39. Codardo e il coraggio di amare

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Cassy

Da piccola ho imparato quali fossero i migliori nascondigli di questa casa, una casa che più che farmi sentire al sicuro mi ha fatta sentire come se fossi da sola in un tunnel dell’orrore, senza fine. Così per quasi diciott’anni, non ho mai davvero capito cosa significasse sentirsi a casa, al sicuro, fino a quando in un giorno di gennaio di cinque mesi fa, mi sono imbattuta in un quasi venticinquenne che mi ha fatto capire cosa volesse dire definire qualcosa bellissimo e cosa significasse sentirsi al sicuro. Io l’ho capito la prima volta che mi ha abbracciata, nonostante la paura che fosse come quell’uomo da cui fin da piccola avevo imparato a nascondermi.

Daniel Sharman si è rivelato il posto più bello e sicuro che ci fosse al mondo -nell’universo. Se non ci fosse stato lui, sicuramente non sarei qui, a scendere i ventisei scalini che ho imparato a contare, fuggendo da Trevor Rogers, diretta ancora una volta verso la verità. Quella definitiva, quella che deciderà cosa ne sarà dei miei diciott’anni e degli anni che verranno.

Gregg stringe la mia mano, forse sta contando gli scalini come faccio io, mentre ci avviciniamo al piccolo salotto di casa Rogers. Una casa che
avrebbe dovuto contenere soltanto amore, invece che riempirsi di urla e dolore.

Quando giungo sull’ultimo scalino mi blocco di colpo, terrorizzata da ciò che verrà fuori, ma una stretta più forte alla mia mano mi fa ritornare a respirare.

Sbatto le palpebre, mentre: -Non sei sola, ricordatelo Cassy.- dice Gregg, guardandomi con fare sicuro.

Eppure la sua mano sta sudando freddo contro la mia e questo basta a ricordarmi che la verità non riguarderà solo me, ma soprattutto lui che per anni ha vissuto con l’idea di aver perso me e mia madre. Annuisco alle sue parole e poso il piede sul pavimento, facendo due passi e ritrovandomi in salotto, dove quella che in
fin dei conti è la mia famiglia sta litigando ancora.

Almeno la famiglia di Daniel non è qui ad assistere ad un’altra lite tra Rogers, Clarkson e
Sulkin, penso con sarcasmo.

-Avete finito?!- sbotta Gregg, stanco ed esasperato quanto me da queste urla.

Trevor, Cindy, nonna Ella e Flyn si zittiscono di colpo e io sospiro sollevata, appena, per il silenzio che mi giunge alle orecchie. Sono consapevole, però, che non durerà a lungo.

Come la promessa di Trevor di essere finalmente un padre per me, ricordo a me stessa.

-Cassy, tesoro!- zia Cindy si avvicina. –Come ti senti?- mi chiede, posando le mani sulle mie spalle.

M’irrigidisco e lei se ne accorge, perché fa scivolare i suoi palmi lontani da me, mentre: -Bene.- borbotto, con una punta di sarcasmo.

Sto impazzendo, è ciò che vorrei poter dire, ma mi ricordo della presenza di Trevor e che non gli ho mai permesso di vedermi stare male; neanche quando le sue mani hanno lasciato lividi addosso a me.

-Vogliamo sapere la verità.- pronuncia Gregg accanto a me, mentre io rabbrividisco e sudo freddo contro il suo palmo.

I suoi occhi scuri, però, sono fissi in quelli di sua madre.

Cindy lo guarda per qualche istante, poi sospira e annuisce. –Meglio sederci.- mormora, lanciando uno sguardo verso Trevor, che però sembra indifferente.

Lo è sempre stato, ricordo a me stessa.

Mano nella mano con Gregg vado a sedermi sul divano mezzo rovinato, una molla cigola sotto il nostro peso, mentre Cindy si siede su una sedia di fronte a noi. Flyn le si avvicina subito, mentre nonna si accomoda sul bracciolo accanto a Gregg. Dei passi provenienti dalla cucina, mi fanno voltare e accorgermi della presenza di Isabel, Rebecca, Candice e Jospeh, seguiti da Daniel: in fretta ci raggiungono e lui si posiziona dietro di me.

ℬℯ𝓁𝓁𝒾𝓈𝓈𝒾𝓂ℴ 𝓈ℯ𝒾 𝓉𝓊 || 𝒟𝒶𝓃𝒾ℯ𝓁 𝒮𝒽𝒶𝓇𝓂𝒶𝓃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora