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L'orologio segnava le quattordici , quando dovetti rientrare dalla pausa pranzo.

"Ally!"chiamai la mia assistente :"Dammi una mano."

Ero inzuppata dalla testa ai piedi,dato che fuori pioveva a dirotto e non avevo con me  un ombrello.La bionda corse nella mia direzione,sfilandomi il cappotto. Mi passai la mano tra i capelli ,in segno di frustrazione,e le chiesi:"A che ora è il prossimo appuntamento?"

"Esattamente tra cinque minuti."rispose,osservando l'agenda da dietro la sua scrivania.

Perfetto,pensai. Non solo c'era un tempo terribile,motivo primo del mio ritardo,ma non avevo nemmeno qualche minuto in più per rilassarmi e bere un bel caffè caldo. Sistemai frettolosamente i fascicoli dei pazienti precedenti nei cassetti,tentando di fare ordine tra le scartoffie. Ero una psicologa,a parere di molti una delle più brave. Molta gente veniva da me,persone senza speranze e bisognose di aiuto. Qualcuno bussò alla mia porta ed era proprio in momenti come quelli,in cui non avevo un attimo di respiro,che rimpiangevo il mio lavoro. Avevo parecchie sedute al giorno e ,anche se ciò comportava un buon guadagno,riconoscevo di avere pochissimo spazio per me stessa e per attività extra-lavorative.

"Avanti!"esclamai,sedendomi con compostezza sul divano di pelle e afferrando un quadernetto dove appuntare i problemi del paziente. Una ragazza dai lunghi capelli castani fece la sua comparsa e,non appena se li scostò dalla faccia,la riconobbi. Il tempo sembrò fermarsi,una serie d'immagini cominciò a sfrecciare nella mia mente. Cinque anni. Erano passati cinque anni dall'ultima volta che l'avevo vista.

"Cosa ci fai qui?"chiesi,con un misto di stupore e freddezza al tempo stesso.

"Non posso prendere un appuntamento dalla psicologa migliore di Miami?"sorrise divertita.

Come poteva presentarsi così contenta?Come se il tempo e la distanza non avessero fatto il loro corso,facendoci diventare due perfette estranee. A distanza di così tanto quella ragazza continuava comunque  a stupirmi.

"Sul serio,cosa ci fai qui?"continuai. Non era cambiata molto,adesso mostrava soltanto dei lineamenti più maturi,quelli di una donna.

Chiuse la porta alle sue spalle,poi disse:"Senti,avevo bisogno di vederti. So che può sembrare una cosa stupida,dopo cinque anni,ma ne sentivo il bisogno. Ora che sono tornata in città sei stata il mio primo pensiero."

C'erano così tante cose che avrei voluto chiederle,ad esempio cosa avesse fatto,con chi si era frequentata,ma non la interruppi:"So di avere sbagliato allora,ma ero ubriaca. Tu più di tutti sai che bere troppo può portare a situazioni compromettenti,ma hai preferito affidarti alla gelosia e non credermi..."

"Camila,quando si é sotto l'effetto di alcolici si dice e si fa quello che in realtà è sepolto dentro di noi. Tu volevi baciare Shawn e ,non appena ti sei ubriacata,l'hai fatto."affermai rigidamente.

"Ma se fosse stata un'azione dettata da un semplice stato di incoscienza? Io non lo volevo baciare,Lauren. Sai anche tu quanto ti amassi e che l'ultima cosa che avrei voluto fosse farti del male."ribadì:"Ma tu hai preferito scegliere la via più facile e andartene dalla mia vita,senza provare a credermi o a riscattarmi. Di punto in bianco sei partita per il college e non mi hai nemmeno detto addio. Dovresti vergognarti Jauregui, tu e la gelosia siete capaci di portare distruzione."

Sorbii silenziosamente le sue parole. Eravamo due ragazzine così inesperte al tempo,credevamo di sapere così tanto sull'amore quando ne conoscevamo ben poco. Allora avevo vent'anni,lei solo diciannove.

"Se solo mi avessi ascoltata ,anche solo per un'istante,a quest'ora non sarei qui a prentendere il tuo perdono in modo così patetico."sputò:"Cosa credo,eh? Che tutto si sistemerà? Che cambierà?"

Si sedette sulla poltrona a lei destinata,prendendosi la testa tra le mani. Il suo respiro si regolarizzò sotto il mio sguardo attento:"Tu ci credi al cambiamento?Credi che le persone possano cambiare?"

Scossi la testa:"Non radicalmente.Un comportamento si può modificare con molta facilità ma un carattere no,per quanto ci possiamo provare rimaniamo sempre gli stessi."

"Invece credi che i sentimenti possano subire un cambiamento?"

"Oggettivamente i sentimenti cambiano in base alla situazione.Ma a volte,quelli profondi,restano impressi nel cuore."

Sorrise,un sorriso disperato:"Beh,Jauregui,i miei sono fottutamente vividi e presenti."

Sentii un nodo in gola.Era il senso di colpa per averla abbandonata,per essere stata una stupida che tentava di fare la vittima in una situazione in cui il dolore si sarebbe ritorto contro Camila stessa.Non che per me fosse stato facile,sia chiaro.Per oltre un anno non mi legai ad alcuna persona,pensando soltanto al gesto estremo che avevo compiuto scappando via da lei.A vent'anni molti pensano che bisognerebbe essere già maturi,ma io non lo ero.Partecipavo a tantissime feste,ero quasi sempre sbronza e fumavo un bel po' di erba.Camila mi seguiva a ruota,influenzata da me e dalla mia incoscienza.Forse se non l'avessi portata sulla cattiva strada,se non l'avessi istigata ad ubriacarsi anche quella sera,non ci sarebbe stato nessun bacio con Shawn e nessuna fuga.Avevo più colpa di quanto credessi.

"Cos'hai fatto in tutto questo tempo?"chiesi , frettolosa di sviare il discorso.

"Oh,niente di bello."sorrise amaramente:"Dopo che te ne sei andata ho avuto un esaurimento nervoso,mi sono buttata completamente in alcool e droga e negli ultimi due anni sono stata rinchiusa in un maledetto centro di riabilitazione."

Sgranai gli occhi,adesso sì che il senso di colpa si era intensificato.Ero stata la definizione di 'stronza'.Non una chiamata,non un messaggio.Io ero uscita da quel circolo vizioso fatto di droga e alcool mentre lei ci si era buttata a capofitto.Aveva passato un inferno solo ed esclusivamente a causa mia.

"Potevi almeno dirmi come stavi,invece d'ignorare tutti quei messaggi che ti lasciavo in segreteria.Hai anche avuto il coraggio di cambiare numero per evitare che ti cercassi ancora..."mormorò con sguardo basso.Poi alzò la testa,gli occhi pieni di rabbia e le mani strette a pugno:"Mia madre mi ha cacciata di casa e non avevo più idea di dove andare!"

Ormai urlava ed il suo repentino cambio d'umore mi fece capire quanto fosse instabile emotivamente.Ed io aiutavo le persone instabili.Sembrò calmarsi,la rabbia sparì così com'era comparsa.Strinse nervosamente le dita della mano intorno al manico della sua borsetta,quasi come se quel gesto potesse far sparire tutta la tensione che si era creata all'interno della stanza.

"Ho...sbagliato a venire qui."sussurrò,la voce adesso sembrava incrinata.Si alzò,non era più tanto sicura di sé come quando era entrata.Mi guardò per un interminabile momento,ero rimasta seduta al mio posto senza più proferire parola da quel suo scatto di rabbia.I suoi occhi avevano una luce indecifrabile,il suo labbro era torturato dai suoi denti bianchi e perfetti.Normalmente quel suo gesto mi avrebbe mandata in tilt,ma non più.Era diversa,tormentata e sembrava aver perso quella sua solita vivacità.Io avevo spento ed ucciso la vera e dolce Camila,quella che la mattina ,appena sveglie e stremate da una notte intensa d'amore,si stringeva al mio corpo nudo in cerca di calore.Si voltò,dirigendosi verso la porta.

"Camz..."sussurrai.Si voltò,una nuova speranza presente nel suo sguardo.Quello era il soprannome che utilizzavo ogni volta,ero l'unica che aveva il permesso di chiamarla così.Uno strano senso di nostalgia mi attanagliò il petto,mentre pronunciavo le seguenti parole:"Magari potresti venire la prossima settimana per un'altra seduta.Se sono io la causa dei tuoi sbalzi d'umore...forse posso aiutarti."

After Years-Camren(#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora