La professoressa Shapen aveva dato inizio ad una gara di sonno con la spiegazione di uno dei suoi nuovi argomenti ed io sembravo l'unica a preferire i timpani inondati di musica. Voltavo le svariate pagine del mio diario nella disperata ricerca di qualche dedica divertente da parte di Jasper, ma mi ero fermata ad una data davvero importante: sei Settembre. Jack aveva lasciato una dedica e non sapevo spiegarmi come, ma la cosa più giusta che potevo fare era leggerla in solitudine, detestavo dimostrare che la mia più grande paura era quella di ricordare.
"Shepard, tu e il preside avete gli stessi gusti musicali" mi informò essa.
"voi e il preside ieri avete fatto irruzione in un cimitero e avete rubato una lapide?" le chiesi confusa mentre toglievo le cuffie.
Gran parte della classe aveva preso a ridere e la professoressa, sentendosi provocata, mi aveva gridato contro: "SMETTILA DI PRENDERMI IN GIRO, ALTRIMENTI TI ACCOMPAGNO DAL PRESIDE".
"mi scusi" dissi chinando la testa.
"ora verrete tutti alla lavagna dato che sapete già di cosa sto parlando!" ringhiò furibonda.
Il mio turno era ancora molto distante, così mi ero decisa a perdere altro tempo cercando delle dediche che forse avevo ignorato e, oltre ad una di queste del nove Agosto, avevo rinvenuto una fotografia che ritraeva me e i miei vecchi amici.
"Shepard!" mi chiamò irritata la Shapen.
L'argomento si era rivelato semplice, in Canada eravamo più avanti e notavo un'espressione di meraviglia sul volto della professoressa, non si aspettava da me tutta quella bravura.
"ti giustifico per la distrazione" dichiarò con uno strano sorriso.
•~~~•Mentre tornavo a casa con i miei amici pensavo alle dediche dei canadesi e loro ridacchiavano per la risposta che avevo dato alla Shapen, non avevano fatto caso a quanto ero taciturna o ero io a non darlo a vedere?
"Swellview chiama Kate!" esclamò Charlotte.
"scusate, pensavo alla lasagna che Danny ha preparato" mentii spudoratamente.
"sei un mito!" esclamò Jasper.
"io non ti credo" contestò Henry.
Non ci conoscevamo molto bene, ma Henry mi dava l'impressione di aver notato ogni piccola espressione che mostravo e sembrava già molto bravo a distinguere la verità dalla menzogna.
"assaggiala e poi mi crederai" ridacchiai.
"quando vuoi" disse scrollando le spalle.
"questa sera si può fare, Danny esce con i suoi amici del Canada" li informai sorridente.
"i tuoi amici verranno?" domandò Charlotte al quanto curiosa.
"non lo so" tagliai corto tentennante.
"comunque credo di non poter venire, oggi è il compleanno di mia zia" mi informò Jasper al quanto dispiaciuto.
"io ci sto!" esclamò energicamente Henry.
"mia madre mi ha appena detto che sono in punizione, la Shapen le ha detto che mi sono addormentata in classe" comunicò Charlotte.
"bene, sono fritto!" si lamentò Jasper.
"ci vediamo a casa mia per studiare" disse il biondo speranzoso.
"a dopo!" esclamammo in coro.
Avevo fatto il mio ingresso in casa ed ero così affamata che, subito dopo aver salutato Danny, ero corsa a prendere posto a tavola. Ero molto pensierosa a causa delle dediche dei miei amici canadesi e forse mio fratello lo aveva capito, lui era sempre in grado di entrare nella mia testa.
"il figlio dei vicini ti ha bidonata?" domandò ironicamente.
"si chiama Henry" precisai annoiata.
"quindi ti ha bidonata" disse con convinzione.
"Danny!" esclamai infastidita.
"allora perché stai così?" chiese perplesso.
Non riuscivo a comprendere la sua mentalità, a volte essa appariva contorta ed in quell'istante lo era ancora di più dato che avevamo salutato i nostri amici per sempre e la cosa sembrava non essere nei suoi interessi, quasi come se non gli importava di aver perso tutto.
"mi manca il Canada" tagliai corto tetra.
"vivi il presente, piccola" consigliò freddo.
"non sarà semplice" bofonchiai tra me e me.
•~~~•Stringevo tra le mani la foto che ritraeva me ed i miei vecchi amici tra le mani e alcune lacrime tentavano di solcare il mio volto, inutile visto che il mio intento era sopprimere i ricordi una volta per tutte. Avevo preso la pagina datata il nove Agosto ed avevo letto le poche righe: "è stato facile conoscerti, ma non dimenticarti".
Tutto al quanto leggero, ma sapevo che proprio la dedica di Jack sarebbe stata la più difficile da digerire, scritta alla data del sei Settembre:
"Cara Katherine,
ti scrivo per tenere vivo in te il ricordo del mio profondo amore verso te, un amore che mi ha consumato fino all'estremo e che continuerà a farlo finché il tuo ricordo mi tormenterà. Mi fa molto male il pensiero di te lontana chilometri da me, ma attenderò con animo un tuo ritorno in Canada o il nostro semplice ritrovarci con la forza della telepatia..due cuori che sentono il battito l'uno dell'altro per amarsi ancora, viversi fino alla morte, l'unica cosa in grado di separarli. È incredibile come tu possa rendere le mie giornate un inferno trascurandomi e come tu possa migliorarle con un messaggio, anche piccolo. Hai il mio cuore tra le mani, ma sta a te decidere se farlo battere ancora per te o rimetterlo al suo posto..tuo, Jack.
Le sue parole erano state in grado di penetrare la mia anima, cosa molto difficile dato che non ero propensa a farmi intenerire..non da Jack. Forse poteva accadere e ne ero consapevole, la nostra era stata la mia prima vera storia e non ero favorevole a lasciarlo andare, ma, per mio dispiacere, mi ero vista costretta a farlo a causa della mia partenza per Swellview.
•~~~•Erano le sette di sera quando avevo riaperto gli occhi, non ricordavo di essermi addormentata, ma a distrarmi da quell'innocuo pensiero c'era il campanello di casa che strimpellava una delle più odiose melodie mai udite. Dietro alla tavola di legno che mi separava dal mondo esterno vi era Henry, con un'espressione preoccupata sul volto, utile a farmi realizzare che avevo fatto un sonnellino troppo lungo.
"oggi sei sparita!" esclamò strabiliato.
"scusa, devo essermi addormentata" dichiarai con fare stanco.
"questo lo vedo" disse additandomi.
"uhm..dovrei offendermi?" chiesi perplessa.
"no, è solo che..sei strana" ammise restio.
"sono solo stanca" mentii strofinando le mani.
"sei triste" affermò categoricamente.
"io.." esitai chinando il capo.
"lo sei ed io voglio sapere perché" disse, poi mi costrinse a guardarlo negli occhi.
Il suo pollice era situato accanto alle mie labbra e le altre dita sul collo, sentivo l'aria diventare pesante ed il mio cuore che poteva scappare dal mio petto da un momento all'altro. Tramite lo sguardo mi scrutava bene ed io, con timore, mi immergevo nei suoi occhi marroni e riflettevo su ciò che stava accadendo. Era tutto fin troppo prematuro dato che avevo traslocato solo da un paio di settimane, ma la buffa suoneria del suo cellulare aveva salvato la situazione in tempo.
"Charlie" rispose sospirando.
"non sono un cane!" esclamò contrariata.
"scusa" sbuffò lui.
"sei da Kate? Sta bene?" domandò in allerta.
"oh..tutto okay, si..certo" farfugliò agitato.
"siete tutti strani oggi!" esclamò indignata.
"giornata delle stranezze!" ridacchiò egli.
"inizia a festeggiare" disse lei, per poi staccare.
Henry era ignaro al fatto che mentre riscaldavo le lasagne ero capace di udire la conservazione e, dopo aver preso posto a tavola, non avevamo spiccicato mezza parola per molto, l'imbarazzo ci teneva saldamente in pugno.
"questa lasagna è divina!" esclamò il biondo al quanto compiaciuto.
"visto?" chiesi altrettanto appagata.
"già, ma oggi non pensavi a questa!" esclamò in attesa della verità.
"mi sentirei debole a parlarne" ammisi restia.
"sai che puoi parlarne con me, puoi crollare ora e ripartire più forte domani" dichiarò con un tono dolce.
"ecco..sono abbastanza malinconica se ripenso al Canada, credevo che cambiare sempre città come con i calzini mi abituasse alle delusioni, ma penso che non sia così" dichiarai atterrita.
"sei triste per i tuoi amici?" domandò avido di sapere mentre cercava il mio sguardo.
"si" tagliai corto mentre pensavo a Jack.
"non ci crederai, ma anche a me è capitato di dover lasciare andare qualcuno..dovresti solo imparare a guardare avanti oppure a pensare positivo, se non puoi farne proprio a meno li puoi andare a trovare o farli venire qui" disse con un dolce sorriso rassicurante.
"ti ringrazio.." esitai sorridendogli.
"no, grazie a te per la serata!" esclamò con fare bonario.
Avevamo raggiunto la porta insieme e, mentre lui varcava la soia, io riflettevo sul fatto che in realtà quella serata si era rivelata stupenda, lo sentivo molto vicino a me e ciò mi era molto di aiuto, avevo bisogno di qualcuno capace di non farmi pensare al mio passato.
"oh..comunque, riguardo a ciò che è successo prima.." esitò visibilmente imbarazzato.
"oh..giusto" esisti con lui.
"si, uhm..non è successo" disse arrossendo.
"certo" confermai diventando rossa.
•~~~•Io e la mia migliore amica Amanda eravamo al telefono da ore e le stavo parlando di tutto ciò che era accaduto a Swellview dal mio arrivo, lei si limitava all'ascolto, poi mi aveva fatto una di quelle domande a cui non riuscivo a dare una risposta: "ti manca Jack?".
"mi mancate tutti" deviai imbarazzata.
"uhm..io intendevo chiederti se ciò che prima c'era tra voi ti manca" precisò categorica.
"non lo so..la lettera che lui mi ha scritto mi ha lasciata senza parole, ma con questa distanza credo sia meglio lasciar stare" risposi con fare abbastanza tentennante.
"qualcuno ti ha fatto cambiare idea?" chiese con un tono avvilito.
"non ne sono sicura, c'è un ragazzo che forse è in grado di distrarmi" annunciai ripensando a quella serata con Henry.
"chi?" domandò avida di sapere.
"si chiama Henry, siamo vicini di casa, siamo nello stesso gruppo di amici e frequentiamo gli stessi corsi a scuola" dichiarai tutto d'un fiato.
"beh, Jack non ha speranze!" esclamò lei con un modo molto ironico.
"già, da oggi in poi guarderò avanti!" promisi con un tono abbastanza categorico.
"ottimo..comunque credo di doverti lasciare, mi sta venendo un certo sonno" mi informò, per poi produrre uno sbadiglio.
"ci sentiamo domani, buonanotte!" esclamai.
"buonanotte!" esclamò altrettanto.
Dopo poco mi ero persa tra le stelle che erano intente a dominare il cielo ed un dolce vento mi accarezzava la pelle, quella sensazione era una delle mie preferite, ma Priscilla aveva pensato bene di rovinarla mentre era intenta a scappare da qualcuno proprio nel mio quartiere. Non ero decisa ad aiutarla dato che la detestavo, ma mi sentivo costantemente in pensiero per le cose che s'inventava pur di mettersi in contatto con me e ciò mi faceva percepire la sensazione che lei sarebbe stata sempre pronta a sbucare dal nulla per infastidirmi.
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Henry Danger
Fiksi Penggemar❝I TITOLI SONO QUELLI ORIGINALI❞ Agli occhi di tutti Katherine sembrava un'adolescente come tutte le altre che, a suo discapito, spesso era costretta a cambiare città per gli affari di lavoro dei suoi genitori, ma nessuno era a conoscenza del segret...