopo averlo scrutato ancora per qualche istante come a voler cercare di capire se poteva fidarsi o meno, si scansò facendolo entrare.

-Venga- rispose mentre lo accompagnava in salotto.

-Aspetti qui vado a chiamarlo- disse con voce roca voltandogli le spalle

Bolder guardò l'arredamento, sembrava una vecchia casa degli anni trenta a cominciare dal pendolo appeso alla parete di fronte per finire alle poltrone in stile inizio novecento. Una dimora decisamente irreale. L'ex procuratore Larry Ruocco comparve sulla soglia.

-Desidera? – chiese rivolgendosi al giovane uomo che stava guardando delle vecchie foto posate sul caminetto. Bolder si girò

-Mi chiamo Bolder sono un agente federale- disse mostrando il distintivo prima di farlo scomparire nella tasca e di avvicinarsi al vecchio uomo per porgergli la mano

Il vecchio ricambiò la stretta di mano

-Cosa posso fare per lei agente Bolder- disse Ruocco

-Devo farle un paio di domande sul caso Santiago- disse l'agente

Il vecchio si irrigidì mettendosi sulla difensiva

-Ho già detto tutto quello che so- disse

-Solo un paio di domande e poi tolgo il disturbo- sorrise Bolder cercando di essere cordiale

Il vecchio assentì

-Mi dica- disse facendogli segno di accomodarsi

-Lei sa il motivo per cui Carlos si decise a voler collaborare? –chiese diretto Bolder

-No- rispose Ruocco. Sembrava sincero.

-Oltre all'agente Donovan chi altro era implicato? – chiese ancora

-Non lo so era Donovan che gestiva tutto- rispose ancora il vecchio

-E' possibile che oltre a Donovan ci fosse qualcun altro che tirava i fili?–Bolder lo guardava cercando un segno o un'espressione del viso che lo tradisse.

-Le ripeto non lo so io godevo solo dei vantaggi della situazione, Carlos faceva i nomi e Donovan li arrestava mentre io aumentavo i consensi dall'opinione pubblica- rispose il vecchio con sincerità

Bolder annuì

-Ha mai letto un dossier su Carlos Santiago? –chiese ancora

-Non ero a conoscenza di nessun dossier, presupponevo che ci fosse, lo davo per scontato, ma io non l'ho mai visto-

Bolder era a un punto morto. Il vecchio sembrava sincero, non conosceva il dossier e non conosceva il nome di quella donna, quindi doveva ritornare in carcere da Donovan e a casa dal senatore per scoprire se uno dei due aveva mentito o omesso qualcosa. Si alzò e salutò il vecchio ex procuratore prima di uscire da quella casa che sembrava essere sospesa in un tempo che ormai non c'era più.

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Il mandante era seduto comodamente nel salotto della sua casa in stile coloniale. Era da più di due anni che aspettava questo momento e ora finalmente avrebbe avuto la sua vendetta. Il suo nome era Andrey Volkov ed era considerato al momento l'uomo al vertice piramidale della mafia russa nel nord America. Aveva dovuto lottare molto per guadagnare quel posto, niente era stato facile nella sua vita a cominciare dalla sua infanzia nei bassifondi di San Pietroburgo. Nella stanza con lui, tre tra i suoi uomini più fidati oltre il suo segretario personale, l'uomo che gli aveva procurato il dossier Santiago. Tutto quello che sarebbe stato detto in quella stanza avrebbe riguardato solo loro. Non avrebbe tollerato nessun errore e nessuna fuga di notizie, tutto doveva andare secondo i suoi piani. Lo doveva a suo fratello che era morto tra le sue braccia, ancora oggi nonostante gli anni passati, se chiudeva gli occhi, riusciva a vedere le lacrime sul volto di suo fratello mentre lentamente si spegneva. Carlos aveva preso la sua vita e lui ora avrebbe preso la vita di Carlos. Aveva provato a cercarlo dopo la sua fuga, ma nonostante non avesse più la protezione dei federali era come svanito. Fino a quando un giorno, casualmente, viene a conoscenza di quella cartelletta rossa e da quel momento nella sua mente comincia a prendere forma la sua vendetta.

-Sapete già cosa fare- disse l'uomo rivolto agli altri- trovate quella donna -

Gli uomini annuirono

-Non c'è spazio per nessun errore- disse ancora l'uomo in modo autoritario- non accetto sbagli, voglio che controlliate quella donna notte e giorno. Voglio sapere cosa fa, chi vede, con chi parla, tutto. E voglio che cominciate a mandare a Carlos gli inviti- sorrise divertito al pensiero. La sua vendetta sarebbe stata completa. Fece un cenno al suo segretario che immediatamente si alzò.

-Questi sono i nomi- disse il segretario dando ad ognuno degli uomini un foglio- cominciate la caccia-

Gli uomini presero il foglio e annuirono prima di uscire dalla stanza. Il segretario si avvicinò al mobile bar e presi due bicchieri, versò della vodka porgendone uno all'uomo ancora seduto.

-Brindiamo all'inizio della fine di Carlos- disse sorridendo

L'uomo seduto annuì al sorriso prima di portarsi il bicchiere alle labbra e assaporare con gusto il liquore, allo stesso modo col quale stava per assaporare l'inizio della sua vendetta.

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