8.Birthday girl down

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Debbie Puth ci aveva invitati alla sua festa di compleanno, ma, stranamente, nessuno aveva aperto l'argomento in casa Hart o, perlomeno, nessuno ne aveva parlato difronte ad Henry.
"che ne dite di vedere un film stasera?" chiese il biondo sorridente.
Nessuno di noi aveva fiatato e ciò era al quanto imbarazzante dato che Henry ci stava fissando, era questione di tempo prima che intuisse ciò che gli stavamo nascondendo da tutto il giorno.
"Debbie vi ha invitati alla sua festa?" chiese spostando gli occhi al soffitto.
"a te no?" domandai deviando la sua domanda.
"no, non so perché" rivelò perplesso.
"l'hai quasi uccisa!" esclamò Jasper strabiliato.
"hai regolato il lancia palle alla velocità undici ed è caduta dal tetto" gli ricordò la riccia.
"non sono stato io!" dichiarò esasperato.
Il suo orologio aveva interrotto la discussione in modo brusco, costringendo noi ad andare al covo e Charlotte ad intrattenere il caro Jasper, ignaro del nostro segreto.
"andiamo a cercare una soluzione" proposi ad Henry, creando un alibi.
"vi aspettiamo qui" ci aiutò Charlotte.
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Eravamo esaltati all'idea di una missione che ci avrebbe concesso una distrazione, ma, appena eravamo giunti al covo, avevamo trovato Ray che mordeva una mela verde con quiete, come se non ci fosse mai stata alcuna emergenza.
"perché ci hai chiamati?" chiese Henry.
"per farmi fare il bucato" rispose egli mentre prendeva a morsi la sua mela.
"fallo da solo!" mi opposi contrariata.
"c'è qualcosa che non va, Henry?" domandò egli, osservando il suo assistente.
"una ragazza non mi ha invitato alla sua festa perché crede che io l'abbia quasi uccisa" disse il biondo atterrito.
"l'hai fatta grossa!" ridacchiò beffardo.
"non ho fatto niente!" esclamò furibondo.
"per tua fortuna posso darti una mano" disse lui mentre si alzava acrobaticamente.
"faresti questo per me?" chiese intenerito.
"sono annoiato" confessò ghignando.
Dopo poco era tornato con una poltrona rossa ed un macchinario strano da cui partivano dei cavi lunghi, attaccati ad un paio di guanti grigi.
"siediti pure" disse additando la poltrona.
Henry era visibilmente rigido e timoroso, quel metodo che Ray voleva utilizzare sembrava al quanto ambiguo non appena gli aveva messo in testa un casco di metallo, dal quale partivano altri tubi collegati ai guanti.
"raccontami l'accaduto, questa macchina sarà in grado di dirmi la verità" spiegò l'uomo.
Il biondo gli aveva narrato la vicenda in modo abbastanza sintetico, la sua versione lasciava intendere che non aveva fatto niente a Debbie e la macchina, dopo qualche passaggio, ci aveva assicurato che non stava affatto mentendo.
"cosa farai ora?" gli chiese Ray incuriosito.
"andrò alla sua festa e farò vedere a tutti una foto che immortala il vero colpevole" disse in modo estremamente determinato.
"ottimo piano" mi complimentai sorridente.
"verrai con me?" mi chiese, arrossendo.
"s-si" balbettai esaltata.
Non ero mai stata così imbranata nel momento in cui qualcuno mi chiedeva di uscire, ma con Henry ogni mia sensazione si amplificava, non riuscivo ad avere alcun controllo su me stessa e ciò mi spaventava.
•~~~•

Il pomeriggio in casa Hart era passato rapido e tutti noi eravamo tornati a casa per prepararci per la festa di Debbie, io ero particolarmente in pensiero dato che prima di ogni appuntamento ogni vestito nel mio armadio sembrava sempre orribile o inadatto.
"staresti bene con quello" dichiarò Danny, per poi indicare un vestito nero con del pizzo.
"grazie!" esclamai euforicamente.
"Henry è di sotto" mi informò, ammiccando un occhio con fare malizioso.
Per mia fortuna ero già pronta e profumata, il vestito era l'ultimo particolare che avevo messo da parte per non perderci troppo tempo dietro e, con estrema ansia, mi stavo dirigendo verso le scale.
"sei stupenda" dichiarò Henry strabiliato.
Egli si era alzato in piedi non appena mi aveva vista scendere le scale e mi aveva dato una rosa bianca che, fino a poco prima, aveva messo in risalto il suo bel vestito elegante.
"anche tu" dissi sorridendogli.
Danny era poggiato con una spalla alla porta e ci guardava da lontano, con un sorrisetto molto compiaciuto che lasciava intendere un senso di felicità per la sorella minore che finalmente era riuscita a rubare il cuore ad un ragazzo.
"divertitevi" disse sorridente.
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