capitolo 6

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Le settimane seguenti furono un incubo: sobbalzavo ad ogni rumore, temevo sempre di vedere qualche uomo vestito di nero, ma non accadde. Per settimane non accadde più nulla.

Harry a scuola mi evitò, non che mi aspettassi il contrario.
Io ed Aaron, invece, eravamo diventati praticamente inseparabili. Trascorrevamo la maggior parte delle nostre giornate insieme, studiando o guardando un film.
Di una amica femmina, nessuna traccia. Scontato.

Anche quel pomeriggio Aaron stava venendo a casa mia, e ringraziando il cielo i miei genitori non erano in casa per la maggior parte del tempo a causa del lavoro, così riuscivo a risparmiarmi predica e terzo grado.

Bussarono alla porta. Scesi di corsa le scale ed andai ad aprire.
Nella corsa scivolai per colpa dei miei stupidissimi ed imbarazzanti calzini, e sbattei il mio adorabile fondoschiena. Imprecai. Fantastico.
"Tutto okay lì dentro?" disse Aaron dall'altra parte della porta. "Arrivo!" cinguettai.
Aprii la porta, e Aaron mi salutò con un abbraccio. "Heey, piccola. Tenta di non morire quando non ci sono, okay?" alle sue parole seguì una lunga risata. "Non ti prometto niente" risposi ancora ridendo.

Dopo un ora non ci eravamo ancora messi d'accordo sul film da vedere "Hai davvero gusti orribili" mi disse dopo l'ennesimo film che proponevo. "Io ho dei gusti meravigliosi" dissi, facendo la finta offesa. "e sono anche una bella persona, quindi ti lascio scegliere il film" Gli diedi giocosamente un pugno sulla spalla. 

Vedemmo un horror, il che non mi dispiaceva. Mi piacevano, ma allo stesso tempo mi sembravano tutti uguali.
"Hai paura?" mi chiese Aaron dopo un po'. "No, cretino" gli lanciai un cuscino. Ogni occasione era buona per prendermi in giro.
Iniziò a ridere di gusto, buttando indietro la testa. Mi strofinò i capelli con il pugno, come se fossi una bambina di cinque anni.
"Piccola, sciocca Mad. Tu stavi tremando!" esclamò. "Non è vero!" ribattei ancora ridendo. 

Stavo così bene con Aaron: era la persona giusta per ridere e scherzare, la persona con cui mi potevo confidare senza sentirmi giudicata.                                                                                                         Stare con lui era come dimenticare i tutti problemi in una volta sola, mi sentivo serena e spensierata.  Avrei voluto che quei pomeriggi insieme avessero potuto durare per sempre.

Ma non tutto va come vogliamo. Pochi secondi dopo sentii bussare all porta.
Io non aspettavo nessuno. Mia madre e mio padre non sarebbero tornati prima delle 21:00, e oltre ad Aaron, che era li con me, non conoscevo nessuno in città.
"Chi è?" mi chiese. "Onestamente non ne ho proprio idea". Mi alzai e andai ad aprire.
Mentre mi avvicinavo alla porta un timore si fece in largo in me. Un'ansia che non sentivo ormai molti giorni.
Non poteva essere, non si erano fatti più sentire, non era possibile che sbucassero fuori così da un momento all'altro. Non l'avrebbero fatto, non senza avvertire.

Ma quando aprii la porta tutte le mie paure si materializzarono in un paio di occhi verdi.

Daemon [h.s.] (#watty2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora