In quel momento tutto era perfetto

14 0 0
                                    

Il giorno dopo io e Justin siamo andati a scuola assieme e nel tragitto gli ho raccontato cosa era successo tra Alice e Parker. Scesi dalla macchina lui mi ha preso la mano prima di entrare.
"E' tornata insieme ad un bugiardo" sentivo delle ragazze mormorare "Come fa a piacergli un ragazzo del genere"
"Non ti preoccupare Brooke" mi rassicura Justin stringendomi la mano più forte.

Mentre camminavamo per i corridoi il ragazzo che lo aveva picchiato si avvicina e lo spinge contro gli armadietti.
"Hey! Senti smettiamola di litigare e ognuno per sé" gli dice Justin cercando di mantenere la calma.
"Oh ora stai meglio visto che la tua bambolina è tornata da te?" gli chiede deridendolo.
"Justin" lo chiamo sperando di distrarlo dall'idea di esplodere e spaccare la faccia a quel disgraziato.
Lui sposta lo sguardo su di me e spinge via il ragazzo. Poi mi riprende la mano e continuiamo a camminare.
"Sono tutti così cattivi in questa scuola" dico alzando gli occhi al cielo.
"Benvenuta al liceo Brooke"
"Lo so" gli sorrido prima di dargli un bacio.
"Non voglio che te ne vada" mi dice facendo una faccia triste.
"Devo andare in classe" rido prima di salire le scale.
"Ci vediamo dopo" dice salutandomi con la mano.

Dopo scuola Justin ha detto che mi avrebbe aspettato fuori. Così sono passata dal mio armadietto per lasciare i libri e noto dei ragazzi avvicinarsi. Noncurante continuo per la mia strada. Uno di loro mi da una sberla sul sedere.
"Sei carina" dice con un mezzo sorriso.
"Non mi toccare" rispondo girandomi.
"Beh se non sei gentile con me io non lo sarò con te" sorride spingendomi con violenza contro gli armadietti. In quel momento sento un dolore lancinante alla schiena.
"Andiamocene, giocheremo con lei un'altra volta" dice prima di voltarsi e andarsene insieme ai suoi amici.

Mi rialzo sentendo il dolore aumentare. Arrivata fuori vedo Justin guardarmi con aria preoccupata.
"Stai bene?" chiede appoggiandomi una mano sulla schiena.
"Non toccarmi" urlo.
"Qualcuno ti ha fatto del male?"
"Portami a casa ti prego" 
"Salta" dice dandomi le spalle.
"Cosa?"
"Salta in braccio, ti porto alla macchina".

Faccio come dice e arriviamo alla macchina, dove mi adagia sul sedile facendo attenzione a non farmi male. Dopo essere salito ed aver acceso la macchina preme il piede sull'acceleratore ed usciamo a gran velocità dal parcheggio della scuola.
"Ti porto a casa mia" dice senza staccare lo sguardo dalla strada.

Arrivati mi aiuta ad uscire e mi accompagna dentro. Mollo le mie cose e corro in bagno. Dopo essermi tolta la maglia noto un grosso taglio e c'era sangue dappertutto.

"Justin potresti aiutarmi per favore?" lo chiamo uscendo dal bagno.
"Cosa ti serve?"
"Cerotti, anzi meglio se hai delle bende" rispondo tornando in bagno.
Justin torna con in mano bende e disinfettante.
"Fammi vedere" dice dolcemente, così alzo la maglietta.
Lui mi guarda per un attimo.
"Okay, devo prima pulirlo e disinfettarlo. Ma dovrai toglierti toglierti la maglietta" mi dice mordendosi un labbro.
Così mi levo la maglia. Vedevo il suo riflesso nello specchio, era così concentrato e faceva il possibile per farmi meno male possibile.
"Hai finito?" chiedo.
"Un altro po'..."
"Aia!! Quello fa male!" urlo appena appoggia il cotone con il disinfettante.
"Scusa!" grida spaventato.

Finalmente mi copre la ferita con una benda prima di porgermi una maglietta pulita.
Così la indosso e andiamo in salotto.

"Aw, ti sta bene la mia maglietta" dice porgendomi la mano invitandomi a sedere di fianco a lui.
"Grazie per avermi aiutato" dico dandogli un bacio sulla guancia.
Lui sorride e io appoggio la testa sulla sua spalla. Lui allora mi da un bacio sulla fronte.
"Nessun problema" dice.
Io chiudo gli occhi rilassandomi. In quel momento, tutto era perfetto. 

Da quel giorno Justin sembrava un'altra persona. Certo, avevamo comunque i nostri litigi, ma sempre per sciocchezze, mai qualcosa di serio.
Era già passato un mese e non mi sembrava vero. Molte persone ci criticavano e alcuni dei miei amici si erano allontanati. Ma a me non importava, insieme a Justin ero felice.
Negli ultimi giorni però, aveva iniziato a comportarsi in modo strano. Non c'erano risate, abbracci o baci. Mi scriveva tardi alla sera per chiedermi di vederci e questo aveva iniziato a preoccuparmi. Ma ogni volta che sollevavo l'argomento lui si arrabbia e mi urla addosso. E nel frattempo ho conosciuto il resto del suo gruppo, Mason, John, Jake, Alex e Ryan. Erano tutti qualche anno più grande, quindi avevano già finito il liceo.

Il telefono squilla.
"Hey Brooke, ho bisogna che tu venga subito" mi chiede Parker.
"Dove?" chiedo preoccupata.
"A casa mia... ho bisogno di parlarti"
"Arrivo subito".

Così prendo la giacca e mi avvio verso casa di Parker. Entro e vado subito in camera sua trovandolo seduto sul letto a fissare il vuoto.
"Hey, che succede?" gli chiedo accennando un sorriso, "Parker? Cosa c'è che non va?" chiedo preoccupata sedendomi vicino a lui.
"Io... Io non..." inizia a balbettare.

In quel momento Justin salta fuori dall'armadio facendomi urlare forte per lo spavento.
Intanto Justin scoppiano a ridere dandosi il cinque.
"Te l'abbiamo fatta" dice Parker facendomi l'occhiolino.
"Io vi detesto!" urlo sentendo il cuore battere ancora fortissimo.

Justin mi lancia uno sguardo veloce, ma appena incrocio il suo sguardo guardo sa un'altra parte. Lui sembra confuso, ma sospira e distoglie lo sguardo anche lui.
"Coooomunque... ESTATE! La scuola finisce domani!" Parker annuncia lanciando le mani in aria a segno della sua felicità.
"Finalmente!" rido.
Justin continuava a fissarmi, ripensando a come lo avevo guardato poco prima.
"Brooke, tu, io, Justin e gli altri andremo tutti nella mia casa al mare!" mi dice Parker felice.
"Come scusa?" chiedo confusa, "Io non credo che"
"Già lo sai che avrà altro da fare Parker. Non capisco perchè ci provi lo stesso" sento Justin dire con un tono freddo.
"Non capisco scusa, di cosa stai parlando?" chiede Parker confuso, "Non dovreste essere felici di passare l'estate assieme?" aggiunge.
"Si può sapere qual'è il tuo problema?" chiedo rivolgendomi a Justin.
"Tu sei il mio problema"
"Che cosa ti ho fatto?"
Lui si limita a sospirare e a guardare da un'altra parte.
"Dai ragazzi, non litigate adesso. Domani andiamo tutti alla casa al mare" si intromette Parker sentendosi un po' in imbarazzo ad essere lì tra me e Justin.
"Zitto un attimo! Che cosa ti ho fatto?" dico prima a Parker per poi tornare a guardare Justin.
"Tutto!" urla.
"Bene, vai a farti fottere allora!" urlo uscendo dalla camera e sbattendo la porta.


He is troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora