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Mi asciugai gli occhi,ormai rossi e gonfi per tutti quei pianti che avevano scosso il mio corpo nelle due ore precedenti.La porta dello studio si aprì,rivelando una Camila più bella del solito.

"Io...non pensavo che saresti venuta..."ammisi,prendendo il mio solito quadernetto degli appunti.Mi guardava in modo indecifrabile,probabilmente curiosa di sapere perché fossi in quel terribile stato.Diversamente da quanto mi aspettavo,non aprì bocca e si sedette al suo posto.Tentai di concentrarmi sulle domande da farle,ma tutto ciò a cui pensavo era allo schifo in cui era precipitata la mia vita nel giro di così poco tempo.Altre lacrime si formarono ai bordi dei miei occhi,mentre la mia mente sembrava essere completamente su un altro pianeta.Mi alzai e mormorai:"Forse...forse è meglio se rimandiamo la seduta...non è la giornata giusta."

"Cos'è successo?"si avvicinò,alzandomi il mento per farmi incontrare il suo sguardo curioso e pieno di compassione.Non volevo compassione,non volevo essere guardata come un cucciolo ferito al margine di una strada.Io ero forte,io potevo affrontare tutto,mi dicevo.Beh,forse erano solo bugie che ripetevo a me stessa nella speranza di rialzarmi.Mi scostai,le lacrime che scorrevano nuovamente sulle mie guance.

"Fa tutto così schifo Camz,è così dannatamente difficile..."dissi.Lei mi tirò a sé e non opposi alcuna resistenza.Il suo dolce profumo m'invase le narici e non mi resi conto di quanto mi fosse mancato fino a quel momento.Vaniglia,Camila per me era vaniglia,perché la fragranza di quest'ultima era su tutti i suoi vestiti,tra i suoi capelli e,a volte,anche sulle sue labbra.

"Ti va di raccontarmelo?"sussurrò al mio orecchio.Il suo fiato caldo s'infranse sulla pelle del mio collo,provocandomi una scossa elettrica in tutta la spina dorsale.L'effetto che la sua vicinanza mi faceva non era scomparso neanche dopo così tanto tempo.Annuii,completamente in balia della sua volontà e delle emozioni che mi aveva provocato.Ci sedemmo sul divanetto,lei che giocherellava con le mie dita ed io che raccontavo tristemente la mia situazione.Sembrava tutto così dannatamente surreale,quasi come se quei cinque anni non li avessimo mai trascorsi separate.

"...E quindi non ti chiedo di restare."conclusi,con un groppo in gola.Lei mi guardò scettica,quasi come se fossi pazza:"Come sarebbe a dire?Io resterò eccome."

"No,Camila,è pretendere troppo.Ti ho reso la vita un inferno,non voglio che ti faccia dell'ulteriore male a causa mia.E poi ho troppi problemi:sono incinta di uno stronzo che non vuole prendersi la responsabilità delle sue azioni e che mi lascerà in tredici con l'affitto,motivo per cui dovrò cercare qualcuno che divida lo studio con me,e sai che non è facile di questi tempi.Inoltre mi ha attirata nella trappola del tradimento,quella che mi ha fatta scappare via da te."

"Senti,Lauren,"disse fermamente :"tu ci sei stata nel momento più duro,ma allo stesso tempo più importante,della mia vita.Non ti abbandono così,su due piedi.So che mi hai fatto del male,ma ancora prima mi hai fatto del bene."

Sapevo quale fosse il momento più importante della sua vita:il suo Coming Out.La mia mente tornò a quel giorno...

"Andrà tutto bene,Camz."le strinsi la mano.Lei sorrise,annuendo debolmente.Avrei voluto protendermi per baciarla in quel preciso istante,ma dovetti trattenermi.Quando perse il contatto con le mie dita,lo ricercò quasi subito,intrecciandole con più forza,come per trovare una sicurezza a cui appigliarsi.I suoi genitori,Sinuhe ed Alejandro,sembravano confusi dai nostri sguardi e dai nostri gesti.

"Mamma...papà...è difficile spiegare dal principio quando ho capito di essere diversa dalle altre bambine,ma forse l'ho sempre saputo.Mi sentivo più a mio agio tra i maschietti ,giocando con le macchinine che con le bambole.Crescendo mi è passata,ma ho dovuto affrontare qualcosa di più grosso di me,un grande punto interrogativo che mi attanagliava il petto e che non riusciva a trovare risposta.Mi distruggeva,mi faceva chiudere in me stessa e piangere la notte,silenziosamente,mentre voi dormivate tranquilli e ignari di tutto.Facevo i conti con me stessa in ogni secondo delle mia vita.Oggi sono qui per rendervi partecipi del mio più grande incubo ed anche della cosa migliore che mi sia capitata nel corso della mia breve esistenza...sono lesbica e Lauren non è soltanto la mia migliore amica,ma è anche e soprattutto la mia ragazza,l'amore della mia vita.Senza di lei non avrei saputo trovare risposta ai tanti dubbi che circolavano nella mia mente,nel mio cuore.Lei ha ricostruito i pezzi di un doloroso e difficile puzzle.Prima che diciate la qualunque,vorrei specificare che essere gay non è qualcosa che si sceglie,è qualcosa che,a parer mio,si è dalla nascita e che si scopre e manifesta durante il proprio percorso di vita.Io non ho scelto di essere così,l'ho solo accettato e tutto questo grazie a Lauren."

Silenzio.I suoi genitori ci guardavano allibiti,stentavano a credere che la loro amata figlioletta potesse essere,beh,sì,diversa.A parer mio la diversità è speciale,solo che la gente questo non lo comprende.

"Anche tu...Lauren...sei...ecco..."tentò di chiedermi suo padre.

"Sono bisessuale signore,ciò significa che mi piacciono sia uomini che donne.Ma stia tranquillo che non sono una di quelle ragazze che passa da un letto all'altro,io amo davvero sua figlia e farò di tutto per renderla felice."

Si guardarono:"Camila,sei nostra figlia e ti vorremo bene sempre allo stesso modo.Apprezziamo il fatto che tu ci abbia resi partecipi di questa parte di te che ,ammettendolo sinceramente,sospettavamo già esistesse.Sbaglio o qualche volta hai provato a mandarci dei segnali?"

La ragazza annuì,arrossendo:"Sì,ma credevo che non li aveste colti..."

"Invece siamo solo dei bravi attori!"rise Alejandro,prima che il suo sguardo si spostasse su di me:"E tu,Lauren,voglio che ti prenda cura di mia figlia.Se la ami come dici proteggila sempre di fronte alla bastardaggine della vita.Non dico che non potete baciarvi per strada o tenervi per mano,ma sapete come sono fatte le persone e ,nel caso in cui,qualcuno sia intollerante al vostro amore fategli vedere che si sbaglia,ma sempre misurando e valutando il giusto peso delle parole.Detto questo,vi auguro il meglio."

Alejandro mi aveva colpita parecchio,dimostrandosi un uomo dalla mentalità aperta.Mio padre non era stato molto contento quando gli avevo rivelato la mia bisessualità,ma poi ,anche se con qualche fatica,lo aveva accettato.Mi risvegliai dai miei pensieri,incrociando lo sguardo attento di Camila ,già posto su di me.Suo padre mi aveva chiesto di proteggerla dalle sofferenze della vita,io invece gliene avevo causate più di quante non ne avesse.Ero stata un mostro e non potevo davvero acconsentire al fatto che lei mi aiutasse,anche se volevo.Non potevo rischiare di provocarle altro dolore,di farle fare promesse difficili da mantenere.

"Non farlo,ti prego non cercare di aiutarmi.Io...non posso accettare."affermai.

"Perché?!?"mi scosse una spalla:"Ti amo,cazzo.So di aver passato un inferno a causa tua,ma la vera sofferenza era non averti accanto!Ora ho bisogno di ricominciare e senza di te so che non ce la posso fare,Lolo."

Notai di nuovo quel velo di disperazione nei suoi occhi.Lei aveva dei problemi con l'umore,dovevo pensare ad aiutare lei.Non doveva accadere il contrario,eppure,quando poggiò le sue labbra sulle mie,non potei non ricambiare.Adesso come potevo lasciarla andare?Avevo sentito di nuovo qualcosa di concreto,qualcosa che mi era mancato per tutti quegli anni e che cercavo disperatamente.

Prendere o lasciare?Decisamente prendere....

After Years-Camren(#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora