Il mezzogiorno era segnato da un sole radioso in mezzo a nuvole grigiastre, che proiettavano ombre con contorni morbidi e sfumati sui muri del dormitorio. Mangiai malvolentieri quel giorno, avevo solo in testa di catturare quel ladro, evitando le spiacevoli conseguenze di cui mi avvisò Mike. Da ragazza educata qual'era, Alexis divorò anche la mia porzione di patate mentre pensavo al nostro caso. Finito il mio pasto, presi il vassoio grigio e mi diressi verso la fila del ritorno-vassoi su un piano delle cucine. Sarei dovuto rimanere con la testa sulle spalle, dato che colpii alla schiena quello in fila davanti a me, facendogli perdere l'equilibrio. Cascammo con i nostri vassoi sulle piastrelle bluastre del pavimento. Dalla sua giacca caddero il suo portafogli assieme ad una collanina, ma fu proprio nel momento in cui la raccolse che mi accorsi delle perle intrecciate nei fili dorati.L'uomo notò il mio sguardo sorpreso e dopo essersi rialzato con la sua roba si avviò all'uscita, lasciando il disastro da me provocato a terra. Prima di spingere la porta lo afferrai per il bavero della giacca e chiesi fissandolo negli occhi:"Che bella collana, dove l'hai presa?", mi rispose ringhiando:"Non sono cazzi tuoi e vattene affanculo" spingendomi via. La gente cominciava a voltarsi verso di noi. Risposi a tono:"Che cazzo fai? Torna qui se hai le palle!". Ormai avevo l'attenzione di tutta la sala, incluso il soggetto che si voltò verso di me e disse in tono di sfida:"Vuoi farti del male, straccione?". "Questo lo devi chiedere a lei" dissi indicando dietro le sue spalle. L'uomo voltandosi trovò Alexis e il suo vassoio in ferro, ormai in rotta di collisione col muso dell'uomo. Il rumore del ferro contro il cranio fu eclatante, mentre il corpo senza sensi atterrava sul suolo.Immediatamente cinque guardie irruppero prendendo me, Alex e l'uomo.Due guardie rimasero a sedare il disordine da noi creato mentre venivamo portati nella stanza blindata. Mike era ancora lì dentro quando arrivammo scortati dalle guardie, aggiungo solo che rimase sorpreso (e sorridente). Ci guardò e poi mise tutta la sua attenzione sul povero malcapitato, esaminandolo da cima a fondo, trovando solo la collana e il portafogli. "Ragazzi, vorrei dire che siete stati bravi, ma lui non è il nostro uomo, ha gli occhi verdi. Avete alzato un polverone per niente e il vostro anonimato è saltato. Vi rendete conto della situazione?" disse con volto deluso. Non ci avevo fatto caso, avevo visto la collana ed ero partito in automatico. Stavo per chiedere scusa quando Alex mi anticipò dicendo:"Mike questo lo so, ma se quest'uomo era in possesso della collana ci ha aperto una nuova pista. Lo avrà preso da un ricettatore e questo ricettatore sicuramente sarà il nostro ladro." Mike rimase lì a pensarci per qualche secondo e aggiunse solo:"Lo interrogheremo e spero per voi che abbiate ragione. Siete liberi fino a nuovo ordine."
Io e Alex passammo tutto il pomeriggio sul tetto del dormitorio, aspettando una chiamata dal walkie talkie, tra una partita di carte e l'altra. Il pomeriggio nuvoloso lasciò lentamente spazio alla sera, che rendeva ormai indistinguibili le ombre degli oggetti da quelle delle nuvole, rombanti e pronte a scaricare acqua su di noi. Improvvisamente una voce metallica ruppe il rumore della pioggia in arrivo da lontano. "13, mi senti? Ho molte notizie da darti e poco tempo a disposizione". "Ti ricevo Mike, dimmi tutto" risposi in fibrillazione. "Alex aveva ragione. A quanto dice l'uomo, il nostro ricettatore è entrato abusivamente qui ed è il colpevole della rapina con aggressione. Lo troverete all'angolo nord-est del recinto elettrificato di confine, stasera. Ho intenzione di fare una retata, le mie guardie sono già pronte ma voi dovrete confermarmi la sua presenza. Passate dall'Arsenale e chiedete un binocolo espressamente per Oscar, dopodiché salite sui tetti e osservate da lontano, comunicheremo tramite questa radio, Mike chiude." Dopo ore di attesa finalmente un po' di azione, tutta quella storia doveva finire quella sera stessa.
Corremmo all'Arsenale per prendere il binocolo, ma il rotondo guardiano ci guardò con aria diffidente. Chiedemmo di nuovo il binocolo, per Oscar, e subito il suo sguardo del guardiano si rasserenò. Prese da sotto il bancone un binocolo a infrarossi aggiungendo con tono severo:"Deve tornare intero o lo ripagherete". Oltre al binocolo l'equipaggiamento consisteva in due impermeabili e delle cuffiette da collegare al mio walkie talkie. Procedemmo alla zona di appostamento, un lato di dormitorio pieno di travi e impalcature. Insomma, roba pericolante su cui aspettare dei minuti se non ore. Ormai a noi due non importava più il rischio, eravamo concentrati sul catturare quel ladro. Come se non bastasse la pioggia cominciò a toccare terra, rendendo le impalcature ancora più pericolanti. Da dolci gocce quasi orchestrate, l'intensità aumentò fino a bagnare completamente i nostri giubbotti. Giubbotti immobili e intirizziti che nonostante ciò rimanevano vigili e pazienti. La loro attesa venne ripagata quando cinque persone riparate sotto degli ombrelli si incontrarono vicino a un baracchino creato con assi di legno in modo molto rudimentale. "Ma che bella bancarella dell'usato" sussurrò Alexis, la zittii subito cercando di prendere dimestichezza col binocolo all'avanguardia. Era un marchingegno infernale, pieno di scritte e indicatori su uno sfondo verde acceso. Se rimanevo troppo a guardare al suo interno la testa cominciava a girare. In aggiunta i lampi, ogni tanto facevano schizzare la colorazione dello sfondo da verde pastello a bianco latte, danneggiando la mia vista. I cinque stavano ancora parlando vicino al baracchino quando uno di loro, con l'ombrello rosso, estrasse qualcosa dalle tasche. Misi a fuoco lo zoom e notai due anelli sul palmo della sua mano, resi scuri dall'assenza di calore interno. Passai il mio walkie talkie ad Alex che chiamò Mike:"Qui 12 e 13, abbiamo stabilito un contatto. Probabilmente ha della merce rubata, forse gli anelli della signora Morgan". "Ricevuto, tenetevi pronti a dare conferma" rispose dall'altro lato Mike. Alex mi fece segno di essere pronta a dare il via, ora toccava a me assicurarsi di trovare il giusto ricettatore. I lampi si facevano sempre più vicini, il vento sempre più forte e le impalcature cigolavano. Ma noi inesorabili alle intemperie restavamo ai nostri posti a trovare il bersaglio. La merce spaziava da orologi a sveglie, da collane a pacchi di cibo fino a trattare sul prezzo di quella che sembrava una boccetta di profumo. Dopo l'ennesima trattativa, una folata di vento fece volare via uno dei cinque ombrelli, quello verde, che scoprì un'uomo con un passamontagna bianco. Era fatta, diedi la conferma e Alex trasmise a Mike:"Il nostro uomo ha un passamontagna bianco ed è senza omb..." all'improvviso l'impalcatura dove si trovava Alex cedette e lei dovette aggrapparsi al bordo del tetto. Il frastuono attirò l'attenzione degli uomini che notarono due figure sul tetto, illuminate da un lampo. Rapidamente presero al loro roba e provarono a scappare, ma furono bloccati dagli uomini di Mike che cominciarono a colpirli ripetutamente, bloccandoli a terra. Alex era lì, sul bordo del tetto con le mani bagnate che cercava di salire ma i suoi tentativi erano vani. Misi da parte il binocolo e corsi nella sua direzione, scivolando ripetutamente a causa del vento e del tetto bagnato. "Aiutami, aiutami ti prego!" urlava Alexis che cercava di restare avvinghiata a quei pochi centimetri di cemento che lentamente diventavano troppo scivolosi per le sue mani. Appena la raggiunsi la presi per i polsi, cercando di tirarla su, ma scivolando sempre più sul bordo. Le mie scarpe non avevano sufficiente attrito e una superficie liscia e bagnata rendeva tutto meno favorevole, ma nonostante ciò cercavo di tirarla su. "Sto scivolando troppo, cerca un'appiglio Alex!" urlai, ma il vento e la pioggia offuscarono le mie parole insieme alle sue urla disperate. Ormai mancava poco, saremmo entrambi volati giù se non fosse stato per Mike, che afferrò il mio impermeabile per il cappuccio, strangolandomi ma trascinandoci sempre più verso un posto sicuro. Quando tutti e due fummo tratti in salvo da Mike, la gioia era troppa per parlare, lo abbracciammo senza pensarci due volte. "Lo abbiamo preso gente, pelle bianca e occhi castani. Lui è proprio il nostro uomo" disse soddisfatto ed esausto. Quella terribile serata finiva lì ma con l'uomo dal passamontagna bianco sotto la nostra custodia. Cambiati i vestiti e asciugata la testa mi gettai nel letto, infreddolito e spaventato.
La mattina dopo un sole pesante e poco luminoso sorgeva, accompagnato dalle nuvole rimaste dalla notte prima. Tutti nel giardino principale ad assistere alla sentenza del ladro, inclusi me e Alex, orgogliosi del nostro lavoro, fatto così bene e velocemente. Il brusio della folla venne sostituito dalle urla di gioia all'entrata in scena di Mike, con il suo giubbotto tatuato, i suoi occhiali neri, i capelli ordinati e un sorriso smagliante, uno dei tanti. Dietro di lui un'uomo vestito di stracci, con le mani legate da fascette di plastica e i piedi nudi. Le guardie dietro lo spingevano ogni volta che rallentava. La cosa che mi turbava era il sacco di iuta messo in testa al prigioniero. Fu una breve passeggiata per raggiungere il palchetto davanti alla grande fontana: i resti della base di una fontana che dalle dimensioni sembrava una piscina. Ottenuto il silenzio Mike esclamò:"Gente, è con grande orgoglio e onore che posso dire di aver preso il ladro dei preziosi Morgan, mostrando l'efficienza e la rapidità della sicurezza che solo la fazione del caos può offrire. Abbiamo poche regole, tra le quali lavorare sodo e non arrecare danno alla gente che abita all'interno del rifugio. Solo grazie a queste regole basilari rendiamo la nostra società solida e sempre più grande. Se non seguirete le mie regole, questa sarà la fine che farete" detto ciò fece inchinare il prigioniero sul bordo del palco. "Tu vieni qui a straforo, rubi il nostro cibo, ti impossessi dei ricordi della gente e ferisci gravemente un'innocente lavoratore. Come puoi pensare che ti lasceremo andare da qui con le tue gambe?". Il ladro non emise voce dal sacco di iuta sopra al suo capo e mi resi conto solo ora quale brutta fine avrebbe incontrato il ladro. "Quelli come te mi fanno proprio schifo e spero che ogni giorno qualcuno di voi venga masticato ancora vivo da quei mostri". Detto ciò Mike estrasse dal fodero la sua arma personale: un machete misc nero opaco, dalla punta al manico, con una sottile linea luccicante che segnava il filo della lama. Sui lati dell'arma, un'incisione "Auctoritas" rendeva il tutto più agghiacciante. Il ladro rimase lì in ginocchio sul bordo del palchetto. Non si muoveva e non cercava di divincolarsi. "Lascerai questo posto con le tue ultime parole, sporco vagabondo" disse Mike mentre caricava il braccio per il colpo di grazia, con il filo della lama che brillava alla luce di quel tiepido sole. Stavo cercando di farmi spazio tra la folla e raggiungere Mike, per risparmiare quell'uomo. "Non avete idea di cosa avete appena fatto" disse la voce dentro il sacco di iuta, mentre mi avvicinavo alle scale del palchetto, a pochi metri da loro. Le guardie di Mike mi fermarono all'ultimo, lui si voltò e con sguardo rassegnato mi disse:"A volte un sovrano deve ricordare al popolo perché è lui a governare" detto ciò fece calare la fredda lama della Auctoritas sul collo del colpevole, recidendo carne e pelle fino alla spina dorsale, dove si conficcò. Seguì il silenzio, un lungo e assordate silenzio, accompagnato solo dallo sgorgare del sangue sul palco. Estratta la lama dalla carne morta, il corpo cadde nella base della fontana con un rumore sordo. Il sangue continuava a uscire dal taglio, mischiandosi alle piccole pozzanghere di acqua lasciate lì dalla pioggia, disegnando curve e tratti. Una macabra e ufficiale sentenza di morte, inderogabile e puntuale. Dopo questo brutale teatro di giustizia tutti tornarono alle loro mansioni, scossi ma istruiti sulla disciplina. "Hai fatto un'ottimo lavoro 13, ti meriti una promozione, ti darò un giorno per sistemare le tue cose e poi partirai con 33 verso la torre della sentinella. 12 sei stata altrettanto brava ma dove sta andando 13 serve una certa età, sei ancora troppo giovane. Buona giornata a entrambi". Detto ciò ripose l'arma nel fodero e si allontanò.
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B come Bluvaganti
HorrorUna persona in una città fantasma, con un numero assegnato senza apparente criterio e una foto. Domande senza risposta e tanti, molti, troppi strani corpi senza mente che vagano per le strade. E' solo l'inizio... Follow and vote :)