Louis passò le ore successive sommerso da email, selezionando fotografie di Harry da allegare agli articoli. Perrie aveva trovato numerose immagini genuine che seguivano la narrativa voglio-sposarmi-e-avere-bambini che stavano cercando di definire. Completarono gli articoli già preparati in precedenza che lei e Nick avrebbero distribuito non appena l'intervista fosse andata in onda, destinati all'immediato rilascio dai loro principali portali online.
Se fossero riusciti a controllare la prima ondata, le seguenti avrebbero potuto rivelarsi una passeggiata.
Alle sei, Louis spense il suo computer e andò a cercare Liam. Nonostante si sentisse vagamente colpevole per lasciare il resto del team a gestire le immediate conseguenze, lui e Liam avevano promesso a Harry che sarebbero stati con lui. Occuparsi del cliente era parte del lavoro, giusto? Giusto. Assolutamente. Anche se il loro compito principale consisteva nel distrarre Harry, tenerlo lontano dalle reazioni non filtrate.
Trascorsero il viaggio in metro in silenzio, Liam che trafficava con il telefono e Louis che fissava con aria assente l'annuncio per un corso alla Open University. Scopri il tuo potenziale. Circondati da turisti, scesero a Camden Town, emersero in un grigio pomeriggio e si fecero a piedi il resto del tragitto fino all'appartamento di Harry, Louis con le mani ficcate in profondità nelle tasche dei jeans.
"Sei nervoso?" chiese Liam, un attimo prima di suonare il citofono.
"Non è il mio futuro a essere a rischio," gli disse Louis.
"Ci tieni molto, però." Il tono di Liam era senza pretese, e Louis non si preoccupò di rispondere. Certo che ci teneva. Più di quanto avrebbe dovuto.
Premette il campanello, lo rilasciò, poi suonò di nuovo, giusto per fare l'idiota. Normale, giusto. Quello era esattamente come ogni altro giorno normale, niente fuori dall'ordinario. Louis avrebbe sfottuto Harry mentre erano tutti stravaccati sul pavimento del soggiorno. Avrebbero bevuto birra e guardato la tivù, e avrebbero tenuto lontano il pensiero di quel che sarebbe accaduto alle sette il più a lungo possibile.
Solo una normale serata tra amici.
Il portone si aprì per lasciarli entrare. Con un profondo respiro, Louis fece strada su per le scale.**
Guardarono l'intervista in assoluto silenzio - nessuno si mosse, nessuno parlò. A tratti, Louis non era più sicuro di sapere come si respirasse. Accanto a lui sul divano, Harry era immobile, nemmeno un muscolo a contrarsi.
Dopo che Niall ebbe spento la tivù e immerso la stanza nel silenzio, Louis contò fino a dieci nella sua testa prima di voltarsi a guardare Harry. Con il viso pallido, la pelle era bagnata di sudore, le pupille così dilatate da aver ridotto le iridi a sottili anelli verdi. Quando Louis intrecciò le loro dita, Harry sobbalzò.
"Sto bene," buttò fuori.
Già. Bel tentativo.
Louis si morse l'interno della guancia e annuì. "Giochiamo un po' a FIFA, okay? Facciamoci un'altra birra, magari ordiniamo una pizza o qualcos'altro."
"Mi farebbe piacere," disse Harry, a malapena udibile, e Louis desiderava toccarlo, far scorrere le dita tra i suoi capelli fino a far evaporare la tensione dai suoi muscoli. Nel momento in cui Louis distolse lo sguardo, Niall era già al telefono per ordinare il cibo e Liam si era alzato per andare a prendere altre birre. Zayn si era accoccolato ancora di più sull'altro lato di Harry, la testa poggiata contro la spalla del riccio.
Solo una serata normale, sì. Una serata molto, molto normale.
In effetti, l'illusione avrebbe potuto reggere - se non fosse stato per la fastidiosa stretta di malessere nello stomaco di Louis e la sfilza di notizie che continuava a ricevere sul suo telefono, per gli sguardi discreti e ponderati che si scambiavano alle spalle di Harry e il modo in cui orbitavano tutti attorno a lui, abbracciandolo senza motivo, accarezzandogli i capelli, facendo scivolare un braccio attorno alla sua vita o stringendo la sua mano. Louis non avrebbe dovuto permettersi di stargli così vicino, ma Harry sembrava piccolo e fragile, un po' sperduto anche se aveva cercato di mostrarsi coraggioso. Il bisogno di rassicurarlo aveva annullato completamente l'istinto di autoconservazione di Louis.
Di tanto in tanto, Louis riusciva a sentire lo sguardo di Harry su di sé per lunghi momenti, una domanda nei suoi occhi. Dicevi sul serio? Louis distoglieva sempre rapidamente lo sguardo, e fece anche in modo di non trovarsi mai da solo con lui.
Ovvio che diceva sul serio. Voleva baciare Harry così disperatamente che sentiva come un dolore alla gola, ma non sarebbe stata comunque una buona idea.
Forse, se si fossero baciati una volta, solo una, per soddisfare la tensione tra loro... Si sarebbero baciati, e sarebbe stato bello, ma nulla di più. Si sarebbero separati, si sarebbero sorrisi a vicenda con un accenno d'imbarazzo, e Louis avrebbe detto, "Amici?" con una risata a cui Harry si sarebbe unito.
"Amici. Certo."
Un bacio. Un piccolo, piccolissimo bacio, e sicuramente Louis si sarebbe reso conto di non essere innamorato. Sicuramente.
Erano da poco passate le undici quando Niall decise di tornare a casa. Dopo aver placcato Harry sul pavimento, esclamando poi un saluto frettoloso, si precipitò fuori dalla porta, in ritardo per andare a prendere la sua ragazza all'aeroporto. Poco dopo, anche Louis si alzò in piedi, le gambe intorpidite per essere rimasto accucciato di fronte alla tivù per mezz'ora, giocando contro Liam.
"Diciamo che è un pareggio," dichiarò Louis, e Liam si accigliò.
"Stavo vincendo."
"L'importante è che tu ne sia convinto," disse Louis con tranquillità. Offrendogli una mano, ci volle un attimo prima che Liam la accettasse, scuotendo la testa.
"Sei incredibile, lo sai?"
Louis gli rivolse il più ampio dei suoi sorrisi. "Grazie, tesoro. Così lusinghiero. Davvero troppo gentile." Voltandosi per guardare Harry, Louis percepì la propria espressione mutare in qualcosa di fin troppo dolce. "Senti, Principino. Ho bisogno che tu stia lontano da internet, oltre che dalla tivù. Non uscire. Insomma, prenditi un buon libro e resisti per un paio di giorni, almeno fino all'inizio dei Mondiali o fino a che Justin Bieber non si metterà in qualche casino. Chiaro?"
"Già ve ne andate?" L'apprensione era palese negli occhi di Harry, e cazzo, Louis desiderò di poter rimanere. Non avrebbe neanche dovuto volerlo. Era tutto così ingiusto.
"Dobbiamo tornare in ufficio. A causa del fuso orario, negli Stati Uniti la notizia si è appena diffusa, capisci? È l'inizio del nostro turno di notte."
"Mi dispiace." Harry abbassò lo sguardo.
"Harry, è il nostro lavoro." Non appena l'ebbe detto, Louis volle tirarsi un pugno in faccia. Harry era molto più importante di un lavoro; era molto più importante. Prima che Louis potesse aggiungere qualsiasi altra cosa, Liam gli pestò un piede - dato che erano entrambi scalzi, non fece male, ma fece arrivare il messaggio a destinazione.
"È anche un onore," disse Liam con enfasi. "Almeno in questo caso specifico."
Rapidamente, Louis annuì. "È proprio così."
Sebbene Harry non avesse risposto, alzò lo sguardo, spostandolo da Louis a Liam e viceversa, poi tentò un sorriso incerto. "Grazie di tutto, sapete?"
Liam non esitò nell'attirare Harry in un abbraccio, e Louis si concesse un momento per pensare a come due settimane prima, Liam non avrebbe compiuto quel gesto così velocemente - non solo perché Harry era il Principe Harry, ma anche perché Liam tendeva a trattenersi di più nelle dimostrazioni fisiche d'affetto, a trattenersi di più in generale. Era stato così anche per Louis. Cristo, quei tre avevano davvero lasciato il segno su di loro, contagiandoli come un'infezione. In senso buono.
Stringendosi tra Harry e Liam, Louis inspirò profondamente. La debole traccia del profumo del riccio gli fece venir voglia di piangere.
Cazzo, Harry ce l'aveva fatta. Ce l'aveva fatta.
"Ce l'hai fatta," gli sussurrò non appena sentì Zayn aggiungersi all'abbraccio di gruppo, brontolando qualcosa sul non voler essere escluso. Liam si orientò più vicino a lui, un movimento apparentemente inconscio che lo allontanò appena da Harry e Louis, e improvvisamente, Louis fu troppo consapevole del corpo di Harry premuto contro il suo, della netta sporgenza del bacino contro il suo stomaco. Quando le labbra di Harry sfiorarono il suo zigomo, Louis rimase immobile.
"Grazie," ripeté il ragazzo, così piano affinché solo Louis lo sentisse.
Louis prese un respiro calcolato e indietreggiò. Percepiva il proprio sorriso come un'entità estranea. "Non c'è di che, piccolo Principe. Davvero." Un altro respiro. "Come ha detto Liam, è stato un onore."
Con ciò, diede un colpetto a Liam, che trasalì, poi fece per liberarsi dall'abbraccio di Zayn. Quest'ultimo lo trattenne per diversi secondi in più, un minuscolo sorriso a sollevare gli angoli della sua bocca. Erano ridicoli. Se Louis non fosse stato fatto di filo spinato, l'avrebbe considerato dolce.
Una rapida occhiata gli confermò che Harry lo stava ancora guardando, confuso e speranzoso allo stesso tempo. Cazzo, Louis doveva andarsene prima di fare qualcosa di cui si sarebbe pentito.
Dopo un altro giro di saluti, lui e Liam scesero giù per le scale, dato che Zayn aveva comunicato che sarebbe rimasto per la notte per tenere Harry lontano dai notiziari. Aveva senso. Louis era contento del fatto che non sarebbe rimasto da solo.
"Che succede tra te e Harry?" chiese Liam una volta che furono usciti dall'edificio, nella notte scura come il velluto. La strada era deserta, e scesero un'altra rampa di scale per seguire il sentiero affianco al Regent's Canal. Le luci lontane si riflettevano sull'acqua.
Louis si prese il suo tempo per trovare una risposta. Non ne aveva una, in realtà, perché qualsiasi cosa ci fosse... non poteva accadere. Harry voleva qualcosa di stabile e duraturo, qualcuno che sarebbe stato al suo fianco in pubblico, e quella persona non poteva essere Louis. Se i media avessero colto anche solo la sua immagine sfocata, non si sarebbero fermati finché non avessero portato alla luce il suo squallido e sporco passato, e Louis non voleva... non poteva... cazzo.
E se Harry l'avesse guardato in modo diverso dopo averlo scoperto? Dimmi che non l'hai fatto, dimmi che non è vero? Se tutto l'affetto di Harry si fosse trasformato in disgusto? Oppure se... Dio. E se Harry fosse rimasto vicino a Louis, e il pubblico l'avesse giudicato per questo? E se avessero dipinto Harry come un viscido maniaco sessuale? Le ripercussioni avrebbero colpito entrambi.
"Niente," disse Louis lentamente. Si sentiva piccolo e freddo. "Non sta succedendo assolutamente niente tra me e Harry."
I loro passi risuonavano sul sentiero, le barche che superavano oscillavano lentamente, pochi oblò che disegnavano luminosi cerchi nella notte. "Ehi." Il tono di Liam era disinvolto, in contrasto con l'occhiata rapida e indagatrice che rivolse a Louis. "Ti dà fastidio che Harry e Zayn passino la notte insieme? Loro due da soli?"
Contro la sua volontà, le sue spalle si irrigidirono. "E a te?"
"Te l'ho chiesto prima io," disse Liam. Camminarono per diversi metri in silenzio, superando una vecchia barca dove tre tizi stavano accampati sul ponte, sorseggiando le loro birre senza quasi scambiarsi una parola per il tempo che impiegarono Louis e Liam a lasciarseli alle spalle. Quando Louis si voltò verso l'amico, la testa di quest'ultimo era abbassata, lo sguardo sul terreno. "Non credo," cominciò Liam piano, con prudenza, "che siano ancora in quel modo. Zayn mi ha detto che è passato un po' dall'ultima volta che ha fatto sesso."
Ma che cazzo? Ma che cazzo?
"Okay, adesso sono preoccupato." La voce di Louis era fin troppo alta nel silenzio della notte.
Liam alzò lo sguardo. "Sei preoccupato?"
"Non preoccupato preoccupato." Louis infilò la maglietta nei suoi jeans neri e si strinse nella giacca di pelle. Consumata dall'uso, era l'unico capo di vestiario che aveva tenuto dal periodo in cui viveva per strada, e quando l'aveva ritrovata un paio di giorni prima, gli ci era voluto un minuto per bloccare l'assalto di ricordi incastrati tra le cuciture. "Sono solo un estraneo interessato. Dopotutto Harry è molto vulnerabile al momento, quindi Zayn non dovrebbe-"
"Tu pensi che Zayn si approfitterebbe di lui?" Lo interruppe Liam, una strana nota di asprezza nella domanda. Si fermò in mezzo al sentiero, avvolto nell'ombra. "Cazzo, Lou. Zayn non lo farebbe mai."
"Non sto dicendo che se ne approfitterebbe, non è quello che intendevo. Dico solo che, magari..." Espirò. "Non so quello che sto dicendo."
Liam rimase in silenzio per un attimo, esaminandolo. Poi scrollò le spalle. "Sei geloso. Per la cronaca, questo fa di te un cazzone."
Qualcosa in Louis precipitò, come una montagna russa che si ribaltava dopo una discesa. "Non ho nessun diritto di essere geloso."
"Questo non significa che tu non lo sia."
"Lo so che non c'è niente di romantico. Tra Harry e Zayn. Lo so, ma non voglio..." La voce di Louis suonava debole alle sue stesse orecchie, fragile. La notte si intrecciò attorno alle sue parole. "Non voglio che nessun altro lo tocchi. Nessuno a parte me." Cazzo. "Cazzo. Merda. Non posso-"
"Ehi, la sai una cosa?" lo interruppe Liam, suonando stranamente compiaciuto. "Credo proprio che Zayn me l'abbia detto per un motivo. Tipo, per mettere in chiaro che lui e Harry ormai non scopano più. Che sono solamente amici adesso."
Louis ci mise qualche secondo a capire il senso delle parole di Liam. A quel punto abbassò le spalle, e il respiro gli fuoriuscì in un lungo soffio. "Payne, brutto stronzo." Ricominciò a camminare. "Ti sei preso gioco di me. Mi hai ingannato per farmi ammettere che sono..." Geloso marcio. "Preoccupato."
"Ho imparato dal migliore, no?" Liam aumentò il passo per raggiungerlo. Benché fosse chiaramente fiero di sé, una punta di apprensione era trapelata dalla sua voce, e quando Louis gli lanciò un'occhiata, Liam lo stava osservando attentamente. Con un sospiro, Louis gli diede una leggera spallata. Camden Lock era proprio davanti a loro, i rami dei salici piangenti che sfioravano la superficie dell'acqua, e attraversarono il ponte verso l'altro lato del Canale, tutto calmo e sicuro per i vari turisti appoggiati sulla balaustra. Avrebbe potuto essere una serata normale.
"Facciamo una deviazione per il Palace," suggerì Louis. "Voglio vedere quant'è grave la situazione."
Liam non rispose, ma si spostò un po' più vicino a lui, una tacita rassicurazione nel continuo sfiorarsi dei loro gomiti.
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Wear It Like A Crown [Larry Stylinson • Italian Translation]
FanfictionCome parte di un team di professionisti assunto per gestire uno scandalo omosessuale a Buckingham Palace, Louis si aspetta che il Principe Harry sia un sacco di cose - soprattutto un viziato moccioso reale. Non importa che lo stesso Principe Harry i...