capitolo 7

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Ero pietrificata. Non riuscivo a pensare, a parlare, a muovermi. Tutto ciò che temevo era di fronte a me. No. Mi avrebbero lasciato in pace, io non volevo andare con loro.
Non riuscii neanche a sentire le domande di Aaron.

"Mad" Aaron mi si mise davanti. "Harry" sussurrai.
"Dobbiamo andare" Harry non tentò neanche di nascondere il fatto che la presenza di Aaron gli desse fastidio, in fin dei conti lui non avrebbe dovuto sapere. Ci furono istanti di silenzio. "Adesso" continuò.
"Andare dove?" chiese Aaron irritato. "Mad lo sa, e a te non deve importare"
Aaron fece per dire qualcosa, ma lo bloccai alzando una mano.
"Ci penso io" Harry guardò Aaron, e sul suo viso comparve un ghigno. "Non ho detto che vengo con te" il suo sorrisetto scomparì. "Lasciami almeno parlare" disse "parla" incrociai le braccia sul petto, provocandolo.
Sapevo che non avrebbe detto niente davanti ad Aaron. 

Alzò gli occhi al cielo, poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: "Più resistenza fai, più ti costringeranno a stare lì. E non credo che si lasceranno sfuggire il tuo amichetto, se creerai problemi." disse indicandolo.
Andai da Aaron, pregando che mi avrebbe perdonato.                                                                                                  "Mi dispiace, te ne devi andare. Mi dispiace tanto" verso la fine mi si spezzò la voce, per quanto tentassi di evitarlo. "Ma perché?" mi chiese prendendomi il volto tra le mani. "Ti prometto che ti racconterò tutto, ma non ora" Lo abbracciai. Lui mi strinse ancora più forte. "Chiamami più tardi" mi disse. Annuii.

"Allora, te ne vai?" disse Harry evidentemente incazzato. "Amico, non ti prendo a calci in culo solo perché me lo chiede lei" Aaron si avvicinò ad Harry, guardandolo negli occhi. Poi lo oltrepassò e se ne andò.
"Prendi le tue cose, starai fuori tutto il fine settimana. Mason ha detto che devi fare dei controlli che richiederanno un po' di tempo" 

Questo era troppo.
"Tutto il fine settimana? No! E io cosa dico ai miei?" dissi scioccata.
Harry fece un sorriso malizioso, il che mi preoccupò abbastanza. "Gli dirai che sono il tuo ragazzo e che ti vorrei portare un weekend a casa dei miei che vivono a New York"                       Tentai inutilmente di soffocare un risata. Credeva davvero che ci avrebbero creduto? Ma soprattutto, credeva davvero che lo avrei fatto? Doveva essere impazzito.
"Primo: assolutamente no, secondo: non ci crederanno mai."
Sospirò. "Scommettiamo? Perché per me, un ragazzo per bene come me, che studierà legge con l'obbiettivo di diventare un avvocato e di buona famiglia non credo che gli dispiacerà così tanto" dopo essersi praticamente lodato da solo, continuò facendomi l'occhiolino. "E se dovessi vincere, amore, non mi dispiacerebbe uscire con te"
Però, come leccaculo ci sapeva fare.

Daemon [h.s.] (#watty2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora