46. Diavolo e lucine

2.1K 76 6
                                    

Cassy

Per la prima volta, dopo settimane, mi ritrovo nella mia stanza dalle pareti lilla ormai consumate dal tempo. È strano essere qui, dopo aver passato notti e giorni interi tra l'appartamento di Daniel e la casa degli zii: mi sembra di essere in una bolla temporale, dove senza avere bisogno di chiudere gli occhi, riesco a vedere ancora la Cassandra Rogers che ero mesi prima. Quella che si chiudeva a chiave nella sua stanza, terrorizzata. Quella che di fretta preparava la borsa per la scuola e scappava via, appena sentiva il silenzio dell'assenza di Trevor Rogers. Quell'uomo che ho rivisto oggi, davvero, dopo giorni interi: era attaccato ad una bottiglia come sempre.

È triste, rendersi conto di non avere altre immagini di lui. Tipo come con zio Flyn, che passa le domeniche estive a sistemare il giardino, o il padre di Daniel che legge sul divano. Loro sono l'unico esempio di figura paterna più vicino che abbia adesso e, ancora una volta, mi rendo conto che Trevor non sarà mai ciò che sono loro. E fa ancora più male, perché nonostante non voglia neanche ammetterlo a me stessa, dopo tutto, continuo ad avere un piccolissima speranza dentro di me. Speranza che il codardo di cui mamma si è innamorata, abbia il coraggio di guardarmi come Sarah Clarkson non ha avuto modo di insegnarli.

E pensare che avrebbe dovuto imparare a farlo con Gregg...

Ho pena per lui ed è questo che, in un certo senso, mi blocca dal prendere una decisione riguardo al mandarlo in clinica e confessare alla mia famiglia cosa mi abbia fatto.

Se lo facessi...se lo facessi, probabilmente nonna mi odierebbe per tutte le volte che le ho mentito. E zia Cindy andrebbe fuori di testa, all'idea di aver lasciato che vivessi con lui.

Sospiro, è meglio non pensare a questo.

È una serata speciale, il mio primo appuntamento con Daniel, e non voglio rovinarmelo per colpa dei miei soliti dubbi, paure e pensieri sulla mia vita disastrata.

Prendo il telefono e controllo l'ora, sono quasi le nove, Daniel arriverà qui tra poco. Mi scosto una ciocca di capelli da davanti gli occhi e punto il mio sguardo sugli scatoloni che ho cominciato a riempire, lo stesso giorno in cui ho comunicato a Trevor che sarei andata a Standford. Non che potesse importargli, ma c'è sempre quella piccolissima speranza...

Gregg si è offerto di tenere le cose che non porterò con me, anche se i suoi occhi malinconici mi hanno dato un'idea di quanto sarà difficile partire, lasciarlo qui, quando abbiamo un sacco di cose da recuperare. Gli ho fatto promettere, più volte nelle ultime settimane, di stare alla larga da Trevor e da questa casa: non voglio che faccia qualche sciocchezza e spero che Joseph e Rebecca, riescano a tenerlo davvero d'occhio come Daniel mi ha rassicurato. Tremo alla sola idea di ricevere una chiamata e sentirmi dire che abbia combinato un casino.

Sussulto quando la suoneria che ho impostato per i messaggi di Daniel, fa vibrare il telefono tra le mie mani.

Da Daniel ❤️:
Sono quì

Sorrido e mi alzo dal letto su cui sono stata seduta fino adesso, lanciando uno sguardo allo specchio di fronte: ringrazio Isabel, Rebecca e Candice per avermi aiutato a scegliere cosa indossare e come sistemare i capelli e il trucco.

Il vestito rosso, con il corpetto stretto e la gonna a ruota, slancia un poco la mia figura, anche grazie ai tacchi che ho deciso di mettere, di mia spontanea volontà -stranamente. Ho legato i capelli in una treccia laterale a lisca di pesce e ho fatto un trucco leggero, come piace a me.

Sono soddisfatta di ciò che sono riuscita a fare da sola, spero che il risultato piaccia anche all'uomo che mi aspetta in auto, qui fuori.

Prendo un sospiro, passo le mani sulla gonna per togliere pieghe che non ci sono, e recupero la mia pochette, dove infilo il mio telefono. Esco dalla mia stanza, scendo poi le scale e il volume alto della televisione attira la mia attenzione, quando sono nel corridoio che divide la cucina dal piccolo soggiorno. Guardo in quella direzione e Trevor è seduto sulla sua poltrona, con l'ennesima birra stretta alla mano destra e lo sguardo concentrato sul film poliziesco che stanno passando.

ℬℯ𝓁𝓁𝒾𝓈𝓈𝒾𝓂ℴ 𝓈ℯ𝒾 𝓉𝓊 || 𝒟𝒶𝓃𝒾ℯ𝓁 𝒮𝒽𝒶𝓇𝓂𝒶𝓃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora