CAPITOLO 3

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-Cosa c'era in quella cartelletta? – chiese Bolder

Il senatore si sistemò meglio sulla poltrona, cominciava a sentirsi a disagio nonostante fossero a casa sua e quello era il suo salotto si sentiva come turbato. Daniel Miller era stato eletto senatore diversi anni prima e aveva mantenuto il suo mandato fino alla vicenda Santiago. All'epoca Miller aveva sponsorizzato la scalata del procuratore Ruocco ed era stato coinvolto dallo scandalo solo marginalmente, ma questo non aveva impedito al congresso di pretendere e ottenere il suo pensionamento anticipato.

-Tutto il dossier riguardava un vecchio caso che ormai non interessa più a nessuno- rispose il senatore cercando di ritrovare un minimo di tranquillità, quelle storia aveva già rovinato la sua carriera

-A quanto pare interessa ancora invece- continuò l'agente

Il senatore cominciava ad essere spazientito, era riuscito a cavarsela la prima volta e ora che pensava di poter stare tranquillo, che quella storia ormai facesse parte del passato, di riuscire con il tempo a risalire la china, invece stava di nuovo per essere catapultato in quel turbine di violenza e falsità che era stata la vicenda Santiago. Girò lo sguardo in cerca del suo avvocato, che assentì con un cenno del capo. C'erano solo loro tre in quella stanza. Il senatore Miller fece un profondo respiro prima di proseguire

-Il dossier riguarda Carlos Santiago- disse tutto d'un fiato

L'agente scrisse qualcosa sul taccuino

-Perché era importante? – chiese l'agente

-Non lo so, è un caso morto e sepolto che ormai non interessa più a nessuno- rispose il senatore

-Questo lo valuteremo con le indagini- disse l'agente fissando il senatore negli occhi- Non le chiedo come mai lei era in possesso di quel fascicolo credo che la risposta sia chiara- sorrise facendo intendere al senatore che era a conoscenza del suo coinvolgimento nel vecchio caso- voglio solo sapere cosa c'era di così importante da rubarlo-

Il senatore non rispose, si girò verso il vecchio avvocato che si alzò immediatamente avvicinandosi all'agente federale

-Lei ci è stato caldamente consigliato per risolvere questa situazione senza il coinvolgimento del senatore- disse l'avvocato- e credo che l'esito di questo non possa fare altro che agevolare la sua brillante carriera- sorrise porgendo all'agente un foglio- qua trova tutti i nomi che facevano parte in un modo o nell'altro della vicenda Santiago-

Bolder prese la lista di nomi.

-Confidiamo nella sua più completa discrezione- disse ancora l'avvocato facendo capire che il colloquio era finito.

L'agente dopo aver guardato i nomi sul foglio lo piegò e infilò in tasca, poi con un cenno del capo uscì dalla stanza accompagnato dall'avvocato.

-Possiamo fidarci di lui? –chiese il senatore appena l'avvocato chiuse la porta

-Lo spero- rispose l'avvocato con un sussurro- lo spero davvero.

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Il corpo senza vita era coperto da un telo che lo riparava dalla neve che continuava a cadere. La zona era stata transennata e gli agenti della scientifica stavano cercando di recuperare più indizi possibili, ma le condizioni del tempo non aiutavano anche se avevano provato a riparare la scena con enormi ombrelloni, la neve sciogliendosi portava via ogni traccia. Sarebbe stato un compito arduo trovare qualcosa.

-Sappiamo chi è? –chiese il detective

-Non ha documenti addosso- rispose un agente

-Come è morto? –chiese ancora il detective

Il medico legale che era chino sul corpo si rialzò

-Colpo preciso alla gola, un taglio netto, credo che la morte si possa attribuire a questo- disse il medico

-E' stato sgozzato? –chiese il detective

-Sarò più preciso dopo l'autopsia ma credo di si- asserì il medico prima di ritornare ad analizzare il corpo.

Il detective si sistemò il bavero della giacca poi si avviò alla sua auto

-Voglio tutto sulla mia scrivania al più presto- gridò.

Michael Rossi era uno dei migliori detective del distretto, era riuscito a guadagnarsi il rispetto degli altri poliziotti grazie ad un intuito ed una costanza nelle indagini davvero unica, quando fiutava un caso non mollava mai, tanto che ormai per i colleghi era soprannominato "il lupo". Come si poteva chiaramente intendere dal cognome, era di origini Italiane, i suoi nonni paterni erano emigrati negli Stati Uniti da un piccolo paese della Basilicata, Picerno e lui fin da piccolo era cresciuto con i racconti e i ricordi di sua nonna che gli narrava con un sottile filo di voce, di briganti che saccheggiavano il paese e poi passavano di fattoria in fattoria e loro dovevano nascondere il raccolto sotto terra per non farselo portare via, era affascinato da quelle storie e da quel paese dell'appennino Lucano posto alle pendici del monte Li Foj tanto da avere come unico desiderio un giorno di andare a visitare quel posto. La terra di origine della sua famiglia, le sue radici. Da piccolo viaggiava con la fantasia seguendo la voce di sua nonna, ora che sua nonna se ne era andata da molti anni, gli rimanevano solo ricordi ma anche adesso nonostante tutto ripensandoci erano molto meglio i briganti dei racconti di quando era bambino che la malavita con la quale doveva confrontarsi ogni giorno. Sicuramente quelle storie avevano influenzato la sua vita e forse era anche per quei racconti che aveva deciso di fare il poliziotto, anche se questo non lo aveva mai detto a sua nonna. Salì in auto e mise in moto accendendo il riscaldamento al massimo. Attese qualche minuto gustando con gioia il flusso di aria calda che usciva dalle bocchette dell'auto, poi inserì la marcia e partì alla volta della centrale.

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Il porto del Pireo è il più grande scalo marittimo della Grecia, distante poco più di dieci km dal centro di Atene. La lussuosa nave da crociera aveva attraccato nella notte e sarebbe rimasta lì per due giorni. Il programma del tour prevedeva l'intera giornata odierna per visitare Atene e i suoi splendidi monumenti archeologici a cominciare dal museo di Odos Har situato a poche decine di metri dal porticciolo turistico, mentre il giorno successivo il giro con il traghetto per visitare le splendide isole Greche. Robert e Madeleine si stavano avviando verso il museo, la mattina era splendida e lei in preda ad una fervente eccitazione, continuava a scattare foto. Robert si divertiva molto guardandola, lei che era sempre stata tutta d'un pezzo, professionale, impassibile, perfetta, quasi fredda e distante, ora sembrava una bambina golosa dentro un negozio di dolciumi. Aveva amato Madeleine probabilmente dal primo momento che l'aveva vista nella saletta dei colloqui del carcere in cui era stato rinchiuso. Ricordava ogni momento di quel giorno, ogni più piccolo frammento di quel periodo era stampato in modo indelebile nella sua mente. Erano passati più di due anni e ancora quella storia non lo abbondonava, nonostante lei e quello che provava per lei, ancora sentiva quell'angoscia e quel senso di claustrofobia che lo aveva avvolto in quei giorni, ancora adesso se chiudeva gli occhi rivedeva quel volto nello specchio. Carlos era lì con lui, da sempre, sepolto dentro di lui, in ogni momento della sua giornata, in ogni istante della sua vita.

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