XII

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Non appena scesi dalla macchina,ancora intontita,Austin mise in moto.

"Bastardo!"gridai,ma non potevo fare altro.Voleva dire che,agli altri mille problemi,si sarebbe aggiunto anche quello di comprare una nuova auto.Camminai fino all'entrata dell'ospedale.Dovevo essere conciata parecchio male,ma Camila era la mia unica priorità in quel momento.

"Sono...Sono Lauren Jauregui."biascicai,tentando di restare lucida,ad un'infermiera:"La mia ragazza è ricoverata qui.Si chiama Karla Camila Cabello Estrabao."

La donna rispose dicendomi:"Stanza 351."

"Mi...può spiegare in breve cosa le è successo?"

"E' stata aggredita da alcuni uomini,si rimetterà presto."mi comunicò.

Annuii,ancora frastornata.Il mio disorientamento era chiaro e trovare la stanza mi fu parecchio difficile,ma mai come vedere il suo volto pestato,le sue braccia piene di lividi e tagli.La sua bellezza,adesso,mi appariva oscura e martoriata.Avete presente quando vi si forma un familiare groppo in gola?Non è ansia,non è paura.E' la consapevolezza.La consapevolezza che ,se solo non fossi stata così egoista da lasciarla sola,nulla di tutto questo sarebbe successo.Entrai,tentando di non svegliarla,ma fallii.I suoi occhi si aprirono,le sue labbra provarono a curvarsi in un sorriso.Assomigliava più ad una smorfia,ma sapere che aveva anche solo la minima forza di provare a sorridere mi rincuorò.Era me che voleva vedere,era me che aveva probabilmente aspettato per tutto quel tempo.Non mi avvicinai al letto,contrariamente a quanto volevo davvero fare.Avrebbe notato le mie pupille dilatate dall'effetto della droga,farla stare ancor più male era una mossa stronza.Comunque,anche da lontano,non dovevo avere proprio un bell'aspetto.

"E' inutile...che...cerchi di evitarmi...so tutto."affermò,con una certa difficoltà.Mi bloccai sul posto,gli occhi sgranati e la mente ancora offuscata.

"Ero lì."continuò,sistemandosi meglio sul letto e mettendosi a sedere:"Ti...ti ho seguita.Mentre ti osservavo comprare la roba da quel rasta...tre uomini si sono avvicinati.Volevano approfittarsi di me.Più opponevo resistenza...più mi punivano,picchiandomi.Alla fine...non hanno fatto nulla,mi hanno solo rubato il portafogli...sono riuscita a chiamare un'ambulanza per fortuna."

"Camz,io..."mormorai con voce spezzata,le lacrime che già rigavano le mie guance.

"Vieni qui."

Mi avvicinai e lei fece qualcosa d'inaspettato:mi baciò.Il sapore salato delle mie lacrime,si mischiò a quello delle sue labbra.

"Avrei solo voluto che me ne parlassi...ti aiuterò ad uscirne,non ti lascerò andare.Io non abbandono le persone a cui tengo,ma soprattutto te.Sei la mia fottuta àncora,Jauregui.Bellissima all'esterno,dannata dentro."ammise.

Era vero.Entrambe eravamo due cuori dannati,vittime di errori e sbagli.Però,insieme,ce l'avremmo fatta contro qualsiasi circostanza.Non avevo mai creduto alla cazzata delle anime gemelle,ma se davvero esistevano lei era senz'ombra di dubbio la mia.La mia persona,il mio tutto.Mi ci era solo voluto troppo tempo,troppi anni per capirlo.

"Ti amo."le confessai.Quelle due parole avevano per me un'intensità ed un'importanza grandissima e per la prima volta,dopo quel lungo periodo di separazione,erano uscite dalla mia bocca.

"Ti amo anch'io."disse infine,ricongiungendo le sue morbide labbra con le mie.

After Years-Camren(#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora