Il mio risveglio era stato al quanto sgradevole, i raggi del sole che filtravano dal mio finestrino mi accecavano in modo brutale e c'era un caldo intollerabile, così ero scesa dall'auto e mi ero fermata ad ammirare la casa scelta dai miei per vivere lontani dai ricordi del Canada. Aveva un tetto color blu pavone, era dipinta di un bianco antico ed era fornita di un portico con un mini divano in plastica dal colore azzurro fiordaliso, un tavolino ed una lanterna di metallo utile ad illuminare il piccolo spazio nelle ore buie.
"ci troveremo bene, i vicini sono silenziosi" ci informò mio padre spezzando il silenzio.
Mentre mio padre evidenziava gli svariati punti di forza della casa, io avevo adocchiato un mio coetaneo che usciva dalla casa accanto con uno skateboard tra le mani: era poco più alto di me, dai lineamenti energici e di una bellezza strana, ma che attirava. I bei capelli biondi e corti gli scivolavano sulla fronte, ombreggiata da due stupende sopracciglia dall'ardita arcata, delle labbra piccole mostravano dei denti scintillanti come perle e due occhi marroni di un fulgore che affascinava, che bruciava.
"resti lì a fare gli occhi dolci al vicino o ci dai un aiuto con le valige?" mi irritò mio fratello.
"Danny, non rompere!" esclamai contrariata.
"non credete sia meglio controllare le stanze in cui dovrete stare?" chiese papà divertito.
Io e quel babbuino c'eravamo scambiati una di quelle occhiatacce di disaccordo, poi c'eravamo imbattuti separatamente in casa. Avevo faticato molto per trovare le scale date le enormi pile di scatoloni, ma ero riuscita ad accedere al piano superiore ugualmente. La mia nuova stanza era situata sul fondo del corridoio e sulla porta in legno bianco si poteva sentire un forte odore di cannella, amplificato all'intero del luogo. Il mio sguardo era caduto sulle varie tonalità del blu che ornavano mobili, pareti, tende e tappeti. In complesso era una stanza mozzafiato, in grado di trasmettermi sicurezza.
"vuoi che modifichi qualcosa?" chiese papà alle mie spalle.
"oh..no, mi piace!" esclamai raggiante.
"hai ragione, è stupenda" confermò egli.
Avevo osservato oltre la mia finestra per essere a conoscenza della nuova vista che mi spettava, ma il biondo adocchiato in precedenza aveva in pugno la mia attenzione, stava sfrecciando per i quartieri con la sua tavola di legno ed il suo bel modo di padroneggiarla mi aveva affascinata.
"papà, posso uscire in skate?" chiesi garbata.
"si, a patto che dopo sistemi i tuoi bagagli" ci tenne a precisare categoricamente.
"certo!" esclamai divertita.
"magari Danny fosse come te" sospirò ironico.
"TRADITORE!" gridò egli dal corridoio.
Papà aveva abbandonato la mia stanza, ma non prima di essersi sbellicato dalle risate a causa della gelosia di Danny, detestava vedere me e nostro padre andare d'accordo dato che io ero solita schierarmi dalla parte di mamma.
Tra le mani stringevo il mio skate e mi ero a dir poco lanciata per le scale pur di uscire a cercare quel ragazzo misterioso, ma mi ero imbattuta in mia madre e Danny, molto curiosi di sapere dov'ero diretta.
"uh, Katherine che cerca il suo tesoro!" si fece beffa di me Danny.
"sbaglio o il tesoro sarebbe quel ragazzo che ha visto prima?" chiese mamma con curiosità.
"certo, lo mangiava con gli occhi" dichiarò egli abbastanza compiaciuto.
"sei invidioso perché sono pronta a costruirmi una vita sociale qui, a differenza tua" contestai cercando di spiazzarlo.
Già, forse volevo costruirmi una nuova vita lì e possedere sin da subito nuovi amici, o forse il mio intento era quello di insabbiare il fatto che ero molto nostalgia nei confronti del Canada.
"sono geloso, ti guardava come un tramonto in piena estate" ammise restio.
"tu geloso di me? Bella battuta!" esclamai più che sbalordita.
"ti guardava davvero così, ma tu sei la solita ragazzina distratta" rivelò ghignando.
Ero sfrecciata fuori per non sorbirmi altre delle sue stupide trovate per imbarazzarmi ed ero molto determinata a trovare quel ragazzo, ciò mi aveva costretta a vagare per i vari isolati, se Danny aveva detto la verità dovevo vederlo con i miei stessi occhi.
•~~~•Era passata poco più di un'ora e la mia ricerca si era rivelata vana, il ragazzo sembrava svanito nel nulla, ma, in compenso, avevo trovato una pista per skate. Lì potevo compiere le acrobazie che non avevo mai provato in Canada, ma per mia sfortuna, ero in compagnia di una ragazza dall'aria trasandata e che non sembrava affatto felice di dividere il posto con me.
"ti ha mandata Hunter qui?" chiese arrogante.
"in realtà sono nuova" risposi vaga.
"dubito che tu sappia come si usa davvero uno skate" insinuò beffarda.
"non ti interessa" la affrontai provocata.
"senti, ti consiglio di andartene da Swellview, quelle come te qui non devono starci" insinuò ancora, più categorica.
"non mi conosci" tagliai corto furibonda.
"abbastanza da sentire la tua aura" dichiarò e, a giudicare dal suo volto, sapeva cos'ero.
Ero così nervosa che sentivo di non avere alcun controllo sui miei poteri: il vento cominciava a soffiare in maniera energica, le chiome di tutti gli alberi venivano scosse con forza, il cielo si era trasformato in un manto grigio cenere, le nuvole stavano incombendo e scacciavano via il sole come mio padre faceva con i gatti randagi che si appropriavano della sua auto.
"sei la figlia di Merlino?" ridacchiò beffarda.
"ehi Priscilla, perché non sparisci? Faresti un favore a tutti!" ringhiò un ragazzo.
Il mio bel verde si era scontrato con il suo color nocciola e, ben presto, tutto si preparava a far ritorno alla normalità: il vento aveva cessato la sua rivolta, gli alberi erano tornati privi di vita, il cielo aveva riconquistato il suo dolce azzurro, le nuvole si erano dissolte ed il caro sole aveva di nuovo libero arbitrio.
"Henry" lo chiamò una ragazza dalla pelle un po' scura. "Io e Jasper ti aspettiamo al bar, mi sta irritando per uno stupido gelato!" esclamò visibilmente esasperata.
"bene, vi raggiungo appena Priscilla si decide a togliere le tende" li informò deciso.
"se preferisci una strega a me allora vado via ora" disse allontanandosi.
Certamente non ero una strega, come lei si era messa in testa, ma ero capace di cose che altri non riuscivano a fare e, certe volte, persino io ero stupita delle mie capacità.
"fino a poco fa non lo eri tu?" chiese con tono provocatorio.
"lei non è di questo pianeta, in futuro mi darai ragione" annunciò senza entrare nei dettagli.
Quella discussione mi stava dando il tormento, ero partita per Swellview a causa dei miei, ma mi ero ripromessa di mettere da parte i poteri e vivere una vita comune. Priscilla stava facendo crollare quella piccola chance che possedevo e, per di più, credeva ad una mia provenienza da un altro pianeta..stentavo a credere che i suoi poteri fossero meglio dei miei.
La ragazza si era lanciata in una foresta alle sue spalle ed aveva lasciato me ed Henry da soli, speravo con tutta me stessa che egli non avesse avuto il minimo sospetto verso me.
"mi cercavi?" chiese egli ridacchiando.
"strano modo di farti uscire allo scoperto" gli feci notare divertita.
"piacere, Henry Hart" disse sorridente.
"Katherine Shepard, ma tu puoi chiamarmi anche Kate" dissi mostrando un largo sorriso.
"ti va un gelato con me e i miei amici?" chiese abbastanza disinvolto.
"certamente!" confermai esaltata.
Non avevo certamente intenzione di rovinare la nostra conoscenza, ma ero molto favorevole a confermare la teoria di mio fratello riguardante il modo con cui Henry mi guardava..
•~~~•La gelateria in cui il ragazzo mi aveva condotta era molto spaziosa e luminosa, anche capace di allontanare i brutti pensieri per il dolce odore di cocco e per tutti i bei colori che la ornavano.
"piacere, Charlotte Bolton" dichiarò educata la ragazza scura di pelle.
"Jasper Dunlop, piacere mio!" esclamò un tizio dai folti capelli ricci e rossi.
"io sono Katherine Shepard" annunciai con un timido sorriso.
"per gli amici Kate" ci tenne a precisare Henry.
"cosa voleva Priscilla?" domandò Charlotte.
"voleva solo dare problemi" sminuii annoiata.
"stanne alla larga" consigliò Jasper.
"già, dice di essere una strega e intimorisce le persone che si trasferiscono qui" mi informò la riccia alzando gli occhi al soffitto.
"è innocua quanto uno scarafaggio!" ridacchiò beffardo Henry.
"già, ma come ti spieghi il fatto che il tempo è cambiato all'improvviso?" domandò essa, per poi guardarmi.
"quello è stato strano" ammise il biondo a dir poco sbalordito.
"uhm..non so" risposi avventata.
Dannazione, non ero stata in grado di avvertire l'aura di Priscilla e, per di più, questa mi aveva lasciata in una brutta situazione: depistare gli unici amici che avevo trovato da un'eventuale sospetto di me.
•~~~•Durante il viaggio di ritorno Henry mi scrutava attentamente, quasi come se stava cercando di capire se ero stata io a far cambiare il tempo o se Priscilla non era così innocua come credeva. Grandioso, era il mio primo giorno a Swellview e quei pochi amici conosciuti già sospettavano di me, le cose non potevano mettersi peggio!
"secondo te Priscilla ha dei poteri?" domandò avido di sapere.
"uhm..si" risposi titubante.
Qualche istante dopo riuscivo a scorgere casa e un gran senso di sollievo mi aveva pervasa, non ne potevo più di tutte quelle domande sospette sull'incontro con Priscilla.
"a domani!" esclamai sfoggiando un sorriso.
"a domani" ricambiò il biondo.
Varcata la soia della porta, avevo trovato il mio fratello maggiore chino sulla finestra che dava la visuale del vialetto di casa ed i miei genitori che ridacchiavano animatamente mentre erano intenti a consumare la cena.
"congratulazioni Katherine, hai conquistato il tesoro!" esclamò beffardo Danny.
"ehi, io di certo non ti spiavo mentre stavi con Megan!" contestai furiosa.
"chi è Megan?" chiese mamma inibita.
"un'amica" tagliò corto Danny imbarazzato.
Cavolo, avevo dimenticato che i nostri genitori volevano conoscere le persone con cui avevamo una relazione e, a giudicare dall'espressione di mamma, Danny non aveva affatto menzionato la Megan con cui aveva seguito gli identici corsi scolastici. Avevo combinato un vero e proprio macello, mamma gliele stava cantando di santa ragione ed io ero sgattaiolata a tavola con mio padre per godermi lo spettacolo.
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Henry Danger
Fanfiction❝I TITOLI SONO QUELLI ORIGINALI❞ Agli occhi di tutti Katherine sembrava un'adolescente come tutte le altre che, a suo discapito, spesso era costretta a cambiare città per gli affari di lavoro dei suoi genitori, ma nessuno era a conoscenza del segret...