Riunione d'emergenza

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Mi svegliai da solo, per fortuna senza mal di testa, senza cadaveri addosso e senza flebo con liquidi strani. Mi guardai attorno per capire bene dove fossi e che ore erano. La stanza era la stessa della notte prima, tutti dormivano e l'orologio appeso al muro indicava le 7:00 am. "Partiamo presto oggi" pensai ironico. Mi misi le scarpe e cambiai i vestiti, prendendoli dall'armadio. Notai, prima di uscire dalla stanza che il mio zaino era scomparso. "Andrò alla reception che ho passato ieri sera" pensai, quando uno dei miei coinquilini mi fermò:"Dove stai andando?" mi chiese, ancora nel letto. "A cercare il mio zaino" risposi con tono noncurante "Me lo sono dimenticato nel furgone". Stavo per accingermi alla porta quando mi anticipò Mike dall'altro lato, sorridente ma con aria movimentata. Si limitò solo a dirmi "Seguimi per favore e fai piano, non vorrai mica svegliare tutti...". Sistemai i lacci delle mie scarpe, seguii Mike per un lungo tragitto attraverso i corridoi del dormitorio/avamposto. Infine raggiungemmo una stanza con due guardie armate, ci fecero passare la porta in ferro rinforzata che si richiuse dietro di noi, lasciandoci in una grande stanza con i muri completamente coperti di fogli e fotografie di qualsiasi soggetto, da case a persone. Stentavo a credere ad una archiviazione così fitta di così tante cose. "Non sarà facile spiegarti tutto quanto, ma se non sai cosa ci sta succedendo, chi siamo e CHI sono, non dureresti fino alla fine di questa giornata. Ti avverto anche che quello che ti dirò non sarà assolutamente piacevole e potresti persino credere che tutto questo non sia reale". Per qualche secondo esitai, ma guardandolo negli occhi si poteva chiaramente intravedere un profondo senso di pentimento e angoscia. "Allora cominciamo" dissi, cercando di prepararmi al peggio.

" Cominciò tutto da sporadici omicidi brutali, che in pochi giorni lasciarono il posto ad un'epidemia e in men che non si dica, in una piaga implacabile. Ormai è da più di una settimana che siamo qui dentro, in una città senza più un nome, senza più persone e con un enorme recinto intorno.  A quanto sappiamo si trasmette tramite pulci a contatto coi cadaveri e altri insetti. Quando entri in contatto con la Sepsi, questa piaga inarrestabile, che colpisce a livello sanguigno, iniziano gli spasmi e hai pochi giorni prima che ti si offuschino gli occhi e la tua pelle cominci a schiarirsi e spellarsi. Dopodiché tutto ciò che rimane di una persona è il corpo. Un corpo errante, con secrezioni nere, senza espressione e senza mente. Noi li chiamiamo Lacrimanti per via delle lacrime nere che scorrono sul loro sterile viso.  Abbiamo convinto la gente a tenere pulita la propria zona abitativa, aumentando le possibilità di sopravvivenza. Ma c'è altro, capitano nei giorni di pioggia o nebbiosi, che loro spuntino fuori all'improvviso e scappare è praticamente impossibile. Sono un'alterazione della Sepsi, sono i Bluvaganti. A differenza degli altri vaganti hanno dei ripugnanti denti aguzzi blu fluorescenti. Questi bastardi usano il cervello, sanno muoversi agilmente e nascondersi se messi alle strette". 

Mi mancava il fiato e presi una sedia arrugginita lì vicino, tentando di dare un senso a tutto questo. Cercavo di svegliarmi da questo folle incubo o per rendermi escluso da tutto questo mondo gettato nell'anarchia e da questa dannatissima situazione in cui sono stato fiondato senza nessun avviso o volontà.

"Questo posto all'inizio è stato utilizzato come check point medico per i malati. Certo, siamo riusciti a rendere sicura la zona e a fortificarla, ma il fine giustifica i mezzi?" Lo guardai ancora in silenzio e riprese:"Tempo fa il posto era sotto assedio ormai da ore e quelle bestie stavano per entrare. Tutte le persone sane sono state riunite in modo tale da decidere sul da farsi. La scelta è stata unanime, dovevamo togliere di mezzo le persone in eccesso. Fu così che sedammo tutti quelli in barella, ormai morsi e condannati, gettandoli dalle finestre. Il tonfo di quei corpi riecheggia ancora nella mia mente come se fosse stato ieri. Quelle cose dopo il loro abbondante banchetto rimasero come atrofizzate e smisero di attaccare. Più inquietante dell'ignoto è la deformazione di ciò che si conosce. Ma ancora più terrificante è quello che sei obbligato a fare per non subire lo stesso esito".

Una parte di me voleva apertamente contestare se non colpire ripetutamente Mike, ma d'altro canto, faresti qualsiasi cosa per non morire, è l'istinto dell'uomo. Mike continuò:"Ormai non possiamo fermare la Sepsi, ma possiamo sopravvivere ad essa. A quanto vedi siamo i meglio organizzati nel raggio di chilometri". Risposi solo:"Ok, cosa devo fare per sopravvivere qui?". "Semplice" rispose sorridendo, "Ci sono alcuni lavori da fare, come il fabbro, il carpentiere, il cuoco, l'idraulico o l'elettricista. Ma tu mi servi come scrivano. Dovrai seguire i miei scienziati e i miei viaggiatori, appuntare luoghi, esperimenti e nozioni su qualsiasi cosa ci serva per stare meglio di prima. Il tuo kit è nello zaino che ti ho sottratto durante la notte. Ho dovuto modificarlo per renderlo più leggero e capiente. Cominci tra poco, io devo gestire troppe cose contemporaneamente per poterti seguire da vicino. Vai nei parcheggi sotterranei. Lì cerca Alex, detto 12. Sarà lui la tua guida per ora". 

"Mike, ti stai dimenticando una cosa!" dissi appena in tempo. Era già sul ciglio della porta. "Ma tu, chi sei?". Si voltò e mi disse:"Sai come tenere una persona sulle spine?" Feci cenno di no con la testa. "Te lo dico dopo" rispose sorridendo e chiudendo la porta, lasciandomi più dubbi di prima, in mezzo a quei muri coperti da cose, ma spogli di risposte alle mie domande.

B come BluvagantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora