Punto di vista di Justin
Dopo quel giorno, io e Brooke non ci siamo più rivolti la parola. Cercavo in tutti i modi di non pensare a ciò che era successo. Chloe era la perfetta via di fuga, baciarla o andarci a letto mi teneva la mente occupata e mi ricordava che avevo un patto da mantenere. Ogni tanto quando rimanevo da solo in camera sentivo lei e Parker ridere nella stanza di fianco e non potevo far altro che incuriosirmi. Anche solo a pensare a lei il mio battito accelerava, nonostante tutto quello che era successo, lei continuava ad avere uno strano effetto su di me.
"Non mi importa di lei" mi ripetevo.
"Ti importa eccome" una voce nella mia testa rispondeva.
"Ho mentito. Ho mentito!" urlo prendendo un vaso e lanciandolo contro il muro e mentre lo guardavo frantumarsi una lacrima mi rigava la guancia.Parker e Alex entrano di corsa preoccupati.
"Che succede?" chiede Alex.
"Niente" rispondo cercando di mantenere la calma mentre mi volto per guardarli, "L'ho urtato per sbaglio"
"Oh.. Ti aiutiamo a pulire" risponde Alex con un sorriso.Parker continuava a fissarmi, probabilmente intuiva che c'era qualcosa che non andava.
"Vado a prendere la scopa" dice prima di uscire dalla camera per correre al piano di sotto.
Poco dopo si ripresenta alla porta e lasciando le cose che ci servivano per pulire in mano ad Alex lo vedo scendere le scale di nuovo."Cosa vuoi?" sento la voce di Brooke, probabilmente Parker era andato a sedersi vicino a lei sul divano, riuscivo a sentire tutta la loro conversazione.
"Niente" le risponde ridendo.
"Stavo scherzando" Brooke risponde, suppongo con un sorriso.
"Volevo chiederti una cosa" continua Parker.
"Allora chiedi"
"Ti andrebbe di venire in spiaggia con me questa sera?" le chiede e nel suo tono riuscivo a percepire un certo nervosismo.
"E' un appuntamento?" chiede Brooke e io trattengo il respiro chiudendo gli occhi, sperando che tutto ciò non stesse accadendo.
"Beh... si" le risponde Parker.
"Allora va bene" conclude Brooke.Quelle parole, quelle parole mi avevano colpito più di quanto volessi. Anche se mi sforzavo di convincermi che nei suoi confronti non provavo più niente, in quel momento ero geloso e ferito.
"Cosa fai sulla porta?" mi chiede Mason ridendo.
"Oh, um, stavo andando in cucina" rispondo prima di avviarmi velocemente verso le scale.
"Strano ragazzo" lo sento ridere mentre mi allontano.Così vado in cucina e prendo una bottiglietta d'acqua dal frigo e il necessario per farmi un panino prima di sedermi al tavolo. Ad un certo punto noto Brooke entrare in cucina. Essere nella stessa stanza con lei mi rendeva nervoso, anche perchè non succedeva mai niente di buono. Lei si limita a prendere del latte e dei biscotti per poi sedersi dall'altra parte del tavolo. Il silenzio ci circondava e la tensione si poteva tagliare con un coltello.
Il silenzio viene interrotto da Chloe che entra indossando il suo bikini.
"Cosa vuoi Chloe?" le chiedo guardandola.
"Andiamo in spiaggia" mi risponde con un sorriso.
"Arrivo tra cinque minuti" le rispondo. Così finisco il mio panino e mi alzo, ma prima di uscire mi volto per guardare Brooke ancora una volta. I nostri sguardi si incrociano e per un attimo ci guardiamo intensamente, ma poi decido di uscire definitivamente dalla stanza.Punto di vista di Brooke
I suoi occhi, in questo momento erano diversi. Negli ultimi giorni Justin mi aveva guardata con occhi pieni di odio, ma in questo momento sembravano calmi, come se tutto fosse svanito. I miei pensieri si interrompono quando lui distoglie lo sguardo e se ne va.
Ma ora avevo altro a cui pensare, più tardi avrei avuto un appuntamento con Parker. Provavo sentimenti tra di loro contrastanti. Da un lato ero felice, ma dall'altra non sapevo cosa aspettarmi. Dopo tutto eravamo sempre stati solo amici. Così finisco di mangiare i miei biscotti e salgo in camera per iniziare a preparami.Dopo una bella doccia calda vado all'armadio e guardando i vari vestiti che mi sono portata decido di mettere un paio di pantaloncini bianchi con una maglia senza spalline verde acqua, così da far risaltare la mia abbronzatura acquisita negli ultimi giorni.
Poi passo ai capelli. Dopo averli asciugati decido di fare una treccia a cascata per poi fare arricciare in larghi boccoli le ciocche che scendevano sulle mie spalle. Come ultima cosa mi trucco. Scelgo di restare abbastanza naturale, quindi metto un po' di blush giusto per dare un po' di colore alle guance, un po' di mascara per ingrandire gli occhi ed infine del rossetto. Dopo essermi infilata le mie converse bianche scendo le scale ed entro in salotto, dove trovo Parker seduto sul divano ad aspettarmi. Quando si accorge che sono entrata si volta per guardarmi.
"Sei pronta?" mi chiede con un sorriso e io annuisco, "Stai molto bene" aggiunge squadrandomi da capo a piedi.
"Grazie" dico arrossendo leggermente.Così usciamo e ci avviamo verso la spiaggia. Camminiamo seguendo il percorso del mare, lasciando che le onde ci bagnino i piedi.
"Quindi... tu e Justin..." inizia Parker.
"Non voglio parlare di lui, siamo ad un appuntamento" lo interrompo guardandolo seria.
"Scusa" dice abbassando lo sguardo.
Gli sorrido cercando di rassicurarlo e lui mi da una spinta facendomi quasi cadere in acqua.
"Non farlo!" urlo picchiandolo con le scarpe che avevo in mano.
Allora Parker scoppia a ridere e mi prende per i fianchi e tirandomi su per poi caricarmi sulla sua spalla.
"Noooo! Fermo Parker" urlo scalciando cercando di liberarmi. Ma lui continua a ridere e prima che io me ne accorga mi lascia cadere nell'acqua."Ti odio!" grido, "I miei vestiti!" continuo guardando i miei vestiti fradici, "E i miei capelli!" dico indicandoli.
"Non essere così melodrammatica!" risponde continuando a ridere.
Continuando a guardarlo esco dall'acqua.
"Non sei davvero arrabbiata vero?" mi chiede prendendomi la mano e voltandomi facendo si che lo guardassi. Stavo facendo tutto il possibile per restare seria per fargli credere che fossi veramente arrabbiata. Ma lui continuava a guardarmi con quel suo sorriso.
"Okay non ce la faccio" scoppio a ridere.
"Lo sapevo che non potevi arrabbiarti con me" risponde ridendo.Il silenzio cade su di noi appena smettiamo di ridere e Parker mi avvicina a lui.
"Devo chiederti una cosa" dice guardandomi intensamente negli occhi.
"Chiedi allora" rispondo appoggiando le mie braccia sulle sue spalle per poi intrecciare le mie dita dietro al suo collo.
"Vuoi essere la mia ragazza?"
Non credevo alle mie orecchie. Non sapevo cosa dire, ma dentro di me ero davvero felice e quasi emozionata.
"Va bene, sarò la tua ragazza" rispondo con un sorriso.
Felice della mia risposta, Parker sorride prendendomi il viso nelle sue mani e avvicinandomi a lui per baciarmi. Entrambi sorridiamo nel mezzo del bacio.
"Torniamo a casa" dice infine Parker prendendomi la mano.Appena entrati in casa sento i ragazzi in salotto, così ci dirigiamo verso di loro.
"Oh eccoli qua!" sorride Jake.
Subito noto lo sguardo di Justin, fisso su me e Parker per poi spostarsi sulle nostre mani intrecciate.
"Allora?" chiede Alex facendo un grande sorriso.
"Si, stiamo insieme" risponde Parker contento.
"Evvai!" dicono tutti felici per noi. Tutti tranne Justin ovviamente.Justin continuava a fissare il pavimento tenendo le mani in tasca. Io continuavo a fissarlo e pian piano lui ha alzato gli occhi incontrando il mio sguardo. Contraendo la mascella si alza e va verso le scale. Riuscivo a vedere tutta la sua rabbia.
Parker mi guarda con un sorriso. Ma tutto quello a cui riuscivo a pensare era Justin.
"C'è qualcosa che non va?" mi chiede.
"Come? Oh, no" gli rispondo sorridendo, "Vado di sopra a cambiarmi" concludo dandogli un bacio sulla guancia prima di salire le scale.
Prima di andare in camera mia mi soffermo davanti alla porta chiusa della camera di Justin e accosto l'orecchio. Sembrava stesse piangendo.
"Perché?" continuava a chiedersi, "Perché sono stato così stupido!".
A quelle parole le lacrime mi riempiono gli occhi e corro in camera."Cosa succederà adesso?" mi chiedo tra le lacrime fissando il soffitto sdraiata sul letto.
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He is trouble
FanfictionJustin Bieber, il cosiddetto "bad boy" della scuola, il ragazzo che ogni giorno è con una ragazza diversa. Avevo sempre pensato che persone del genere non avrebbero mai fatto parte della mia vita. Eppure in un modo o nell'altro... ci sono rimasta in...