9.Too much game

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Il distributore della Man Caverna stava dando i numeri e nessuno, compreso Gooch, riusciva a rimetterlo in sesto. Probabilmente la causa del suo malfunzionamento era Ray, era solito fare un ordine contenente troppe pietanze alla volta ed il distributore, negli ultimi giorni, gli aveva mischiato tutto in un unico piatto.
"dovresti chiamare Schwoz" propose Gooch.
"mai!" esclamò contrariato.
"lo chiamo io" dissi con determinazione.
Ray aveva tentato di fermarmi, ma i suoi sforzi erano stati vani dato che lo avevo bloccato con i miei poteri ed avevo già agguantato con fretta il cellulare della Man Caverna. Era stato semplice trovare il numero di Schwoz, come ben sapevo, Ray lo aveva scaraventato nella lista nera.
"Ray? Mi hai perdonato?" chiese l'uomo con molta enfasi.
"uhm..buongiorno, mi chiamo Kate e sono una degli assistenti di Ray, potresti venire qui ad aggiustarci il distributore?" chiesi timorosa.
"certo!" esclamò entusiasta.
"grazie mille!" esclamai sorridente.
Esattamente quindici minuti dopo aver sentito le lamentele di Ray, il misterioso Schwoz aveva fatto il suo ingresso con molta allegria, egli mi sembrava un uomo solare e gentile dato che si era precipitato a stringere la mano a me, Henry e Charlotte per poterci conoscere. Si era subito precipitato a dare una sistemata al distributore senza dar conto alle occhiatacce dispregiative di Ray e, dopo essersi affermato nel suo lavoro, aveva tentato di risolvere il suo problema con il supereroe capriccioso.
"dai Ray, sono passati anni!" sdrammatizzò il suo amico Gooch con più enfasi del solito.
"ma.." stava per opporsi il supereroe.
"ti ha riparato il distributore" aggiunsi io.
"è così simpatico" disse Charlotte sorridente.
"sa che sei Capitan Man" gli ricordò Henry.
"VA BENE" si rassegnò egli categoricamente.
"evviva!" esclamò l'uomo in estasi.
In fin dei conti Schwoz era una brava persona, non si era fatto problemi a raggiungere il covo pur sapendo che non era il benvenuto ed aveva riparato il distributore senza chiedere qualcosa in cambio, se non il perdono del suo amico.
•~~~•

Henry aveva insistito per farsi accompagnare nella palestra dove solitamente si allenava con il basket e per me era un privilegio guardarlo mentre si riscaldava, soprattutto per la tuta che indossava dato che gli metteva molto in risalto le braccia. Avevo notato il suo allenatore che si avvicinava a lui con un volto poco rassicurante e, pur essendo sbagliato, avevo deciso di udire la loro conversazione.
"mi dispiace dirtelo così Henry, ma ho trovato un nuovo giocatore che si è offerto volontario per sostituirti" comunicò schietto.
"oh..capisco" disse il biondo sconcertato.
Henry non meritava un trattamento del genere e non era di mio gradimento vedere quel coach che lo scaricava come spazzatura, così mi ero diretta verso loro per proporre un accordo che avrebbe permesso al biondo di giocare ancora.
"se si sfidassero?" lo provocai decisa.
"e tu chi sei?" chiese squadrandomi.
"mi risponda" insistetti determinata.
"qui, fra tre giorni" decise in modo diffidente.
Ciò non mi bastava, un incontro era un modo abbastanza leale per decretare chi avrebbe poi preso a giocare al posto del più debole, ma ero abbastanza decisa a scoprire chi voleva rubare il posto di Henry.
"posso conoscere lo sfidante?" chiesi curiosa.
"SHON!" lo chiamò il coach.
Dopo pochi secondi di attesa mi si era piazzato davanti un uomo che, ad occhio e croce, poteva possedere minimo venti anni più di Henry, ciò dimostrava che il vero intento del coach era cacciare Henry con un pretesto.
"ha trenta anni" dichiarai sconcertata.
"ha quattordici anni" mi contraddì il coach.
Ero tornata alla panchina dov'ero seduta poco prima per prendere le mie cose e andarmene, ma Henry era più determinato che mai a non lasciarmi andare in quel modo.
"ti ringrazio davvero, ma sai che non potrò mai competere con Shon" disse atterrito.
"e se Schwoz ci desse un aiuto?" domandai con fare malizioso.
•~~~•

La mia brillante idea di rivolgerci a Schwoz si era rivelata vantaggiosa: aveva tirato fuori dei grandi occhiali trasparenti ed una fascia nera, utili a far centrare ogni canestro ad Henry.
"prova a fare canestro" lo incitò esaltato.
D'improvviso aveva fatto comparire in alto un canestro ed Henry aveva tentato molte volte a centrarlo, riuscendo bene nel suo intento.
"sei un mito!" esclamò il biondo soddisfatto.
"grazie!" disse con enfasi l'uomo.

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